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Cronaca

Minacciano avvocato per terreno all'asta: 3 arresti, uno è olbiese

Minacciano avvocato per terreno all'asta: 3 arresti, uno è olbiese
Minacciano avvocato per terreno all'asta: 3 arresti, uno è olbiese
Olbia.it

Pubblicato il 13 July 2017 alle 12:37

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Olbia, 13 luglio 2017 -Nella mattinata odierna (13 luglio 2017), al termine di una complessa indagine svolta in strettocoordinamento con la locale Procura della Repubblica, i Carabinieri della Compagnia di Sassarihanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari neiconfronti di tre indagati accusati, a vario titolo, dei reati di minaccia aggravata, detenzioneabusiva di munizioni e materia esplodente, tentata estorsione e turbata libertà degli incanti.

Secondo la ricostruzione dell'Arma, A.S.C., 53enne di Berchidda,S.S., 61enne di Berchidda e l’avvocato di Olbia L.T. (in concorso con ulteriori tre persone deferite in stato di libertà) dal dicembre 2016 e finoallo scorso aprile avrebbero compiuto una serie minacce e intimidazioni di variogenere nei confronti di un avvocato di Sassari per costringerlo a cedere un terreno agricoloacquistato dal medesimo nel corso di un’asta presso il Tribunale di Tempio Pausania, nonché adastenersi dal partecipare a un’ulteriore vendita giudiziaria in cui era stato bandito un altro lotto delmedesimo appezzamento.

La vicenda è caratterizzata da una serie di intimidazioni prima anonime, poi indirette e, infine,espresse che hanno avuto inizio nel dicembre 2016, quando la vittima di tali atti aveva denunciato ai Carabinieri di aver ricevuto presso la propria abitazione due missive anonime contenenti rispettivamente una alcune cartucce cal. 9 parabellum, l’altra alcune cartucce cal. 12 e unospezzone di miccia detonante.

I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di ricondurre gli atti intimidatoriall’acquisto di un terreno, già appartenente ad A.S.C., che era stato oggetto di unaprocedura esecutiva a causa dei rilevanti debiti contratti da quest’ultimo con numerosi creditori.

Gli ulteriori elementi raccolti hanno poi consentito ricostruire la vicenda. Dopo l’invio delle missive eavvalendosi di più intermediari, A.S.C. avrebbe effettuato costanti pressioni nei confronti della vittima,sia mediante comunicazioni telefoniche che attraverso l’invio di veri e propri emissari con ilcompito di intimorire l’interessato – con minacce più o meno velate – al fine di coartarne la volontà.

In alcuni casi, infatti, è emerso che gli interlocutori avrebbero effettuato “inviti” diretti e decisiad accettare le proposte di riacquisto sottocosto del terreno di A.S.C., sottolineando l’opportunitàdi aderire a tali offerte per non incorrere in guai seri e per non mettersi contro persone “nonraccomandabili”, mentre in altri sarebbero stati imposti autentici “divieti” di porre in essere azioni chepotessero pregiudicare gli interessi economici di A.S.C..

Questo modus operandi, scrive l'Arma dei Carabinieri, aveva quasi sortito completamente il loro effetto, considerato la vittima ha desistito dal partecipare all’acquisto di ulteriori lotti diterreno banditi all’asta. Alla fine, l'intervento dei Carabinieri ha messo fine al presunto disegno criminoso. Ora spetterà all'Autorità giudiziaria dipanare la matassa e attribuire le eventuali responsabilità.