Vegim Thaqi, un ragazzo che a soli 28 anni ha cambiato più volte la sua vita, dimostrando le sue capacità intellettuali ed imprenditoriali: un esempio di costanza e tenacia dai grandi risultati.
Gimmy, Kosovaro d’origine ma sardo d’adozione, cos’è successo in questi anni? Nel 2005, avevo fatto visita a degli amici che stavano vicino Bergamo, quel periodo facevo teatro e partecipavo spesso a degli eventi teatrali e musicali; dopo qualche mese decisi anch’io di stabilirmi la, così iniziai a lavorare. All’inizio la mia occupazione era quella di semplice operaio, il lavoro mi piaceva molto perché infondo era quello che desideravo; se da bambino mi avessero chiesto quale sarebbe stato il mio mestiere, avrei risposto il costruttore. La mia passione mi ha portato in solo 8 mesi a dirigere una squadra di 5 operai, la cosa oltre che farmi felice, mi faceva capire come stessi imparando bene il mio mestiere.
Da attore a costruttore, il passo è lungo. Tu come hai vissuto la cosa? Sembra dai tuoi risultati che sia andata bene... Fin da piccolo il teatro è stata la mia passione, è un arte appresa da mio padre; lui era Responsabile in una centrale elettrica ma arricchiva la sua vita cantando e creando degli spettacoli. Subito dopo la guerra iniziai con lui e per molti anni ho continuato a recitare. A 18 anni ho vinto un concorso cui ogni anno partecipano 5000 ragazzi da tutto il Kosovo, in palio c’era l’ingresso nell’ Università Teatrale di Pristina, la più prestigiosa del paese; solo 8 posti ogni anno, e io ero riuscito a passare, dopo qualche tempo ho passato le selezioni per il gruppo teatrale a sostegno dell’esercito, io e altri 28 artisti andavamo in giro per il Kosovo a far spettacoli per le truppe, per mesi andavamo su e giù per il paese, un esperienza bellissima che ricorderò per tutta la vita.
Tutto questo teatro ti ha aperto le porte del successo quindi? Si ho conosciuto tanti cantanti e attori famosi ma come sono arrivato in Italia ho visto realizzarsi un'altra mia passione.
Quella per l’edilizia e l’imprenditoria... Esatto, quando ho iniziato a lavorare ho imparato in fretta il mio mestiere che oggi mi mantiene, non ho nessun rimpianto, il teatro rimane una passione, ma ora la mia vita è nel lavoro che faccio.
Cosa ti ha portato così lontano da Brescia? La Sardegna è una meta di vacanze ma anche di lavoro? Qui sono arrivato nel 2007, ho costruito il primo capannone e subito dopo un altro appalto, sino ad oggi. Persone come l’ Ingegnere Franco Tedde, Tonino Mundula, Gavino Satta, mi hanno aiutato nel mio lavoro, insegnandomi ancora meglio il mio mestiere e suggerendomi il modo di comportarmi con gli altri lavoratori. Una cosa che mi ha sempre colpito e mi ha fatto stabilire qua è la sincerità delle persone, mi è sempre stato detto ciò che gli altri pensavano, molti di loro si sono ricreduti vedendomi lavorare. Il primo periodo lavoravo tutti i giorni per dieci- dodici ore, questo per dimostrare la validità del mio lavoro.
Sincerità e comprensione... Cos’altro hai trovato? Qui è come se mi sentissi a casa mia, quando stavo a Brescia, avevo dei colleghi e compaesani che frequentavo ma non ho mai fatto amicizie profonde come qua. Ora conosco molte persone che vedo anche dopo il lavoro, sono persone che apprezzano me e il mio lavoro, non potrei pensare di andar via, oltre che l’ambiente, qui tutto mi fa sentire bene, i paesaggi come i profumi di questa terra. Ciò che sono diventato ora lo devo a tutte quelle persone che durante il mio primo periodo qua, mi hanno consigliato a volte sui pericoli e sulle falsità di molti. Spesso mi ritrovo a pensare a quanto debba a questa gente che mi ha aiutato e accolto per quello che valgo.Ho sempre consegnato i miei lavori finiti e in tempo, a volte non guadagnando, pur di essere corretto verso i miei committenti.
Alcuni si saranno quindi ricreduti nel tempo... Io ho 10 fratelli, alcuni di loro vivono in Germania e considerando la mia età non credevano nelle mie scelte, ora si sono ricreduti; non è facile realizzarsi, ma con l’impegno che ho impiegato sono molto felice dei miei risultati.