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Cronaca

Alberghiero. Mattia Carbini: lotteremo per le cose importanti

Alberghiero. Mattia Carbini: lotteremo per le cose importanti
Alberghiero. Mattia Carbini: lotteremo per le cose importanti
Angela Galiberti

Pubblicato il 27 September 2015 alle 12:49

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Caso Alberghiero di Arzachena contro i piercing. Parla Antonello Carbini, il papà del ragazzo allontanato da scuola per un piercing al naso. "I regolamenti vanno rispettati - dice il padre - a patto che valgano per tutti e che non si facciano discriminazioni".

Posted by Olbia.it - Il Giornale di Olbia on Sabato 26 settembre 2015

Olbia, 27 Settembre 2015 - Antonello Carbini, il papà di Mattia Carbini - il ragazzino olbiese cacciato da scuola per un piercing con tanto di Carabinieri al seguito - non avrebbe mai immaginato di scatenare tutto questo putiferio. Lo incontriamo nel suo ufficio, ad Olbia, per parlare di ciò che è successo all'Alberghiero di Arzachena venerdì scorso. Papà Carbini è provato, un po' scosso e anche infastidito dalla marea di commenti che gli articoli sul caso "piercing" hanno scatenato. Commenti spesso pieni di insulti e critiche che nulla hanno a che vedere con quanto è successo. "Hanno dato le maiale a mio figlio", dice guardando una foto di Mattia che lo ritrae nella sua divisa da lavoro e con la faccia pulita, libera da ogni piercing.

"E' giusto rispettare le regole, non sono contrario al rispetto del regolamento - dice papà Carbini -. Mi sta bene che venga applicato a tutti, in modo indistinto. Non che che sia a discrezione di qualcuno o che si facciano differenze tra ragazzi e ragazze. Un orecchino è sempre un orecchino".

La vicenda che coinvolge Mattia Carbini è piena di sfumature e non si può ridurre ad una semplice regola non rispettata. "L'Articolo 18 del regolamento è stato approvato nel 2014, dal vecchio consiglio di istituto dello scorso anno e non è mai stato applicato - dice Antonello Carbini -. La preside ha detto che la scorsa settimana è passata in ogni classe per avvertire che da venerdì sarebbe stato applicato il regolamento. Mio figlio, giovedì, è arrivato tardi perché ha perso il bus. La dirigente l'ha trovato in corridoio, ha notato il piercing e l'ha mandato a casa. Venerdì mattina è successa la stessa cosa. Voglio sottolineare che si sta parlando dell'ingresso nelle classi, non nei laboratori".

Mattia è un 18enne come ce ne sono tanti. Mai dato un problema a casa o a scuola, l'unico vezzo è quel piccolo anellino al naso. Quando quella mattina gli è stato detto di non entrare a scuola, Mattia si deve essere sentito preso di mira e, da diciottenne, ha reagito entrando nell'istituto, provocando così la reazione della preside che l'avrebbe tirato indietro. "Abbiamo avuto con la preside un colloquio molto cordiale - ha detto Antonello Carbini -. Lei mi ha anche spiegato cosa è successo, ma questo non ha nulla a che vedere con il regolamento scolastico o con il piercing. Ho notato che molti professori hanno l'orecchino e quando ho chiesto se per loro il regolamento vale mi è stato detto di no. Ho anche visto fuori dalla scuola delle ragazze che non sono state fatte entrare. Una aveva degli orecchini a pendaglio. Altri invece sono entrati pur avendo orecchini, altri che li avevano tolti li hanno rimessi una volta entrati in classe".

Ciò che contesta papà Carbini è la discrezionalità e la non chiarezza del regolamento poiché non è codificato. L'Alberghiero non ha una divisa scolastica e l'articolo 18 dice solo che non devono essere portati in classe e nei laboratori orecchini, piercing e pettinature particolari. La codificazione di questo dress code, però, non c'è da nessuna parte. Chi è che decide se è ammesso l'orecchino con la perlina piuttosto che la fragetta blu? "Non sono contro i regolamenti, ma devono essere chiari e validi per tutti - continua Antonello Carbini -. Mio figlio non è un delinquente e non è un cattivo ragazzo solo perché porta un piercing. Si è sentito preso di mira. I carabinieri mi hanno raccontato che, quando lo hanno portato via dalla classe, era molto scosso e tremava tutto. Che reazione avrebbe dovuto avere? E' un ragazzo di 18 anni".

Nei tanti commenti scritti su questa vicenda, molte persone hanno espresso giudizi al vetriolo nei confronti di questo ragazzino. Giudizi pesantissimi che, senza ombra di dubbio, indicano la presenza di un pregiudizio sui piercing e sui tatuaggi. "Mattia ha fatto uno stage all'Hilton, ha lavorato in un ristorante di Canniggione. Sa bene come ci si comporta quando si lavora e sa che, in sala, non si portano nè orecchini nè piercing - racconta papà Carbini con emozione -. Questo ragazzino è andato da solo a Berlino e ha lavorato per tre mesi in un ristorante, gestendo da solo il bar dalle 16 all'una di notte. Non ha praticamente speso un centesimo in Germania e ha portato tutto ciò che ha guadagnato qua a casa. Non mi mai dato un problema".

Mattia in questi due giorni è stato mandato a Sassari, dalla fidanzatina: un modo come un altro per tenerlo lontano dal caos scatenato dalla querela che è stata fatta dalla famiglia Carbini e che ha in definitiva scatenato il putiferio mediatico.

"Vediamo come si evolve la cosa - dice Mattia Carbini al telefono -. Lunedì andrò a scuola. Con i miei compagni stiamo organizzando qualcosa per far cambiare le cose. C'è tanto che non va nella nostra scuola. Ci sono classi che non hanno le lavagne. Avremmo dovuto avere 27 classi, invece ci sono state tante iscrizioni e le classi sono diventate 31. C'è una quinta che non ha una sua aula e gira per tutto l'istituto occupando le stanze che, in quel momento, sono vuote. Questa cosa del piercing e degli orecchini sembra fatta per disturbare o per distrarre. Siamo in 600 a scuola e buona parte di noi ha piercing e orecchini. Siamo nel 2015, è una cosa normale e non ti aspetti che ci siano ancora pregiudizi su queste cose. Ci si aspetta una metalità più aperta".

Mattia Carbini attende l'evoluzione delle cose ed è pronto a rispettare il regolamento, ma è anche pronto a darsi da fare per le cose importanti come, ad esempio, frequentare una scuola sicura e con gli spazi idonei.