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Cronaca

A chi danno fastidio i manifesti della Pasqua vegan?

A chi danno fastidio i manifesti della Pasqua vegan?
A chi danno fastidio i manifesti della Pasqua vegan?
Angela Galiberti

Pubblicato il 04 April 2015 alle 10:53

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Olbia, 04 Aprile 2015 - L'Associazione olbiese VegOlbia, da diverso tempo, opera sul territorio per diffondere i valori del veganesimo: etica, salute e solidarietà in un solo colpo. L'ultima iniziativa è stata quella di ieri sera, alla bar caffetteria Da Mami, dove si è svolto un partecipato (e succulento) aperitivo vegano in occasione della Pasqua. Un aperitivo solidale, visto che i soldi raccolti serviranno a curare Gilberto: un gattino molto sfortunato in cerca di una famiglia. Non tutti però sembrano apprezzare le iniziative pacifiche di questa associazione. In particolare, qualcuno non ha gradito i manifesti che, da un paio di anni a questa parte, i ragazzi di VegOlbia fanno circolare nel periodi di Pasqua. "Abbiamo pagato l'affissione all'Aspo dal 23 Marzo al 4 Aprile - ha raccontato Annalisa Zirattu Remi, membro dell'associazione VegOlbia -. Lo facciamo ogni anno e non abbiamo mai avuto problemi. Quest'anno, però, già dal 31 Marzo sono spariti. Qualcuno li ha staccati da via Escrivà, via Nanni, via Roma. Non capiamo il perché. A chi possono dar fastidio?". L'Associazione è sicura al 100% che non è stata l'Aspo a toglierli: e allora, chi può essere stato? Sicuramente cercare di sensibilizzare i sardi sulla mattanza degli agnelli significa giocare nella "tana del lupo". La Sardegna, da tempo, punta molto sul cosiddetto "agnello Igp". Inoltre, la cultura pastorale e il consumo di agnello e capretto sono molto diffusi. Così come sono molto diffuse le aziende che vivono di pecore, agnelli e pecorino. Diciamo che l'agnello in tavola fa parte del dna dei sardi. Il manifesto incriminato va contro questa cultura dominante e invita a non mangiare agnelli a Pasqua, spiegando i motivi per fare questa scelta. Ma come vanno le vendite? Nel 2014, le vendite di agnello sono crollate un po' in tutta Italia. Colpa della crisi, certo, ma anche degli 8 milioni di italiani che hanno scelto di passare alla dieta vegetariana e vegana. E 8milioni di persone, a livello dei consumi, si sentono. I dati del 2015 sembrano, secondo la Coldiretti, più positivi dell'anno precedente. Secondo un'indagine di questa associazione, più di una tavola - precisamente il 51% - su due (case, ristoranti, agriturismo) serve agnello per Pasqua. Guardando, però, i dati da un'altra prospettiva, si può dire che il 49% di queste tavole non serve agnello, ma qualcos'altro (che non è dato sapere). Dunque, cosa è successo ad Olbia? Non avanziamo ipotesi. Forse qualche buontempone ha pensato che i manifesti danneggiassero le vendite di agnello e li ha tolti, pensando di fare un favore alla sua comunità e seguendo un adagio che circola su fb: "salva un pastore, mangia un agnello". Peccato che a soffrirne di più sia, in questo caso, la libertà di manifestare il proprio pensiero. Strappare dei manifesti, per quanto si possa essere contrari all'idea che pubblicizzano, non è certo un lodevole esempio di democrazia applicata.