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Cala Saccaia, ecco chi ha detto NO al cemento: dalle speculazioni edilizie ai metri cubi potenziali

C'è chi si è battuto contro lo scempio

Cala Saccaia, ecco chi ha detto NO al cemento: dalle speculazioni edilizie ai metri cubi potenziali
Cala Saccaia, ecco chi ha detto NO al cemento: dalle speculazioni edilizie ai metri cubi potenziali
Angela Galiberti

Pubblicato il 17 April 2021 alle 06:00

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Olbia. Benché il Consiglio Comunale di Olbia, a colpi di maggioranza, abbia detto “sì” al cemento al Cala Saccaia, non tutti i consiglieri hanno votato a favore: 11 eletti (10 di minoranza e 1 di maggioranza, Ugo Cantelli) hanno votato contro l'allargamento della zona industriale nell'ultimo paradiso di Cala Saccaia, 20 ettari che il Comune di Olbia ha “ceduto” al Cipnes per lo “sviluppo di iniziative economico-imprenditoriale nel settore cantieristico-nautico e dell'economia del mare a completamento del preesistente distretto produttivo” come si legge nello schema di accordo amministrativo sottoscritto lo scorso 25 marzo tra Comune di Olbia e Cipnes. I consiglieri e le consigliere di minoranza hanno spiegato a più riprese perché questa operazione non si può e non si deve fare: lo hanno fatto proprio da Cala Saccaia, da una delle calette inserite in questo allargamento. La minoranza ha toccato punti fondamentali di tutta l'operazione: non ha solo sottolineato i problemi ambientali, ma ha anche sollevato questioni che pubblicamente nessuno aveva mai sollevato. “Ci spaventa il presidente del Cipnes quando sul giornale parla di alberghi, di ristoranti, parla di pizzerie – ha detto Rino Piccinnu –. 'Più pilu per tutti' avrebbe detto un noto comico in un film. Non può funzionare così. Non basta la proposta del sindaco che può andare bene a tutti oppure non va bene. Prima si parla, si pensa, si studia e poi si arriva a fare una bozza di contratto con il Cipnes”. Piccinnu ha poi fatto l'esempio di Port Olimpic, a Barcellona, dove una zona industriale come quella di Porto Torres è stata trasformata in uno dei lungomare più belli al mondo: un esempio che poteva essere di ispirazione, ma che invece nessuno a considerare. “E' mai possibile che dobbiamo fare tutto noi? Non lasciamo niente da amministrare ai nostri figli? - ha incalzato Piccinnu –. Una volta che i terreni sono del Cipnes noi siamo morti, perché li amministrano loro. E' questo che io contesto, poi la maggioranza può decidere ciò che vuole”. Proprio la questione della “sovranità” dei terreni ceduti è stato uno degli argomenti che la maggioranza ha dribblato a più non posso, parlando di “Copianificazione”: una copianificazione che, in realtà, farà la Regione Sardegna e non il Comune di Olbia. “Stiamo barattando 8 ettari con 20 ettari. Stiamo parlando di un accordo sul quale il sindaco ha parlato di Hotel Hilton, ma l'Hilton in questo accordo rimane ancora fuori – ha detto Marco Piro –. Chi è che non ha studiato? Facciamo passare che abbiamo sistemato il quartiere Tilibbas quando non è vero? Stiamo dando una zona ancora vergine del golfo interno di Olbia. Perché gliela stiamo dando? Perché l'amministrazione vuole fare speculazione edilizie. Siccome ha ultimato la cubatura nel piano urbanistico comunale, per poterlo fare l'unica maniera è passare attraverso il Cipnes. E non abbiamo l'anello al naso, qua. Questa era l'unica maniera per poter edificare a Cala Saccaia: passare attraverso il Cipnes. Era l'unica maniera e non diteci altro. Non siamo ambientalisti integralisti, io amo i campi da golf, amo le club house, ma non amo che mi ci si passi sopra la testa. Siamo eletti per governare il nostro territorio. La giunta ha deciso per il Consiglio Comunale, questa è la cosa grave! Voi sapete cosa vuol dire 20 ettari in zona industriale