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Cronaca

Vasche di laminazione e proprietà: il caso di Putzolu e della signora Fiori

Vasche di laminazione e proprietà: il caso di Putzolu e della signora Fiori
Vasche di laminazione e proprietà: il caso di Putzolu e della signora Fiori
Angela Galiberti

Pubblicato il 24 May 2015 alle 15:56

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Olbia, 24 Maggio 2015 - C'è un aspetto di cui si parla poco: l'effetto del piano Mancini sulle proprietà coinvolte nelle opere di mitigazione del rischio. E' un aspetto molto delicato perché il legittimo interesse privato, spesso frutto di sudore e sacrifici, si scontra con l'attrettanto legittimo interesse pubblico, che presuppone altro sudore e altri sacrifici.

Quando incontriamo la signora Antonella Fiori, il consiglio comunale di Olbia sta esaminando le osservazioni al Piano Mancini. La signora Fiori non lesina critiche feroci e più volte la sua voce indignata sovrasta quelle dei consiglieri impegnati nella discussione. "La mia casa è in via Padrumannu e la vasca di laminazione di Putzolu, che è la più grande, mi porta via la gran parte della mia proprietà - racconta la cittadina olbiese, visibilmente irritata dalla piega che in quel momento prendeva il consiglio -. La vasca mi taglia 8000 metri da una parte e un ettaro dall'altra. Mi taglia a metà la vigna e la mia casa è più in basso della vasca!".

La signora Fiori fa parte del Comitato di Salvaguardia Idraulica di Olbia, guidato da Felice Catasta, è ha molta paura della vasca di laminazione posta a pochi metri dalla sua abitazione. Il suo telefono è pieno zeppo di cartine, ortofoto e progetti che ci mostra indicandoci la casa, la vasca e la zona. "Quel giorno, quel 18 Novembre, mi sono salvata per mircaolo - continua Antonella Fiori -. Ero sulla strada stata e stavo torando a casa, quando mi sono ritrovata dentro un fiume d'acqua. Sono riuscita per miracolo a portare l'auto su una salita e lì mi sono salvata, trovando riparo in casa di un gentile signore. Di quella vasca non si dice tutto, non si dice che non raccoglie le acque di Raica, quelle che hanno ucciso il povero Francesco Mazzoccu e il piccolo Enrico".

Antonella Fiori ha sposato le tesi del progetto alternativo e non crede che Piano Mancini salvi davvero la città di Olbia dall'acqua. "Giovanni Barroccu è consulente dell'Unesco - continua Antonella Fiori -, è uno scienziato stimato. Perché non dobbiamo prendere in considerazione quello che dice lui sulle falde olbiesi e sul pericolo che rappresentano in presenza delle vasche di laminazione?".

A nulla sono valse le rassicurazioni del dottor Mancini e del dottor Tilocca, nonché dei dirigenti del Comune di Olbia presenti in Aula: la signora Fiori, così come altri cittadini, temono fortemente per il futuro delle loro proprietà. Temono per il valore dei terreni e delle case, temono per la loro sicurezza, temono che tutto ciò che hanno costruito in una vita venga portato via da un progetto in cui loro non credono. Sarà difficile conciliare le esigenze dei cittadini con le opere di mitagazione del rischio. Sarà difficile perché in molti hanno paura delle vasche di laminazione.

"Bitti ha un canale scolmatore, Lodè ha un canale scolmatore, Genova ha un canale scolmatore. Persino Valencia ha un canale scolmatore - dice la signora Fiori -. Perché non si può fare ad Olbia? Sul Seveso vogliono fare le vasche e ci sono un sacco di problemi. A Sarno la vasca è stata trasformata in una discarica. La manutenzione delle vasche è costosa!".

Insomma, la signora Fiori non si fida e continuerà a gridarlo finché può. L'ultimo "Vergogna!" che risuona in aula consiliare, subito dopo l'approvazione dello schema delle opere, è proprio il suo.