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Cronaca

Tutela Beni culturali: ecco le più importanti operazioni dell'Arma

Tutela Beni culturali: ecco le più importanti operazioni dell'Arma
Tutela Beni culturali: ecco le più importanti operazioni dell'Arma
Olbia.it

Pubblicato il 31 May 2017 alle 18:03

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Cagliari, 31 maggio 2017 -Sono 2.862 i beni culturali (2.639 reperti archeologici, 42 beni antiquariali, archivistici e librari e 27 reperti paleontologici), per un valore di migliaia di euro, frutto di scaviclandestini o compravendite illecite, recuperati e sequestrati nel primo anno di attività nellanuova sede del Capoluogo sardo, dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale diCagliari, istituito il 15 Luglio 2015 con competenza sulla regione Sardegna.

Nel corso dell’anno, i militari TPC hanno denunciato 43 persone (ben 23 in più rispetto al2015). I reati più frequentemente perseguiti sono stati: l’impossessamento illecito di beniculturali appartenenti allo Stato, la contraffazione di opere d’arte, la ricettazione e quelli indanno del paesaggio.

Tra le operazioni di rilievo già concluse, si segnalano:

- il sequestro di una parte del complesso turistico denominato “Phi-beach” di BaiaSardinia, uno dei più esclusivi dell’intera Costa Smeralda, poiché sono state riscontrateplurime violazioni alle norme sulla tutela paesaggistica e monumentale. Il sequestro non è stato convalidato dal Gip, ma secondo i Carabinieri "il preziosolavoro del Nucleo ha consentito alMinistero dei Beni e delle AttivitàCulturali e del Turismo (MiBACT) diemettere un decreto di vincolosull’intero complesso che consentirà, infuturo, una applicazione più stringente ed effettiva delle leggi di tutela".La struttura,denominata anche “Forte Cappellini”, fu parte del complesso difensivo del nordSardegna durante il corso della Grande Guerra. È stata interessata da un potenziamentodegli armamenti in età ante 1925 e nel 1943, con l’ulteriore installazione di limitrofepostazioni di tiro antiaereo e antinave.

- la proiezione investigativa internazionale del Comando Carabinieri Tutela PatrimonioCulturale e, in particolare, la costante azione di monitoraggio del mercato estero, haconsentito il rimpatrio dalla Svizzera di 430 reperti archeologici, in prevalenza di epocanuragica, scavati clandestinamente in provincia di Nuoro e poi esportati in Svizzera dacriminali senza scrupoli ove, per anni, hanno formato la collezione privata di unemigrato sardo.L’operazione, condotta in perfettaosmosi operativa con la Sezione Archeologia del Reparto Operativo TPCdi Roma, è stata conclusa grazie ad unalunga trattativa diplomatica con lo studio legale svizzero depositario deireperti.

- la restituzione alla Chiesa Romanica di San Pantaleo di Dolianova, ex Cattedrale, di trepregevoli statue lignee scomparse tra il 1971 ed il 1987. Si tratta della statua di SanGiuseppe e la Vergine Maria, riconducibili a un artista di ambito campano del XVII sec.e di San Luigi Gonzaga, risalente ai primi anni del XVIII sec. e riconducibile ad ambitosardo.L’azione di recupero è stata possibilegrazie alla perfetta sinergia operativa tra il Nucleo TPC e la Soprintendenzadi Cagliari che, insieme, hannoricostruito il percorso delle opere dal momento della sottrazione sino aquello del loro recupero, avvenutoall’interno dell’abitazione privata diun facoltoso professionistacagliaritano.