Attentato allo Stalingrado, incendiata la veranda del bar

Una media da fiction televisiva. Una serie di attentati che scandisce il ritmo dei giorni in una città che si riscopre sempre più criminale. Il fragore delle bombe e il calore delle fiamme sono una costante inquietante e oramai inarrestabile. A sei mesi dal devastante attentato che ha distrutto il bar Korova Milk, via Roma fa nuovamente da scenario alle intimidazioni. Questa notte, intorno alle ore 4.30, è stata data alle fiamme la veranda del bar Stalingrado, tra i più frequentati della città. Il rogo, che ha distrutto i tavolini, le sedie e un gazebo in tela, è stato prontamente soffocato grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco di Olbia che sono riusciti a limitare i danni. Sul posto è intervenuta la Polizia del Commissariato di Olbia che sta svolgendo le indagini. La natura dell’incendio, appiccato probabilmente con del liquido infiammabile, è chiaramente dolosa.

Quella di questa notte è l’ultima tessera che compone il mosaico dell’emergenza criminalità. Le istituzioni locali reclamano a gran voce un’intensificazione dei controlli e un incremento degli organici di sicurezza. Un grido d’allarme che sembra non trovare ancora nessuna risposta. La visita del Ministro dell’Interno Roberto Maroni, durante lo scorso inverno, non sembra aver portato alcuno sviluppo. La Polizia di Olbia dispone di un dispositivo assolutamente inadeguato all’estensione del territorio e al numero spropositato di atti criminosi. Sono infatti 70 gli agenti, molti dei quali impiegati in mansioni burocratiche e amministrative, che prestano il proprio servizio in una città che d’estate raggiunge i 200mila abitanti. Il recente invio di nuovi agenti, come dichiarato in passato dai sindacati di Polizia, è inutile: non vengono impiegati durante le ore notturne, una fascia oraria in cui si concentrano i maggiori atti criminosi.