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Olbia, carne e inquinamento: ecco la proiezione di Cowspiracy

Olbia, carne e inquinamento: ecco la proiezione di Cowspiracy
Olbia, carne e inquinamento: ecco la proiezione di Cowspiracy
Angela Galiberti

Pubblicato il 28 January 2020 alle 16:16

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Olbia, 28 gennaio 2020 - Cosa è davvero l'allevamento e quali sono i suoi effetti sul pianeta e sugli animali? C'è un legame tra l'inquinamento, la violenza e la tazza di latte che beviamo la mattina?

A queste domande risponde il documentario "Cowspiracy - The sustainability secret" diretto dai registi Kip Anersen e Keegan Kuhn che verrà proiettato il 29 gennaio, alle ore 17, presso il Politecnico Argonauti di Olbia.

L'evento è organizzato da una nuova associazione: Olbia Animal Save. A fine serata, considerati i temi affrontati dal documentario, vi sarà una cena a base vegetale a offerta libera.

Cowspiracy è un documentario crudo, lungo e sconvolgente: racconta, dati scientifici alla mano, gli effetti che l'industria della carne e del latte hanno sul pianeta e sugli animali.

Non solo: il documentario affronta a viso aperto l'ipocrisia dei sedicenti movimenti ambientalisti che si occupano di tutto tranne che di chiedere ai propri aderenti di rinunciare o diminuire il consumo di animali e derivati.

Perché ipocrisia? Perché l'industria della carne e del latte ha un impatto più che gravoso sul pianeta in termini di inquinamento (oltre che di violenza sugli animali).

L'allevamento intensivo (fonte Ispra), solo in Italia, è responsabile del 15,1% dell'inquinamento dato da particolato primario e secondario: è il settore che inquina di più, seguito dall'industria con l'11,1% e i veicoli leggeri con il 9%.

La ricerca di Poore and Nemecek pubblicata su Science ci dice, inoltre, che i cibi di origine animale forniscono il 18% delle calorie, il 37% delle proteine, ma usano l'83% dei terreni e producono il 60% di inquinamento di aria e acqua.

Tale ricerca ci dice che un bovino allevato su un terreno deforestato produce 12 volte gas serra e usa un quantità di terreno 50 volte superiore rispetto a un bovino allevato su pascolo verde.

L'allevamento estensivo, però, non è preferibile perché inquina ugualmente tantissimo: per produrre della carne di bovino in questo modo si inquina sei volte di più che per produrre vegetali e si usa una quantità di terreno 36 volte superiore.

Cowspiracy trasforma in un documentario tutto questo, senza dimenticare la parte etica: perché allevamento significa anche sfruttamento animale e dunque violenza, sofferenza, morte, nonché sfruttamento e violenza contro le persone nelle aree più delicate del pianeta.

1100 attivisti, in Brasile, sono morti perché denunciavano lo scempio che sta avvenendo in Amazzonia, dove la foresta viene eliminata per posto a sterminati campi di soia.

Soia, si badi bene, che serve a produrre mangimi destinati agli animali che, una volta uccisi, vengono trasformati in bistecche e hamburger.

Insomma, si tratta di un documentario che ha lo scopo di informare e far prendere consapevolezza al consumatore dell'impatto che hanno le sue scelte alimentari.