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Cronaca

Covid e palestre: ultimato di Conte

Covid e palestre: ultimato di Conte
Covid e palestre: ultimato di Conte
Patrizia Anziani

Pubblicato il 19 October 2020 alle 09:21

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Olbia, 19 ottobre 2020- Il Governo centrale aveva annunciato il nuovo dcpm per contrastare l'avanza dell'epidemia in Italia e da ieri, 18 ottobre, gli italiani devono fare i conti con le nuove regole e regolette anti covid annunciate in conferenza stampa dal Premier Conte.

I numeri in crescendo hanno costretto il Governo di Conte a dare un nuovo giro di vite, ma questa volta si tenta il tutto e per tutto per evitare un nuovo lock down che darebbe il colpo di grazia all'economia italiana già in sofferenza. Dopo aver indicato le nuove linee guida per bar, ristoranti, sagre, feste e scuole, al Premier Conte non è sfuggita la questione sport e palestre, precisando per queste ultime :"Spesso i protocolli di sicurezza vengono rispettati, ma ci giungono anche notizie di alcuni che non li rispettano. Daremo una settimana di tempo per adeguarsi e verificheremo il rispetto delle linee guida. Se questo avverrà, non ci sarà alcuna ragione di chiudere palestre e piscine, altrimenti tra una settimana saremo costretti a farlo".

L'ultimatum di Conte "una settimana di tempo per adeguarsi" non entra nel merito se, a causa di pochi, dovranno rimetterci indistintamente tutti con nuova chiusura nazionale. Proprio questa "vaghezza" suona come un dito puntato contro una categoria di imprenditori che sta facendo il possibile per consentire alle persone di mantenersi in forma, anche in considerazione di un virus, il Sars CoV 2, subdolo, capace di diventare in poco tempo micidiale che, di contro, può addirittura considerarsi come un semplice raffreddore se colpisce un fisico e un sistema immunitario forte.

Per quanto riguarda le palestre di Olbia, chi non è stato in grado di garantire una riapertura in sicurezza, subito dopo il primo lock down di aprile, ha responsabilmente continuato a mantenere le serrande abbassate. Tutti gli altri hanno riaperto seguendo i protocolli anti contagio previsti, qualcuno ha ulteriormente investito nella propria attività per garantire ulteriori spazi di allenamento all'aperto, o addirittura acquistando nuovi macchinari per rimodulare i servizi alla propria clientela.

Se è quindi ragionevole che gli sport di contatto, restino vietati a livello amatoriale, con divieto anche di "competizioni per attività dilettantistica di base" in tutto il territorio italiano, non sarebbe invece pensabile che tutti i frequentatori delle palestre debbano sentirsi nuovamente sotto scacco all'idea di una serrata generale dei luoghi dove la salute si "costruisce" ogni giorno. Il confronto alla luce dei numerosissimi frequentatori delle scuole, degli aeroplani, delle metropolitane, dei treni, pullman e dei supermercati non regge.