Olbia - Alle prime luci di ieri mattina di fronte ai Liceo classico e scientifico di Olbia
si sono riuniti decine e decine di studenti, pronti a scendere in campo nelle zone più a rischio della città. A piccoli gruppi di 8-10 persone,
i giovani si sono diretti in soccorso delle famiglie impegnate a ripulire le proprie abitazioni. «
Commenti non c'è ne sono stati tanti, dal volto ti accorgevi del loro malessere. Gli sguardi pieni d'angoscia e disperazione» raccontano i
ragazzi. Tanta la stanchezza, ancor di più il dispiacere di quei giovani ragazzi, abituati a vedere scene simili al Tg, e ora in aiuto della famiglia di turno; «Molti non ci hanno voluto, pensando allo sciacallaggio - raccontano, interpellati a fine giornata - altri ci hanno subito accolto». Adolescenti con scope e secchi in mano, al fianco della protezione civile e dell'esercito, come un montante che ha fatto crollare al tappeto chi non crede alla gioventù di oggi "troppo viziata e pigra", ragazzi e ragazze entrati nelle case stando attenti a non sporcarsi di melma, ricoperti di fango da testa a piedi a fine giornata. E pare che domani siano pronti a rifarlo.
Poi c'è chi non ha potuto scendere in strada e dare aiuto, perchè ha visto la propria casa venire distrutta, perchè ancora non ci crede, perchè è da due giorni che toglie fango dalla camera e dalla cucina, dimenticandosi di tutto. «Solo alla casa, penso solo alla casa, non riesco a crederci, non m'importa della ragazza o della scuola, ora penso solo ad aggiustare tutto - dice
Paolo, nascondendosi sotto un sorriso tanto forzato quanto triste - L'allerta era stata lanciata anche altre volte ma mai è successa una cosa del genere, l'acqua continuava ad entrare veloce da ogni parte... non riesco a descrivere come mi sento».
Valentina invece abita in via Caboto, zona Isticcadeddu, dove l'alluvione ha colpito maggiormente. «Quella sera abbiamo provato a chiamare i soccorsi, le poche volte che squillava non rispondeva nessuno - racconta la giovane con un pizzico di polemica - la mia casa è proprio davanti un canale, ci ha scardinato tutta la vetrata e gli infissi della cantina».
Valentina, così come Paolo, si sta occupando di ripulire la propria casa con amici e familiari, aspettando l'intervento della Protezione Civile. Una storia nella storia, quella delle giovani vittime di questa alluvione, ragazzi che da un giorno all'altro dormono a casa di parenti o son costretti ad usufruire degli aiuti offerti dal comune così come dalle parrocchie, come Sacra Famiglia e Sant'Antonio, dove hanno allestito veri e propri punti ristoro; c'è chi si vergogna, quando invece la vergogna dovrebbe essere buttata nel cestino.
Paolo Ardovino