Friday, 19 April 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Arzachena e le isole proibite: dialogo con Lorenzo Camillo sul divieto di attracco a Mortorio

Arzachena e le isole proibite: dialogo con Lorenzo Camillo sul divieto di attracco a Mortorio
Arzachena e le isole proibite: dialogo con Lorenzo Camillo sul divieto di attracco a Mortorio
Laura Scarpellini

Pubblicato il 22 January 2019 alle 15:33

condividi articolo:

Arzachena, 22 gennaio 2019 -Anche se la stagione turistica è ancora ben lontana dall'affacciarsi, è molto sentita nel territorio un tema che da tempo disturba i sonni tranquilli di tutti gli appassionati di nautica che hanno la fortuna di vivere o soggiornare in Costa Smeralda.

Uno degli angoli paradisiaci della Sardegna, a quanto pare, da tempo si sentirebbe discriminato dalla regolamentazione in ambito ambientale del Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena. Di certo c'è che il turismo nautico internazionale, che da decenni si manifesta in queste splendide acque durante la stagione estiva, pare "risentire" di queste regole.

Proprio per approfondire questo tema, abbiamo recentemente incontrato un personaggio noto alle amministrazioni di Olbia e di Arzachena proprio per la sua attenzione a questa problematica. Un'attenzione che l'ha portato ad avviare un dibattito senza fine che sta navigando, è proprio il caso di dire, in acque prive di vita. Stiamo parlando di Lorenzo Camillo che, tolti gli abiti di agente immobiliare di Porto Cervo, è un vero cultore della nautica. Appassionato di vela, con la sua imbarcazione ormai da decenni solca le onde. Viaggio di passione e di vita che lo ha portato a toccare le rotte più affascinanti e visitare i luoghi più belli non solo del Mediterraneo, ma anche di oceani lontani.

Essendo residente in questo angolo di paradiso, si è sentito in dovere di sposare questa causa il cui fulcro sarebbe, a detta di molti, un lento declino sul piano turistico e commerciale di tutto il territorio smeraldino che sarebbe dunque danneggiato dal divieto assoluto di attracco sulle isole e isolotti davanti a Porto Cervo e zone limitrofe a vantaggio di "porti più idonei" nel territorio de La Maddalena.

"Il comparto territoriale di Porto Cervo, con il suoi ben 3800 associati residenti, vede tristemente penalizzata l'attività nautica sia da parte dei residenti, e sia, con conseguente maggior danno non solo economico ma anche di immagine nel mondo, danneggiata dalle normative vigenti in merito di permessi e limitazioni alla navigazione all'interno del Parco de la Maddalena. Con questo intendo sottolineare che nel corso degli ultimi anni ho veduto man mano decrescere l'afflusso dei turisti, specialmente di quelli più facoltosi che non sono invogliati a passare le vacanze in posti dove divieti ingiustificati non gli consentono di trascorrere le tanto ambite vacanze in Costa Smeralda nella maniera più serena. Episodi in cui la Guardia costiera intima di non gettare l'ancora in zone interdette, va a discapito di tutta l'economia che gravita solo intorno ad un flusso turistico d'élite in quei limitati periodi dell'anno. Ciò di certo non vuole assolutamente prevaricare o non tenere conto alcuno di una coscienza naturalistica, anzi, una diversa regolamentazione dei flussi delle imbarcazioni, soprattutto quelle di grandi entità, apporterebbe solo benefici e non danni ambientali come invece ora purtroppo sta avvenendo. Alto traffico di imbarcazioni in transito e grande affluenza sulle meravigliose spiagge dove da tempo viene invocato il numero chiuso a tutela dell'ambiente marino".

Lorenzo Camillo è un fiume in piena e cita tutte le sue traversie per mantenere costante negli anni l'attenzione sulla questione parco da parte delle amministrazioni locali che si sono avvicendate sul territorio. Lettere indirizzate ai Ministri Matteoli 2001 e Clini 2012, ambedue rimaste senza risposta e il problema in oggetto tuttora irrisolto.

