Friday, 29 March 2024

Informazione dal 1999

Salute, Generale

Covid: anche la pelle può essere spia dell’infezione

Covid: anche la pelle può essere spia dell’infezione
Covid: anche la pelle può essere spia dell’infezione
Dr. G. Massimiliano Siddi

Pubblicato il 01 October 2020 alle 15:46

condividi articolo:

Tra le manifestazioni, meno frequenti, di Covid sono state segnalate anche reazioni sulla pelle, che spesso non sono gravi e regrediscono in maniera spontanea ma che, talvolta, possono essere la prima manifestazione di Covid 19 (come i casi descritti in Pediatria). I Segni Cutanei potrebbero essere presi in considerazione come sintomi da monitorare per porre una diagnosi di infezione da virus Sars-CoV-2, visto che in base alle statistiche si presentano in un paziente su cinque.

A carico della cute sono state segnalate diverse alterazioni consequenziali e tipiche della malattia, per cui possono assumere il ruolo di indici diagnostici, prognostici e terapeutici; come pure lesioni cutanee secondarie non direttamente causate dalla malattia quali le eruzioni da farmaci, la comparsa o l’aggravamento di importanti dermopatie.

Le manifestazioni cutanee più comuni, correlate al COVID-19, descritte e pubblicate in ambito scientifico sono:

1. Geloni (20% dei casi), legati a forme più lievi e di più frequente riscontro nei soggetti giovani, ma anche bambini;

2. Eruzioni vescicolari (10% dei casi), un po’ più specifiche del COVID-19, spesso pruriginose, localizzate specie sul tronco in pazienti di mezza età con manifestazioni virali di media gravità e che durano per lo più circa 10 giorni;

3. Lesioni orticarioidi (20% dei casi), con durata media di 6-8 giorni;

4. Eruzioni maculo-papulari, perifollicolari, presenti nel 45% dei casi più gravi;

5. Lesioni vasculitiche (5 % dei casi), per alterazione dei vasi sanguigni, più frequenti negli anziani, ma descritte anche in ambito pediatrico.

Questi cinque modelli clinici cutanei associati al COVID-19 possono comparire in diversi momenti della malattia e sono associati a diversa gravità, durata e forse a differenti significati prognostici.

Quando un soggetto lamenta una sintomatologia simil-influenzale, possono perciò anche apparire:

1. Eruzioni eritematose a tipo rush cutanei, eritema polimorfo, lesioni orticarioidi, vescicole simil varicella, manifestazioni comuni ad altre infezioni virali, prevalentemente disposte sul tronco, non pruriginose e indipendenti dalla gravità della malattia;

2. Strani geloni, i cosiddetti «alluci da COVID», le dita dei piedi e delle mani possono diventare gonfie e bluastre come fossero geloni; si tratta di un’acrocianosi riconducibile ad un processo vasculitico, segno tipico di COVID-19.

Nei soggetti più giovani compaiono soprattutto perniossi e pseudo-geloni o «pseudo-Chilblain» con una durata media di 15 giorni, associati a forme meno gravi di malattia e in 1/3 dei casi è presente anche dolore (32%) o prurito (30%).

Nei soggetti di mezza età sono state osservate lesioni vescicolari (15%) comparse per lo più prima di altri sintomi e con decorso meno grave, il prurito è presente in 2/3 dei casi. Le lesioni orticarioidi e maculopapulari sono associate a malattia COVID-19 più severa. Il prurito è particolarmente frequente nelle lesioni orticarioidi (90%) e nelle maculopapulari (60%).

Nei soggetti di età più avanzata con patologia grave possono comparire manifestazioni livoidali e/o necrotiche.

Per quanto finora conosciamo, si può ritenere che si tratti di lesioni sostanzialmente benigne e che tendono a risolversi nel giro di 10-15 giorni. Perciò non gravi sotto il profilo clinico, ma possibili e preziose spie dell’avvenuto contagio e quindi utilizzabili, oltre che per una diagnosi precoce, anche per una migliore valutazione prognostica ed un più efficace approccio terapeutico.

Il Prof. Francesco Cusano, Presidente dell’ADOI (Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani) il 15/05/2020 ha precisato che “anche solo una macchia cutanea può essere spia dell’infezione. Si tratta di manifestazioni poco specifiche per cui non bisogna allarmarsi, ma per un approfondimento, rivolgersi sicuramente al proprio dermatologo che darà i suggerimenti più appropriati”.

Senza trascurare che, oltre a tutte queste patologie tipicamente legate al virus, sulla pelle dei pazienti o di soggetti comunque coinvolti nella gestione della pandemia, possono comparire anche altre alterazioni acquisite, ovvero secondarie perché causate da diversi fattori di varia genesi.

Assai frequenti sono le dermatiti irritative e/o allergiche da contatto con tessuti, mascherine, guanti e visiere, come pure le conseguenze di ripetuti e scorretti lavaggi o gli effetti nocivi di detergenti o disinfettanti aggressivi. Cioè in pratica tutti quei presidi indicati per la protezione, la detersione e la sanificazione personale e ambientale.

Ad oggi si può affermare che vi è un forte nesso fra il COVID-19 e la Dermatologia e che questa complessa problematica deve essere il più possibile indagata e approfondita dalle ricerche di tutta la comunità scientifica mondiale.

Per maggiori info CONTATTARE:

Dott. G. Massimiliano Siddi

STUDIO MEDICO DERMATOLOGICO

CENTRO LASER E MEDICINA ESTETICA

Tel. 338-7082844

Tel. 393-0055072

Tel. 340-9850798