Thursday, 25 April 2024
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Pubblicato il 08 April 2021 alle 17:51
Olbia. Un altro grido d'allarme, un'altra interrogazione sulla situazione sanitaria della Assl Olbia: un'azienda sanitaria che, nonostante una popolazione sempre in crescita, è sempre caratterizzata da una coperta un po' troppo corta. A preoccupare, ora, sono gli anestesisti e gettare un fascio di luce su questa situazione è il consigliere regionale Pd Giuseppe Meloni insieme al collega Daniele Secondo Cocco. "Le strutture sanitarie, concentrate sul fronte della pandemia, hanno rallentato o addirittura sospeso le attività sanitarie ordinarie creando non pochi disagi a tutti i cittadini che hanno necessità di ricorrere a visite e cure per patologie diverse dal COVID 19 - scrivono i due consiglieri regionali -. In particolare la situazione degli ospedali della Gallura, ricompresi nella ASSL di Olbia, da sempre critica soprattutto per mancanza di personale medico e paramendico e attrezzature adeguate alle necessità del territorio, ha subito negli ultimi mesi un repentino peggioramento e le istituzioni preposte non hanno dato le risposte attese". "Da ultimo, a fronte della necessità prevista nei tre presidi ospedalieri (Olbia, Tempio e La Maddalena) di 27 anestesisti-rianimatori, solo 13 risultano operativi; la situazione già molto critica si è ulteriormente aggravata negli ultimi giorni, al punto che, è notizia di stampa di oggi (ieri per chi legge, ndr), l'attività operatoria del reparto di Otorinolaringoiatra dell'Ospedale Paolo Dettori di Tempio (unico in Gallura) si è bruscamente interrotta, rispetto agli interventi programmati, proprio a causa della gravissima carenza di anestesisti", si legge nell'interrogazione. Secondo Meloni e Cocco, una situazione particolarmente gravosa sarebbe vissuta dall'Ospedale civile olbiese: "Nell'Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, dove risulterebbero necessari 17 anestesisti-rianimatori di cui 8 in anestesia e 9 in rianimazione, a tutt'oggi sono operativi solo 9 in tutto, oltre al Primario condiviso con il presidio ospedaliero di Tempio; non sono stati infatti sostituiti i medici collocati in quiescenza, ben quattro, e quelli trasferiti, ulteriori 2 ed è pertanto evidente che, a causa dell'esiguità delle forze in campo, la situazione non risulta gestibile soprattutto relativamente alle sostituzioni in occasione di malattia o maternità; questa situazione ha comportato che, presso il suddetto Ospedale di Olbia, l'attività chirurgica del blocco operatorio è in procinto di essere radicalmente ridotta: la presenza di un solo anestesista per turno determina che potranno essere effettuati unicamente interventi chirurgici urgenti indifferibili, e differibili di 24/48 ore unicamente nel caso in cui siano presenti almeno due anestesisti in turno". "Gli anestesisti-rianimatori presenti sono ormai stremati dagli impossibili turni di lavoro cui sono sottoposti e solo il loro spirito di servizio sta consentendo a tutt'oggi di mandare avanti i reparti sui quali peraltro grava un consistente bacino di utenza", sottolineano.
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