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Cronaca

Covid-19, Maccioni: "date le protezioni a tutti gli operatori sanitari"

Covid-19, Maccioni:
Covid-19, Maccioni:
Angela Galiberti

Pubblicato il 20 March 2020 alle 11:15

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Olbia, 20 marzo 2020 - L'ospedale è un sorvegliato speciale: nei principali nosocomi sardi, infatti, ci sono stati dei contagi all'interno delle strutture. Una situazione difficilissima perché rischia di mettere in crisi il sistema sanitario: senza dottori chi curerà i pazienti? Nessuno.

La Funzione Pubblica della Cgil sta osservando con molta preoccupazione l'evoluzione del caso Olbia. Ieri la chiusura della Rianimazione e la presenza di un operatore positivo al Coronavirus.

Abbiamo così chiesto a Luisella Maccioni, segretaria territoriale della Fp Cgil, da sempre impegnata sul fronte sanità pubblica.

Segretaria Maccioni, parliamo un po' di questo Coronavirus: sembra colpire tutti.

Purtroppo il Coronavirus colpisce tutti, basta vedere quello che sta succedendo: decine di migliaia di contagiati in un tutto il mondo. Stiamo vivendo una battaglia con un nemico invisibile.

Olbia, Tempio e la Gallura non fanno eccezione. Abbiamo anche i primi casi di contagio tra sanitari.

Sì, esatto: ci sono i primi contagi tra gli operatori. Innanzi tutto come Fp Cgil ci preme ringraziare tutti i lavoratori che sono in trincea e continuano a rendere un servizio indispensabile alla cittadinanza dalla sanità ai vigili del fuoco, alle forze dell'ordine, ai lavoratori della socio assistenza, case di riposo, assistenti domiciliari, protezione civile, igiene ambientale

Molti contagiati sono operatori sanitari. Com'è la situazione? Cosa dicono gli operatori?

La preoccupazione è tanta e, purtroppo è vero, anche da noi si sta prospettando la stessa cosa. Oggi la notizia dei 15 casi in ospedale a Olbia, questi sono i numeri che conosciamo. Il più delle veniamo a sapere queste cose dalla stampa o dai nostri scritti che, preoccupati dalla situazione, ci informano. Il contagio, come sappiamo, è altissimo. Purtroppo il personale sanitario è quello più esposto al contagio . Proprio per questo bisogna fare in modo che abbia i dpi adatti. Riceviamo chiamate di aiuto: gli operatori hanno paura, si sentono abbandonati. Siamo giorni che sentiamo che arrivano le mascherine, poi scopriamo che le mascherine non ci sono, che non hanno gli occhiali, che i camici monouso non bastano, che i medici usano la stessa mascherina da giorni. Non è possibile continuare così. Oggi viviamo una guerra con un nemico invisibile. Per combatterlo bisogna essere armati e l'unica arma sono i dpi. Abbiamo soldati in trincea, ma le armi non ci sono. Una lavoratrice, l'altro giorno, mi ha detto "Ci mandano in trincea con le pistole ad acqua".

Qual è la priorità alla luce di ciò che sta avvenendo?

Come FP crediamo che la sicurezza nei posti di lavoro debba essere la prima cosa. Il datore di lavoro, in questo caso Ats e Regione, devono tutelare queste persone. Chiediamo i dpi per tutto il personale sanitario di tuttii tre presidi e per tutti i reparti senza distinzione-

Vorrei anche evidenziare che tutti gli operatori del settore pubblico, oltre a quelli della sanità, sono sprovvisti dei dispositivi di sicurezza. Abbiamo inviato delle note, come Funzione pubblica, a cooperative e aziende chiedendo loro di adeguarsi e ancora oggi sappiamo che molti non hanno provveduto. Pertanto sollecitiamo in tal senso e chiediamo anche alle amministrazioni di farsi carico di controllare se i lavoratori privati che svolgono servizio pubblico lavorano in sicurezza. Oggi non è più tempo di aspettare, non possiamo più permettercelo. Esitare ancora significa esporre il lavoratore a un possibile contagio.