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Claudio Desiati e il kayak da mare: sicurezza al primo posto

Claudio Desiati e il kayak da mare: sicurezza al primo posto
Claudio Desiati e il kayak da mare: sicurezza al primo posto
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 08 September 2019 alle 19:55

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San Pantaleo, 8 settembre 2019- “Nel Nord Europa sono milioni e milioni gli iscritti a questo sport, e non certo improvvisati. Lassù i corsi e le certificazioni sono obbligatori prima di avventurarsi col kayak e per un motivo principale su tutti: la sicurezza ed il salvataggio in mare, che costituiscono la parte più difficile e complicata di questa meravigliosa e sempre più diffusa disciplina.” A parlare è Claudio Desiati, più che quarantenne, sassarese di padre abruzzese ed ora residente a San Pantaleo, splendida frazione del comune di Olbia.

Claudio Desiati, Tecnico Istruttore Mare della F. I. C. K

Affascinati da questo sport e fermamente decisi ad imparare seguendo un corso certificato con un istruttore ufficiale della F. I. C. K. – Federazione italiana Canoa Kayak, per noi non è stato subito facile trovare il suo nome e le sue referenze. Un po’ come cercare l’Araba fenice. Solo la pazienza di frugare nel web ci ha aiutato. Dal dire al fare è stato un attimo e abbiamo avuto l'opportunità di poterci iscrivere al primo corso “Pagaia Azzurra Sea Kayak” da lui condotto tra luglio e agosto presso il camping Capo d’Orso, nella spiaggia delle Saline, in comune di Palau.

Tanti i punti all'ordine del giorno. Dalle caratteristiche che deve avere un kayak da mare (lunghezza di almeno cinque metri), a come ci si imbarca e si sbarca; dal modo di montare l’imbarcazione sull’imperiale dell’auto al trasporto da e per la spiaggia. “Non ci crederete, ma è questo il momento in cui si registra il maggior numero di infortuni”, ha premesso subito Claudio.

E poi ancora dalle lezioni teoriche su lavagna alle applicazioni pratiche in mare formato, dalla“scuffiata” programmata al recupero in mare assistito e non. Dodici ore intensive in cui si acquisisce dimestichezza con un mezzo che “è una barca a tutti gli effetti, e come tale va considerata. La sicurezza viene al primo posto. Non è uno sport dove ci si possa avventurare da sprovveduti. Indossare un giubbotto salvagente è il minimo, ma bisogna anche saper risalire sul natante se questo si rovescia. Davanti a questa abilità da acquisire col tempo e acquisendo l'acquaticità, molti si scoraggiano. Anche il caschetto, che io porto sempre, fa parte del criterio della massima sicurezza. Nel Nord Europa è la regola, qui da noi invece qualcuno mi prende in giro quando lo vede”.

Claudio non è l’unico istruttore federale in Sardegna, ma in questo preciso momento risulta di essere l’unico che organizza corsi come questi con certificazione.

Due kayak da mare nella baia di Staffin, Skye, Scottish Highlands

I corsi “Pagaia azzurra” sono riconosciuti dall’EPP ( Euro Paddle Pass), e fanno conseguire pertanto una certificazione valida presso i paesi aderenti (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Norvegia, Slovenia, Svezia e ovviamente Italia).

Nei mari della Norvegia

Le soddisfazioni e le gioie non mancano poi, per chi ama il mare ed uno sport che meglio di altri ce lo fa apprezzare, in tutte le stagioni. “Sono in milioni gli appassionati e i praticanti tra Scozia e Danimarca, Svezia e Finlandia, e qui in Sardegna e in Italia, con le coste ed il mare che ci ritroviamo, al cospetto siamo ancora quattro gatti. Qualcosa manca ancora, evidentemente a fronte di questi dati, nella promozione e nella cultura sportiva generale” conclude Claudio Desiati, istruttore federale, uno dei pionieri, sebbene non certo l'unico, della formazione di uno sport meraviglioso, il kayak da mare, che non potrà non svilupparsi e crescere sempre di più negli anni a venire. Soprattutto nel meraviglioso ed incomparabile mare della Sardegna.

Nei mari dell'Irlanda

Sorprende come in un mare unico come quello della Sardegna, con le insenature e le isole ed isolette che le contornano, siano ancora così pochi i praticanti di uno sport come il kayak da mare che meglio di ogni altro mette a contatto con le trasparenze e gli elementi marini. Ad Olbia un gruppo di appassionati kayakisti da mare, i primi nella storia di questo sport non olimpico, si riunisce sotto il nome dell'associazione KayaKOlbia, che conta diversi iscritti i quali partecipano attivamente anche ad importanti iniziative sociali.

“È un mondo ancora sconosciuto. Molti sono gli improvvisati, in rapporto ai sempre pochi praticanti, soprattutto nel nord della Sardegna. Curioso, perché è uno sport adatto per tutte le età, anzi, i migliori kayakisti da mare posso dire che sono tutti over 50 (n. d. r. si precisa che tale affermazione viene formulata ridendo, ed è da intendersi in senso scherzoso: infatti si nota come buona parte dei praticanti non sia giovanissimo, e ciò dovrebbe essere di incoraggiamento per tutti)”. Certo - è una nostra valutazione - è anche uno sport particolarmente tecnico, che richiede pazienza e molta determinazione, e ovviamente un buon kayak insieme all’equipaggiamento completo di pagaia, giubbino salvagente, accessori vari ecc. ha i suoi costi iniziali da mettere in preventivo, cui va anche aggiunta l'assolutamente necessaria formazione fornita da tecnici con competenze non comuni, acquisibili in non meno di cinque anni di formazione.Un po’ come una laurea specialistica all’Università. E dove alcune conoscenze e una consolidata prudenza sono fondamentali. Non è uno sport dove ci si improvvisa: sempre uscire in gruppo, rispettare le regole, guardare le previsione del tempo: esistono applicazioni da scaricare sullo smarthphone molto comode e puntuali all’occorrenza.

Nei mari della Sardegna