Olbia -
Povertà, disagio sociale e materiale: di queste cose, oggi, ci parla Antonella Sedda, la maestra olbiese che da qualche tempo collabora con "Il Giornale di Olbia". Un argomento duro e triste che, però, la maestra Sedda affronta con la consueta delicatezza. Olbia città di storia e cultura, mare e spiagge di invidiabile bellezza: questo è ciò che un visitatore riesce a scorgere, ma dietroquesto scenario apparentemente perfetto si deve fare i conti conla
dura realtàche porta alla ribalta una povertà che è molto più diffusa di quanto appare. La disoccupazione, l'anomalia di una
precarietà che non porta più occupazione, nonostante sia la forma di ingresso nettamente prevalente, costringe numerosi concittadini a vivere in condizioni di totale indigenza privati oltre che del lavoro anche di beni primari quali la casa e la disponibilità economica sufficiente ad acquistare beni e servizi essenziali per vivere. In molti casi alla povertà materiale si aggiungela
carenzadei servizi di riferimento per esprimere la condizione di disagio sociale in cui si trovano, che spesso rimane nascosta e inespressa a volte invisibile fino a quando non succede l'irreparabile.La situazione è preoccupante e si fa sentire soprattutto nei
nuclei familiari con minori molto piccoli. Per tirare avanti aumentano le richieste di aiuto alla
Caritas che continua ad assistere con
pacchi alimentari e pasti gratuiti nella mensa cercando di sopperire alle sempre più numerose richieste di aiuto.Tutto ciò spinge alla riflessione di tutti e all'attenzione a chi di competenza perchè attivino differenti interventi e azioni che possano rappresentare un valido strumento di
lotta al disagio di tante famiglie che vivono ad Olbia,che servano anche come punto di riferimento e di sostegno sociale e psicologico in grado di dare una risposta concreta alla loro condizione di disagio e solitudine. Antonella Sedda