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Pubblicato il 15 January 2016 alle 13:00
Olbia, 15 gennaio 2016 - Negli anni '80 e '90 spesso non venivano effettuatii controlli sulle sacche di sangue donato agli ospedali, significava rischiare il contagiodi alcune malattie virali come l'AIDS, l'epatite B e C. Questa ipotesi divenne realtà in Sardegna; tantissimi morironoma altri, circa 500, sono tutt'oggivivi e hanno deciso di intentare causa allo Stato. Le lunghe diatribe civili in tribunale portate dai malati sardi e dalle loro famiglie, spesso a loro volta contagiate, sono durate decenni e hanno superato i primi due gradi di giudizio, ma giunti in Cassazione, nel 2012, vennero stoppati da un decreto che tagliò fuori la maggioranza di loro. Oggi, il Primo Ministro Renzi, con un decreto ha deciso di riconoscere100 mila euro per ogni singolafamigliaper chiudere la vicenda.Alcuni hanno accettato, mentre altri rifiutando si sono rivolti alla Corte di Strasburgo, ritenendo il valore della loro vita più alto dei soli 20/30 mila euro che riceverebbe ogni singolo individuo a titolo di risarcimento. E' notizia di oggi che la Corte dei diritti umani di Strasburgo ha bocciato i ricorsi fatti dai malati isolani contagiati dal sangue infetto, assestando un ennesimo schiaffo alle vittime di questa orrenda vicenda.
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