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Cronaca

Sardegna: oltre 5.600 imprese rigenerano, riparano e investono sulla sostenibilità

Sardegna: oltre 5.600 imprese rigenerano, riparano e investono sulla sostenibilità
Sardegna: oltre 5.600 imprese rigenerano, riparano e investono sulla sostenibilità
Olbia.it

Pubblicato il 08 October 2016 alle 10:46

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Olbia, 08 Ottobre 2016 -Riparano, manutengono, riciclano, recuperano e rigenerano.Sono ben 5.630 le imprese artigiane che in Sardegna sono protagoniste dell’economia circolare, la logica imprenditoriale che prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, con interventi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e non più limitati alla sola fase finale.

Nella nostra isola queste realtà rappresentano il 15,4% del totale delle imprese artigiane (che sono oltre 35mila) e il 75,9% del totale di quelle specializzate in queste attività (7.414 imprese). Si ricorre sempre più a queste imprese che rimettono in sesto qualunque tipo di oggetto o macchinario: dagli autoveicoli ai personal computer, dai piccoli elettrodomestici agli abiti, passando per le calzature o gli strumenti musicali. Ma sono tante anche quelle che smontano, recuperano e preparano i pezzi per il conseguente riciclo e altrettante sono quelle che si occupano di depurazione, biomasse o rifiuti solidi urbani.

Sono questi i dati sulla Sardegna del dossier sulle “Imprese Green che rigenerano, riparano e investono nel green: artigianato ed economia circolare”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su rilevazioni Infocamere del primo trimestre 2016.

La legge della chimica, del 1700 dello scienziato Lavoisier secondo la quale “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna potrebbe benissimo essere applicata all’attuale condizione delle persone e delle imprese. E il nostro dossier dice esattamente questo: si compra poco e si aggiusta e ripara tanto”.“Pochi comprano, perché la capacità economica delle famiglie è insufficiente, e al contrario aumenta chi porta ad aggiustare e a riparare gli oggetti – continua la Folchettie quindi crescono anche le imprese che offrono questo tipo di servizi e nella maggior parte si tratta di imprese artigiane”. “La crisi, quindi, sta mutando sia l’atteggiamento dei consumatori – continua la Presidente - sia quello delle imprese, quasi obbligandole a una crescita e a una maggiore specializzazione.

La quota maggiore di imprese artigiane “green” si trova in Puglia (18,6%) seguita dal Lazio (17,9%). La Sardegna è 16esima (15,4%) contro una media nazionale del 16,5%.

Tra le province sarde la quota maggiore si trova a Cagliari con 2.247 imprese artigiane dell’economia circolare ovvero il 16,3% sul totale delle imprese artigiane. Segue Sassari con 2.052 e il 15,9%, Nuoro con 882 e il 13,3%. Chiude Oristano con 449 e il 14,3%.

Secondo i dati più recenti, in questi ultimi anni il 50% delle imprese sarde ha minimizzato gli sprechi riciclando o riutilizzando rifiuti o vendendoli a un’altra impresa, un terzo (33%) ha ricalibrato l'uso dell'energia per minimizzare i consumi, il 29% ha rinnovato prodotti e servizi per minimizzare l'uso dei materiali o utilizzando materiali riciclati, il 15% ha ricalibrato l'uso dell'acqua per minimizzare l'uso e massimizzare il riutilizzo ed il 14% ha usato energie rinnovabili.

E’ grazie anche all’impegno delle nostre imprese – continua la Folchettiche l’Italia si posiziona al penultimo posto nell’Ue a 28 per quantità di rifiuti pro capite generati da imprese e famiglie. Insomma: la crisi ci sta costringendo a risparmiare e a riciclare: questo è innegabile. Nonostante ciò, il peso della tassazione sui rifiuti rimane ancora troppo elevata”.

Per Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegnala valutazione della dinamica del comparto del riciclo, recupero e riparazione, va inserita in un contesto di rallentamento del ciclo economico, caratterizzato da un basso profilo, soprattutto della domanda interna”. “Non è un mistero, infatti, che le vendite al dettaglio non siano cresciute - continua Mamelimentre, come dimostra il dossier, manutenzioni e riparazioni continuano a segnare una crescita. A ciò si può aggiungere una maggiore (seppur ancora insufficiente) consapevolezza ambientale di cittadini e imprese”.

Per la riduzione e la rigenerazione dei rifiuti un apporto importante all'economia circolare arriva dell’edilizia: “Anche in questo settore aumentano le imprese che riciclano gli scarti di demolizione. Ricordiamo che in Sardegna dalle 10.055 imprese artigiane delle costruzioni (57,3% del totale imprese del comparto), che operano nel settore costruzioni e demolizioni – riprende Mameli proviene il 32,5% del peso totale dei rifiuti prodotti da famiglie e attività economiche e il 39,7% dei rifiuti speciali. In ogni caso occorre sottolineare, tuttavia, come queste imprese vengano ancora troppo spesso vessate da fisco e normative astruse che si concentrano proprio sulla produzione e trattamento dei rifiuti”.

Anche le tecnologie digitali hanno un impatto positivo su questo settore: “Le imprese digitali - continua Mameli - intese come quelle che conoscono e usano almeno una tecnologia di tale ambito, anche nell’isola mostrano una quota relativa all’attività di riparazione quasi doppia (59,6% contro il 32,1% delle imprese non digitali) e quella dell’attività di rigenerazione è oltre tre punti superiore (19,8% contro il 13,7% delle imprese non digitali)”.

Insomma, riparando, rigenerando e riciclando si contribuisce a fare crescere le imprese e a specializzarle e, allo stesso tempo, si contribuisce a ridurre i rifiuti.