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Covid-19, Pallavolo Olbia: Marcetti scrive al Presidente FIPAV

Covid-19, Pallavolo Olbia: Marcetti scrive al Presidente FIPAV
Covid-19, Pallavolo Olbia: Marcetti scrive al Presidente FIPAV
Olbia.it

Pubblicato il 05 April 2020 alle 20:49

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Olbia, 5 aprile 2020 - Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il Presidente della società sportiva Pallavolo Olbia, Francesco Marcetti, ha rivolto al Presidente FIPAV Carlo Cattaneo, in merito al rinvio della decisione sulla chiusura della stagione agonistica.

"Caro Presidente,

la decisione assunta oggi dalla Consulta Nazionale di attendere il prossimo 15 aprile per fare finalmente luce sulla chiusura o meno dei campionati nazionali e regionali, ci lascia delusi. Se si possono infatti “capire” gli interessi economici legati ai campionati di Lega la cui formula potrà essere ridisegnata (ma con che rischio per la salute dei protagonisti!), ciò non può trovare spiegazione ragionevole per i campionati federali nazionali di serie B e regionali (anche se questi ultimi dipendono dai rispettivi Comitati Regionali è evidente che la decisione deve essere univoca per l’intero territorio nazionale).

Il nostro mondo non vive in una campana di vetro. E’ necessario ed è un atto dovuto che le persone che lo rappresentano, nelle loro differenti funzioni e ruoli, lo tengano costantemente collegato alle importanti e fondamentali realtà della nostra società: la scuola, i giovani, le famiglie, il sociale, le attività economiche, e con essi alle difficoltà, i disagi, le incertezze in cui oggi noi tutti stiamo vivendo il quotidiano.

Son sorpreso che fino ad oggi non si sia trovata la forza di prendere consapevolezza di tutto questo ed essere poi conseguenti: la pallavolo e noi non siamo un altro mondo: siamo solo una piccola importante parte di questo ma dobbiamo esserne una parte consapevole, sensibile, responsabile, capace di assumere per intero la responsabilità delle decisioni.

Probabilmente, fra qualche settimana, le attività economiche più importanti potranno riprendere a dare un segno di vitalità e si avvierà il percorso della lenta rincorsa verso una normalità perduta, da riconquistare con grandi fatiche e sacrifici.

Per un tempo più lungo il virus sarà ancora fra noi e continuerà a delimitare i nostri spazi vitali ed a determinare comportamenti e sistemi di relazioni simili a quelli che stiamo già sperimentando. Dovremo continuare a farlo nel rispetto delle regole e del vivere sociale, per la nostra tutela, per il rispetto che dobbiamo portare ai nostri ragazzi/e, alle loro famiglie alla nostra comunità perché, fino a quando non ci sarà un vaccino per combatterlo, il migliore antidoto in nostro possesso sarà ancora e sempre quello della riduzione dei contatti.

Una situazione che sappiamo andrà avanti nel tempo, ben oltre quel 15 aprile, e sarà incurante della decisione della Consulta Nazionale. Questo è il dato indiscutibile e questo il contesto in cui dobbiamo produrre le nostre scelte e le nostre decisioni. La frase “ne usciremo diversi” che frequentemente ricorre in queste settimane di isolamento, volge le attenzioni verso il futuro auspicando di poterlo determinare con una diversa volontà degli uomini . Bene!

Se ne siamo davvero convinti, credo che questi buoni propositi debbano essere “messi in campo”, già da oggi: chi ha ruolo deve saper leggere i fenomeni, interpretarli, assumere una decisione; e la decisione non può che essere una ed una sola: chiusura della stagione agonistica. A supporto di questa tesi ritengo opportuno elencare di seguito, nel dettaglio, gli insormontabili problemi organizzativi operativi da affrontare.

I nostri campionati di B2 Nazionale e di C regionale vengono interpretati, quasi interamente, da veri dilettanti, sia a livello dirigenziale che dal lato degli atleti, i quali spesso o sono impegnati negli studi superiori o universitari, nel lavoro a tempo indeterminato od anche stagionale e per tale motivo non possono certo essere impegnati oltre la disponibilità che viene concordata nel periodo che precede l’inizio della preparazione fisica.

Insieme a motivazioni legate alla crescita degli atleti i campionati si giocano per distrarre le menti dalle altre principali attività, ricevere il sorriso delle persone vicine e del pubblico che assiste alle partite per il puro piacere di vedere i propri atleti festeggiare o comunque giocare una partita.

Questi campionati, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono vissuti come occasione di incontro tra persone. Non possiamo pensare di trovare le palestre aperte considerato che alcune sono occupate da senza tetto, dalla protezione civile e, quelle libere, non sono disponibili per la chiusura scolastica che ormai è chiaro si protrarrà oltre la metà di maggio.

Non possiamo pensare che un Presidente abbia l’incoscienza di correre un rischio enorme, facendo trasferire le proprie squadre da una parte all’altra dell’Isola o della Penisola con il pericolo del contatto-contagio sempre presente.

Non possiamo pensare che l’agonismo possa travolgere anche la più elementare delle attenzioni e delle precauzioni sanitarie che dovrebbero essere garantite a tutti e che una Società Sportiva DEVE garantire prioritariamente ad un suo atleta. Non possiamo pensare che i protagonisti possano avere l’entusiasmo e le motivazioni di andare in palestra mentre la gente sta morendo o è sdraiata in un letto di ospedale.

E non possiamo pensare, in questa situazione, che i loro genitori, nonni, fratelli, parenti tutti, vogliano godersi 2 ore in palestra applaudendo il proprio caro o i propri beniamini. Bene, se siamo d’accordo su quanto ho scritto non possiamo pensare che si possano riprendere i suddetti campionati.

Una Federazione allineata allo spot che viene usato “IL MIO SPORT E’ DIFFERENTE”, avrebbe dovuto prima d’oggi assumere una ed una sola decisione: la chiusura della stagione agonistica nel rispetto della Salute e dell’Etica dei protagonisti e, almeno in questa occasione, ha perso l’occasione per mostrarsi “differente”!

A nome mio, di tutti i dirigenti, degli atleti, atlete, genitori, della Pallavolo Olbia. Il Presidente Francesco Marcetti"