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Una fortificazione bizantina a Punta Lu Casteddacciu

Una fortificazione bizantina a Punta Lu Casteddacciu
Una fortificazione bizantina a Punta Lu Casteddacciu
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 25 March 2018 alle 09:40

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Chissà quante volte noi olbiesi avremo notato, anche solo distrattamente, questa suggestiva collina dal singolare profilo triangolare ritratta nella foto di copertina, e che domina il nostro golfo da est. Si tratta di Punta Lu Casteddacciu (m 828) che costituisce la vetta più alta di un impervio complesso collinare (l’altra cima è Punta Coltellaccio), separato a sud dal massiccio di Monte Nieddu e da una vallicola inquadrabile nella cartografia ufficiale con le due località La Padula e Li Sasimii. Dal brullo picco si controlla in modo spettacolare il golfo olbiese e la città da nord, incombendo direttamente sulla valle del Lerno e sul paese di Padru, nei cui pressi è la necropoli bizantina di Sa Conca de Sa Idda-Santu Miali, che sarà argomento di un nostro prossimo articolo. Il controllo visivo include altresì la fascia costiera da Capo Figari a Capo Comino, con particolare dominio del golfo di Olbia e delle isole di Tavolara e Molara, come anche dell’entroterra fino all’altipiano di Alà dei Sardi, raggiungibile dal mare proprio attraverso il canale di Padru.

[caption id="attachment_95862" align="aligncenter" width="2272"] Veduta del golfo di Olbia dalla vetta di Punta Lu Casteddacciu (da diapositiva M. A. Amucano 2002)[/caption]

L’unico passaggio di accesso relativamente agevole per raggiungere il punto più alto del colle è sul versante orientale: proprio qui, al termine del sentiero di risalita che parte dalla stazione della Forestale, si incontra un ingresso naturale parzialmente sbarrato dalla struttura muraria appellata Lu Casteddacciu, che conferisce il nome al rilievo granitico.

Appena sotto la cima, in direzione est, quindi guardando in direzione di San Teodoro, sotto la cui giurisdizione territoriale ricade, si osserva una singolare struttura muraria (coordinate GPS: N 40 45.397 E 9 34.931, quota m 820, quindi appena otto metri in meno rispetto alla vetta) che ci fu dato di visitare per la prima volta nel novembre 2002, la quale ha evidentemente conferito al rilievo il particolare oronimo.

[caption id="attachment_95863" align="aligncenter" width="2272"] Punta Lu Casteddacciu (San Teodoro) Lo sbarramento di vetta in opera a secco in una nostra diapositiva del novembre 2002[/caption]

La struttura, che si conserva complessivamente in buono stato ed è leggibile sia in pianta che in alzato, consiste in un semplice muraglione rettilineo lungo una decina di metri ed orientato in direzione Nord-Sud. Il rustico alzato si pone a sbarramento dell’unico varco naturale alla vetta dal versante orientalee, ed ha un ingresso largo m 1,80, i cui stipiti sono anch’essi poggianti direttamente sulla roccia madre. L’altezza residua non supera m 1,60, mentre lo spessore murario di m 1,70 consegue alla scelta di una rozza tecnica a secco realizzata con blocchi erratici irregolari, di medie e piccole dimensioni, solo in minima parte sbozzati. L’apparecchiatura muraria eseguita apparentemente con modalità alquanto spicciative è a nostro avviso piuttosto ben distinguibile dalla generale qualità tecnico-costruttiva eneolitica o -meglio ancora- nuragica, né può confondersi con una recinzione per capre (come qualcuno vorrebbe ridicolmente sostenere), che parrebbe oltretutto insensato realizzare nel quasi inaccessibile “nido d’aquila” sferzato da ogni vento che è Punta Lu Casteddacciu.

[caption id="attachment_95865" align="aligncenter" width="2272"] Punta Lu Casteddacciu (San Teodoro). Il varco naturale di accesso alla vetta con la porta artificiale in muratura, vista dall'alto ( M. A. Amucano, novembre 2002, da diapositiva)[/caption]

I pochissimi ed estremamente frammentari resti di ceramica grezza inadorna da noi reperiti superficialmente nel piccolo slargo tra lo sbarramento murario e la vetta, non offrono punto indicazioni cronologiche; tuttavia l’esperienza di confronto con altre situazioni consimili nel vasto areale studiato per la nostra tesi di dottorato ci insegna che tale presupposto “in negativo” può essere un indizio per datare preliminarmente molti siti altomedievali, pur se usato con estrema prudenza e rapportato immancabilmente alla complessiva valutazione dei generali dati storici, topografici e materiali. Pertanto per la collocazione di particolare inaccessibilità ed eccezionale controllo visivo, come dell’insieme e per le caratteristiche costruttive, abbiamo voluto proporre preliminarmente una datazione a partire dalla fine del VII secolo, non escludendone nemmeno una dipendenza strategica dal castello di Molara che riteniamo databile alla metà del secolo IX.

[caption id="attachment_95884" align="aligncenter" width="960"] Le isole di Tavolara e Molara viste dal sito di Punta Lu Casteddacciu in una recente foto di Maurizio Casula[/caption]

L’obiettivo era pertanto quello di fortificare, rendendolo inaccessibile, una vedetta naturale di straordinaria funzionalità strategica, a controllo dell'ampio tratto di litorale da Capo Comino a Capo Figari, e ciò per avvisare le popolazioni della vasta area circostante da eventuali attacchi costieri arabi i quali, com’è noto, interessano la nostra isola ad ondate successive a partire dai primi anni del VII secolo, proseguendo, seppure alternati a periodi di relativa tranquillità, per tutto l’alto medioevo ed oltre.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

M. A. AMUCANO, Le fortificazioni bizantine nell’area nord-orientale della Sardegna. Osservazioni preliminari, in Archeologia castellana nell’Italia centro-meridionale. Bilanci e aggiornamenti. Atti del convegno di studi. (Roma, CNR, 27-28 novembre 2008)= Quaderni di Archeologia medievale, IX, 2010, pp. 266-291.

M. A. AMUCANO, Topografia della Sardegna bizantina. Le regioni storiche della Gallura, Baronia, Monte Acuto, Goceano (parte), Barbagia di Nuoro (parte). Tesi di dottorato in Archeologia medioevale: strutture della società, insediamenti ed organizzazione del territorio, attività produttive. XXIII ciclo, Tutore: Prof. Stella Patitucci. Università degli studi de L'Aquila, anno 2012, tomo I, scheda n 8, San Teodoro (OT) Punta Lu Casteddacciu. Fortificazione

©Marco Agostino Amucano

25 marzo 2018