"Preciso che le isole del Parco di La Maddalena sono divise in due gruppi distinti, come evidenziato nella mappa fornita dal Parco: quelle isole che gravitano attorno al territorio Comunale di La Maddalena dove ha sede il Parco e quelle lontane al Parco, adiacenti alla costa del Comune di Arzachena e di Olbia. Osservando la planimetria del Parco, con le zone in rosso quasi tutte ubicate sul versante Costa Smeralda, si nota la evidente discriminazione contro il Comune di Arzachena e di Olbia, danneggiando particolarmente la Costa Smeralda, con la sua importante industria turistica di rilevanza nazionale e internazionale. Come avevo già segnalato a codesto Ministero nel 2001, la stesura originale del Parco penalizzava esageratamente le isole nel Comune di Arzachena con ben 89% dei divieti totali di avvicinamento ed ancoraggio a queste isole. In seguito il Parco ha successivamente dato interpretazione restrittiva al regolamento, imponendo il divieto totale su tutte le isole che si affacciano alla Costa Smeralda nel Comune di Arzachena, portando la percentuale a sfiorare il 100% dei totali divieti relegati interamente alle acque della Costa Smeralda", continua Lorenzo Camillo.

"Lo scopo dei dirigenti del Parco era probabilmente di obbligare tutte le imbarcazioni a frequentare soltanto le isole attorno a La Maddalena, e si presume più per motivi politici che ecologici, travalicando i principi per cui si istituiscono i Parchi Marini. Visto il particolare pregio delle isole principali dell’Arcipelago, Spargi-Budelli-Santa Maria, sarebbe stato opportuno imporre molti più divieti in quella zona per garantirne la conservazione, invece di incoraggiarne l’affollamento. Noi riteniamo che il far confluire tutti i natanti, le imbarcazione e “navi” mega-yacht a La Maddalena, sia stato fatto per avvantaggiare economicamente solo quel Comune e favorire le locali aziende di trasporto passeggeri sui barconi per le visite giornaliere. Oltre al danno economico al Comune di Arzachena, segnaliamo un grave danno all’ambiente, causato da questo irragionevole ed esagerato regolamento che obbliga tutte le migliaia di barche stanziali nei marina della Costa Smeralda a navigare tutti i giorni fino a La Maddalena", spiega Lorenzo Camillo.

Infatti, ogni mattina d’estate vediamo numerosi grandi yacht che si avviano ad alta velocità con i loro potentissimi motori verso il gruppo di isole Budelli-Spargi-Santa Maria di La Maddalena dove è ovviamente consentito l’ancoraggio. Questo con grande consumo di carburante, con inquinamento dell’acqua e dell’aria, nonché con grande inquinamento acustico.

L’altra gran parte di questi yacht che escono dalle marine si accalca a ridosso delle poche vicine spiagge della terraferma (Pevero e Cala di Volpe) già superaffollate, dove gettono l’ancora per far fare il bagno in mare, invece di allontanarsi e sparpagliarsi nelle vicine isole di Mortorio, Soffi ecc.

Ben consapevoli dell’importanza di conservare l’ambiente, i diportisti hanno scelto la Costa Smeralda per le loro vacanze estive proprio dove l’ambiente è maggiormente protetto. Lorenzo Camillo, però, va in fondo e ci invita a riflettere.

Partiamo dalle distanze: Porto Cervo - Budelli 14 Miglia Porto Rotondo - Budelli 22 Miglia Porto Rotondo - Mortorio 3,5 Miglia Porto Cervo - Bisce 1,8 Miglia Porto Cervo - Caprera 5 Miglia

"Vediamo le conseguenze:Considerando lo yacht a motore medio di 20 metri di lunghezza, che consuma anche 400 litri l’ora di carburante e impiega un'ora per raggiungere Budelli da Porto Rotondo viaggiando a 22 nodi, consuma quindi un totale di 800 litri ogni giorno per andare a fare il bagno a Budelli. E sono centinaia di questi bolidi obbligati a fare tante miglia, quando invece avrebbero il gruppo di isole di Mortorio lì di fronte a soli 3 miglia", dice Camillo.

"Tutti gli operatori turistici della zona sono giustamente preoccupati che questi divieti assoluti non influiscano negativamente sull’economia locale, allontanando il turismo nautico di pregio verso altri lidi all'estero, a causa delle fastidiose multe ed imbarazzanti allontanamenti da parte dei Tutori dell’Ordine. I grandi yacht non hanno difficoltà a viaggiare in lungo e in largo per il Mediterraneo, dove possono trovare altre situazioni altrettanto attraenti e tranquille dove fermarsi, con vincoli molto più ragionevoli", conclude.

La lunga conversazione con Lorenzo Camillo è interessante, affascinante e porta a conoscenza di quanto si possa celare dietro le normative che devono essere sempre valutate su più fronti, formulate e discusse e magari nel corso del tempo riconsiderate per venire incontro alle esigenze dell'ambiente e del territorio. Le amministrazioni locali, in Lorenzo Camillo, hanno un po' trovato un moderno Don Chisciotte che con la sua barca attende insieme a tutti gli amanti del mare una risposta in merito.