con un indice di copertura allo 0,60%? Vuol dire un milione e 800.000 metri cubi. Se li paragoniamo in casette da 80 metri quadri sono più di 1000 abitazioni”. Quasi senza parole Davide Bacciu: “Ho ascoltato quasi incredulo le affermazioni di buona parte delle affermazioni del sindaco e di alcuni consiglieri comunali che palesemente hanno svestito lo stessi, ma non spetta a me giudicare. Non si può dire Occorre decidere cosa si vuole fare. Nessuno si sogni di dire si può fare tutto, si può tenere Cala Saccaia intonsa, si possono non toccare i mitilicoltori, ma si deve fare anche qualche capannone per la nautica. Non prendete in giro gli olbiesi. Gli olbiesi non sono stupidi. Abbiate il coraggio delle vostre azioni”. “Le basi portate avanti sono quelle di interessi dei privati e rispetto a interessi collettivi: se c'è interesse collettivo va discusso nel consiglio comunale e negli strumenti del consiglio comunale che è appunto il puc che voi avete sbugiardato nel giro di 10 giorni. Perché il Cipnes non può parlare di urbanistica? I danni li abbiamo visti quando si è lasciato uno spiraglio con la cattedrale nel deserto davanti al Pozzo Sacro, con il fatto che si vogliono portare le scuole in zona industriale, dal punto di vista sociale un vero disastro. Si vuole pianificare sulle spalle dei cittadini, dicendo delle bugie clamorose perché non è vero che non verrà compromesso l'ambiente. Questo potrebbe causare serie ripercussioni in termini di posti di lavoro. I servizi per la nautica si facciano alla Pte, visto che è una scatola vuota di 10 ettari. SI vuole pianificare alle spalle della città e alle spalle del Consiglio comunale. Mi fa specie che Monni sia a favore, quando abbiamo analizzato le osservazioni in commissione ci siamo detti tutti indignati della possibilità di realizzare qualcosa nella zona H, dicendo che l'ultima frontiera era stata raggiunta con l'ultimo capannone regolarmente autorizzato che è proprio alla radice di Cala Saccaia”, ha detto Roberto Ferinaio. Tiziana Biscu ha espresso tutto il suo imbarazzo: “Una delibera che non è una ipotesi com'è stata definita da più parti, è un vero accordo che segue un iter che vede diversi step. Un accordo che non ha previsto l'intervento del Consiglio Comunale, anche solo a livello informativo. Vogliamo che la cittadinanza sia a conoscenza di ciò che si perpetrerà nel prossimo futuro. In una zona che il presidente del Cipnes ha definito degradata. Si è detto che si devono fare infrastrutture, forse no, forse capannoni, forse no, forse alberghi a 5 stelle. La confusione non la generiamo noi, la genera della maggioranza. Ci sono degli imprenditori che si stanno facendo avanti? Lo vogliamo sapere. Noi siamo a favore dell'imprenditoria, ma sempre in armonia con l'ambiente. Vogliamo sapere e vogliamo chiarezza”. Infine l'intervento di Ivana Russu: “Non c'è un voi o un noi. Qua ci sono dei fatti oggettivi, c'è una delibera di giunta, dopo tre giorni esce il presidente del Cipnes ed è stato detto che in questa zona c'era intenzione di fare alberghi, di infrastrutturare questa zona, in una determinata maniera. Abbiamo parlato del sindaco De Michele che ha avuto la lungimiranza di proteggere questo territorio, la stessa lungimiranza che dovremmo avere noi oggi. Stiamo guardando a un mondo nuovo in cui i posti di lavoro non vengono fatti esclusivamente dalle costruzioni, ma dalla tutela del territorio. Non siamo frilli, non siamo bucalotti, noi staremo qua notte e giorno a difendere quest'area. Facendo delle visure qua, abbiamo notato che ci sono state delle ricapitalizzazioni da un milione di euro. Quindi a pensar male alle volte ci si azzecca e noi speriamo di non averci azzeccato”. Hanno votato contro il cemento a Cala Saccaia i consiglieri di cui abbiamo riportato le dichiarazioni più Patrizia Desole, Antonio Loriga, Giorgio Corrias.