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Bufera sul Pd, rispondono i "dissidenti": il congresso non si è tenuto

Bufera sul Pd, rispondono i
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Angela Galiberti

Pubblicato il 14 October 2014 alle 20:49

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Olbia, 14 Ottobre 2014 - Com'era facile da prevedere, il gruppo dei "dissidenti" del Partito Democratico olbiese - quello, per intenderci, con le tessere "cassate", ha voluto replicare alle affermazioni rilasciate dal segretario cittadino Angela Corda. Una risposta durissima che non mancherà di scatenare altre polemiche. "C'é chi vuole fermare il cambiamento a Olbia , Angela Corda farebbe bene a non rilasciare dichiarazioni senza averne titolo , ad oggi ,il congresso di Olbia è nullo x gravi vizi procedurali - scrivono Gianni Ricciu, Antonio Loriga, Luigi Damigella, Liliana Pascucci e Alessandro Maludrottu -. Non si deve dimettere e non deve lasciare il suo posto semplicemente perché non ha incarichi o posti da mantenere, figuriamoci se può dispensare diktat sui gruppi consiliari o intervenire maldestramente sul ruolo e sull’attività di Carlo e del gruppo consiliare composto dai 5 Consiglieri Comunali di Olbia eletti nel PD, né tantomeno le è consentito di divulgare dati non corretti. Fino a quando la sede di Via Roma è stata agibile anche per noi, Carlo è stato l'unico Assessore a versare emolumenti al Partito con Bonifico avente data certa (come previsto per legge e come risulta dalle carte)". I cinque consiglieri comunali, che hanno dato vita ad un gruppo consiliare "parallelo" a quello originariamente guidato da Giampiero Scanu, affermano apertamento che il congresso non si è mai tenuto. "Ma partiamo da un dato di fatto inequivocabile: il congresso di Olbia non si è tenuto, se non nella ricostruzione cervellotica che è stata raccontata in questi giorni - scrivono i cinque consiglieri comunali -. Non vogliamo entrare nel merito dei percorsi mentali di chi muove i fili da dietro le quinte ne di chi si autoproclama segretario e pretende pure che le sue parole vengano prese sul serio. Crediamo però che ci sia un limite che non vada superato, un limite segnato dai fatti e dalla storia personale dei protagonisti". I consiglieri olbiesi difendono, inoltre, apertamente Carlo Careddu e tutti coloro che si sono visti non riconoscere il tesseramento on line. "Ebbene, chi vive ad Olbia riconosce senza alcun dubbio , al di là dell’appartenenza politica, che i tanti onesti cittadini tesserati nel PD esclusi maldestramente del diritto di voto con a capo Carlo Careddu che rapprenda in città il ruolo più rappresentativo del nostro Partito siano una risorsa importante e rappresentano un punto di riferimento essenziale per chi vuole rinnovamento e competenza - si legge nel comunicato stampa -. È sintomatico il fatto che si scelga lui come bersaglio di attacchi ingiustificati, pur di avallare le trame di chi continua a riproporsi per incarichi pubblici da circa 35 anni. Lo diciamo senza mezzi termini: gli olbiesi sono stanchi di una classe dirigente che pensa solo ai propri interessi, che lavora solo per preparare il terreno ad una nuova candidatura di personaggi che hanno fatto il loro tempo. Olbia, al contrario, ha bisogno di persone che vivono l’impegno politico esclusivamente nell’interesse dei cittadini e della buona amministrazione". Insomma, invece di gettare acqua sul fuoco e di lavare "in famiglia" i panni sporchi, la faida interna al Partito Democratico della città di Olbia continua. Da una parte il partito "ufficiale" con tanto di segreteria eletta, dall'altra i "dissidenti" che lamentano un mancato ricambio generazionale. Nel mezzo la Città di Olbia che assiste, ancora una volta, a una guerra senza fine all'interno del partito più importante della maggioranza che guida il comune olbiese. Guerra che non mancherà di ripercuotersi all'interno della giunta e dunque sulla "sedia" del sindaco Gianni Giovannelli.