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Vertenza Meridiana, presentato il piano Industriale. Intanto, il Corsera fa arrabbiare i cassintegrati

Vertenza Meridiana, presentato il piano Industriale. Intanto, il Corsera fa arrabbiare i cassintegrati
Vertenza Meridiana, presentato il piano Industriale. Intanto, il Corsera fa arrabbiare i cassintegrati
Angela Galiberti

Pubblicato il 29 September 2014 alle 16:33

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Olbia, 29 Settembre 2014 - Questa mattina la Meridiana Fly ha presentato alla Regione Sardegna il suo piano industriale. La vertenza Meridiana, dunque, va a vanti a passi spediti. Domani, alle 10 - a Roma, inizieranno ufficialmente gli incontri istituzionali tra la compagnia aerea e i sindacati. L'obiettivo è cercare di salvare 1634 posti di lavoro. Ma come sempre non manca lo spazio per le polemiche, questa volte dirette non all'azienda e alle sue politiche, bensì contro un giornalista: Gian Antonio Stella. Stella, famoso per i libri contro gli sprechi di tutte le caste, ha scritto un articolo riguardante una piccola storia: quella di due dipendenti Meridiana (sindacalisti) in cassaintegrazione che, richiamati a lavorare mentre erano in America (per la quale avevano ottenuto una green card), hanno fatto causa all'azienda chiedendo un risarcimento di circa 200mila euro per il disagio patito sia per il richiamo al lavoro (considerato punitivo), sia per la visita del medico fiscale dopo la loro messa in malattia per "Sindrome depressiva ansiosa reattiva". Stella, nel suo articolo - che si può leggere qui, racconta che il Giudice del Lavoro, la dottoressa Francesca La Russa, ha dato completamente torto ai due cassintegrati, definendo legitto il richiamo al lavoro e legittime le visite del medico fiscale e aggiungendo che a dolersi dovrebbero essere i lavoratori "il cui rapporto di lavoro non viene ripristinato". Stella conclude il suo articolo chiedendosi se esiste un altro Paese al mondo "dove i dei lavoratori possano pretendere pretendere di restare in cassa integrazione e chiedano i danni per il rientro al lavoro?". A questo punto apriti cielo. A rispondere per le rime ci ha pensato Marco Bardini, presidente dell'Associazione ALI Cassintegrati Meridiana, che con questo comunicato stampa (che riportiamo integralmente) ha commentanto l'articolo di Stella:
Il timing dell'articolo del Corriere della Sera di oggi su Meridiana a firma di Gian Antonio Stella, malcela la sua natura di giornalismo ad orologeria. Il "Pompiere della Sera" (cit. di M.Travaglio) il quale, troppo preso dalla cronaca rosa, non aveva sinora scritto una sola parola in merito alla lunga vertenza della prima azienda sarda e seconda compagnia aerea italiana, ha atteso che il dramma di 1650 Lavoratori arrivasse al suo apice per scagliarsi, anziché contro i responsabili del disastro industriale e della conseguente mattanza sociale, contro i Lavoratori sull'orlo del licenziamento. Stella anziché raccontare le anomalie della crisi di Meridiana, che si acuisce nonostante operi nel mercato italiano del trasporto aereo in costante crescita e sesto nel panorama mondiale, si accanisce su due lavoratori prossimi al licenziamento. Due Lavoratori, entrambi dipendenti di Meridiana i quali, marito e moglie e genitori di tre bambini, si erano recati - come migranti e non come gitanti - negli USA alla disperata ricerca di un futuro, consapevoli che in Italia non ne avrebbero avuto uno. L'articolo di Stella, tentando l'improbabile accostamento di una categoria di lavoratori ad una casta di privilegiati, fornisce uno straordinario assist al management di Meridiana e tace del tutto il fatto che la procedura di mobilità di 1650 Lavoratori origini da un travaso dei voli della storica Compagnia sarda verso altro vettore (Air Italy) appositamente acquistato dopo l'inizio della crisi e a CIGS già avviata. Ma veniamo alle omissioni: - Stella omette anche di raccontare che Meridiana, pur trovandosi in una situazione di potenziale vantaggio