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Cronaca

Venafiorita: un pezzo di storia da valorizzare

Venafiorita: un pezzo di storia da valorizzare
Venafiorita: un pezzo di storia da valorizzare
Antonio Pani

Pubblicato il 17 January 2016 alle 10:30

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Olbia, 17 gennaio 2016 - Tra i pezzi di storia che hanno fatto grande la città di Olbia troviamo l'aeroporto di Venafiorita. Inaugurato del 1927, dapprima usato come aeroporto militare, solo in un secondo momento diventò un vero e proprio scalo per voli civili. Il piccolo aeroporto, situato a pochi chilometri di distanza dal suo successore "Costa Smeralda", era l'unica porta d'ingresso per tutti coloro i quali volevano raggiungere la Gallura per via aerea. I primi voli civili iniziarono subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il primo vettore che fece scalo al Venafiorita fu Alitalia, ma a causa del basso numero di passeggeri abbandonò la tratta. Nel 1964 il giovane e lungimirante Principe Karim Aga Khan fece di questo aeroporto, sito fra gli stazzi della gallura, la base della compagnia aerea Alisarda; gli aerei, dapprima iniziarono utilizzando una corta striscia d'asfalto, allungata in un secondo momento con qualche centinaio di metri di terra battuta. La strada provinciale, che passava proprio accanto alla pista, era dotata di semafori per fermare le auto nel momento del decollo e dell'atterraggio degli aeromobili. Tra la pista e la strada vi era solo un muretto, più volte colpito dai loro carrelli. Il Check-in non era come noi lo vediamo ora, con metal detector e nastri trasportatori per le valigie, ma era ospitato in una piccola casupola e delle volte la gente, in estate, per ripararsi dal sole caldo, si metteva seduta su qualche sedia all'ombra degli alberi. Con l'aumento del flusso dei passeggeri e con l'arrivo degli aerei più grandi, l'aeroporto diventò obsoleto e nel 1974 tutti i voli vennero dirottati al più grande e moderno "Costa Smeralda". Fu la fine dell'antiquato aeroporto. Lasciato al suo destino, esposto agli eventi atmosferici e al vandalismo, oggi rimane ben poco del Venafiorita: di fianco alla lunga striscia d'asfalto, dove un tempo sfrecciavano gli aerei e costeggiata ora da erbacce e rovi, vi sono gli scheletri degli edifici di servizio tristemente abbandonati ed il grande Hangar metallico, usato ormai come stalla, ovile e fienile. Certo, vederlo così, in queste condizioni, mette un po di tristezza; una vera e propria cattedrale nel deserto che potrebbe essere ristrutturata e riutilizzata, ad esempio come pista per gli appasionati di auto e moto, numerosissimi nella zona, creando un vero e proprio tempio dell'alta velocità o, perchè no, la sede di un vero e proprio museo dove esporre la storia del glorioso storico aeroporto Venafiorita.