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Olòdromu, la rotta da seguire

Olòdromu, la rotta da seguire
Olòdromu, la rotta da seguire
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 15 April 2018 alle 15:58

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Con Olòdromu, o Bolòdromu, si indicava nel catasto ottocentesco la penisoletta oggi conosciuta come “Punta Saline”. Interessante conferma viene anche dalla carta del 1739 che rappresenta il golfo di Terranova e compilata dall’ing. Craveri, sulla quale abbiamo già avuto modo di soffermarci in un nostro articolo per OLBIAchefu: in tale carta la penisola appare segnata come punta di “Volotroma”, mentre Olòdromu è mantenuto attraverso tenaci tradizioni orali pervenute fino ai giorni nostri.

[caption id="attachment_97058" align="aligncenter" width="960"] Simplicio Usai in una foto di Maurizio Casula scattata durante l'evento "ApriAmo l'Isola Gabbia" dell'ottobre scorso[/caption]

Olòdromu, toponimo formato dall’accostamento di due termini di chiara matrice greco-bizantina, sta ad indicare più probabilmente “rotta intera” o “completa” e la dice lunga sull’importanza che la penisola doveva avere in entrata e in uscita dal golfo interno di Olbia. “Olòdromu. La rotta da seguire”, è anche il titolo che Simplicio Usai - impiegato (non a caso) nell’Ufficio Toponomastica del comune di Olbia - ha voluto scegliere per il suo libro edito con un’accattivante grafica ed un agile formato dall’instancabile Editrice Taphros di Dario Maiore. Con un paziente e laborioso censimento, che ha attinto alle fonti cartografiche e storiche come alle preziosissime testimonianze orali di anziani e pescatori altrimenti disperse, Simplicio Usai ha raccolto i toponimi storici della fascia costiera del territorio comunale.

Un lavoro enorme ed indispensabile per i cittadini, gli appassionati, gli studiosi e gli amministratori della cosa pubblica, avviato nel 2014 per l’ufficio comunale in cui lavora, e che aveva lo scopo di realizzare le mappe costiere poi pubblicate in tre tavole riprodotte manualmente sul volume. Ognuno degli oltre trecentocinquanta toponimi è analizzato dall’Autore nel suo significato e traduzione (la maggior parte sono in logudorese o gallurese, ma ve ne sono anche in maddalenino e ponzese), ed un ricco corredo fotografico ne rende la lettura ancor più piacevole ed utile.

Si tratta di un’opera oltremodo meritoria, per la tenacia dimostrata nella fase di acquisizione e la meticolosità instancabile in ogni fase della ricerca, degne dei migliori studiosi.

[caption id="attachment_97060" align="aligncenter" width="960"] Il pubblico prende posto nella sala del Museo Archeologico in attesa della presentazione del volume di Simplicio Usai[/caption]

L’amore di Simplicio Usai per la sua città ed il suo territorio è noto ed è grandissimo. E ieri sabato 14 aprile, per la presentazione del suo volume “Olòdromu” la sua città lo ha ricambiato stipando la sala convegni del Museo Archeologico, dove molti sfortunati sono stati costretti ad assistere in piedi all’evento organizzato da Insula Felix e da Taphros. Dopo il saluto dell’Assessore alla Cultura Sabrina Serra e l’introduzione di Dario Maiore, nel convegno che ne è seguito si sono succeduti con le loro relazioni gli archeologi Rubens D’Oriano, Francesco Carrera, lo scrivente e Paola Mancini.Una serata di festa e cultura per il pubblico, gradevolissima anche per chi come me e come noi è stato dall’altra parte del tavolo ed ha voluto onorare al meglio questo nuovo ed importante contributo donato alla sua Olbia da Simplicio Usai.

©Marco Agostino Amucano

15 aprile 2018