derivante dalla ubicazione di ben due sue basi in Sardegna, non ha partecipato alla gara sulla continuità territoriale sarda (53 mln di € annui per cinque anni oltre ai proventi dei biglietti non proprio regalati) permettendo una vittoria a tavolino di Alitalia alla quale ha donato un’incredibile mole di voli e utili e determinando così, deliberatamente, centinaia di ulteriori esuberi. - Stella omette di raccontare che Meridiana, con migliaia di lavoratori in CIGS, paga fior di milioni a compagnie dell'est europeo che effettuano voli che ben potrebbero essere operati con personale proprio e con aerei della propria flotta, lasciati invece deliberatamente "al prato". - Stella omette pure di raccontare del fiume di denaro erogato dalla Regione Sardegna oltre che dalle altre regioni italiane oggetto di procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per alterazione del mercato e concorrenza sleale. Fiume di denaro pubblico devoluto esclusivamente alle compagnie straniere low cost, che ha contribuito a causare il fallimento di quasi tutti i vettori nazionali, di cui Meridiana è ormai praticamente l'unico superstite. Sarà un caso che sia stato proprio il Corriere della Sera, Stella e un'edizione domenicale (la più letta) a trattare nel pieno della vertenza che vede la cacciata di 1650 lavoratori da un lavoro che, non solo non manca, ma addirittura cresce, dando un taglio sensazionalistico e scandalistico, spostando così artatamente il focus dalle motivazioni reali dell'anomala crisi di Meridiana a un piccolo gossip peraltro travisato? Tuttavia sorprende che un giornalista di grande fama come Stella, evidentemente male informato dall'ufficio stampa dell'azienda, si sia prestato a questo gioco omettendo di sentire e dar voce anche alla parte più debole del sinallagma, i Lavoratori e magari i due Lavoratori citati nel suo articolo. Noi, Lavoratori e Cassaintegrati, saremmo stati ben disposti a raccontare la nostra versione: gli avremmo potuto raccontare, per esempio, quanto la CIGS sia stata utilizzata a volte, dal precedente management, come un randello anziché come ammortizzatore sociale, in maniera da agevolare i "buoni" e penalizzare i "cattivi". "Cattivi" erano tutti coloro che si rifiutarono di chinare la testa (alcuni furono addirittura espulsi dal sindacato allineato con l'azienda) di fronte al vecchio A.D. e alle sue innovative politiche del lavoro non proprio concertative. Gli avremmo anche, per esempio, potuto dimostrare, dati alla mano, come gli stipendi degli Assistenti di Volo siano ormai sostanzialmente analoghi (al netto dei rimborsi pasti) a quelli degli impiegati. Gli avremmo potuto spiegare: che le cause di lavoro in cui Meridiana è stata condannata da molti Giudici del Lavoro di tutta Italia a stabilizzare centinaia di lavoratori di terra e di volo tenuti anche per un decennio con contratto a tempo determinato (non “part time”), originano da un’illegale politica aziendale delle passate gestioni che, stressando all’inverosimile tale l’istituto contrattuale, comportava che, anche in periodi di bassissima stagione, una parte importante della forza lavoro fosse precaria. Avremmo anche potuto spiegare che lo stillicidio di scioperi di cui parla nel suo articolo sono stati del tutto formali, provocando danni irrilevanti all’utenza e all’azienda, attesa la sostanziale cassazione di tale diritto nel settore del trasporto aereo a seguito della Legge che disciplina lo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Gli avremmo potuto evitare di scrivere, probabilmente, la più brutta pagina della sua lunga carriera giornalistica, nata da un’informazione sommaria, parziale e univoca. Nonostante tutto, Gentile Stella, noi lavoratori siamo qua, nel caso volesse sentire anche la nostra versione, come hanno fatto prima di Lei tanti altri suoi colleghi. Siamo circa 1650 Lavoratori con altrettante “strane storie”, e tanti bilanci, numeri, dati reali su cui confrontarci. Perché compito dei giornalisti è informare l’opinione pubblica. Marco Bardini