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San Pantaleo ricorda Milmegghiu: Memento di Bittante chiude le celebrazioni

San Pantaleo ricorda Milmegghiu: Memento di Bittante chiude le celebrazioni
San Pantaleo ricorda Milmegghiu: Memento di Bittante chiude le celebrazioni
Angela Galiberti

Pubblicato il 30 August 2014 alle 17:19

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Olbia, 30 Agosto 2014 - Ricordare con grazia, eleganza e una punta di fresca teatralità. Così San Pantaleo, borgo gioiello incastonato tra i graniti galluresi, ha ricordato le 13 vittime dell'incendio di Milmegghiu morte 25 anni fa durante un'estate come tante altre. Vite spezzate e famiglie distrutte che per, qualche giorno, si sono idealmente riunite sotto il cielo di San Pantaleo in cerca di pace e ricordi grazie alla manifestazione organizzata dall'Associazione DueZero, dal Comune di Olbia e dall'Associazione Volontari Protezione Civile San Pantaleo. Ieri sera, sotto il cielo stellato di Agosto e gli oleandri in fiore di una delle piazzette più graziose della Sardegna, Matteo Bittante e la sua compagnia di ballo ha dato vita a Memento Luoghi e Desideri, lo spettacolo appositamente realizzato per San Pantaleo e composto dai Quattro Elementi: terra, aria, fuoco e acqua. Ospiti d'eccezione il pianista Alessandro Lupo Pasini e la prima ballerina della Scala Gilda Gelati. Per oltre un'ora e mezza i sei ballerini si sono alternati sul palco di San Pantaleo raccontando con i loro corpi delle storie. Storie di amore, di giovinezza, di solitudine. Semplicemente storie di vita. La stessa vita che a volte ti regala momenti sereni e altre volte ti mette di fronte ad eventi incontrollabili e pieni di dolore come l'incendio di Milmegghiu. San Pantaleo Danza, diretto da Jessica Baldini, è stato l'ultimo atto di una lunga settimana di iniziative, incontri, manifestazioni, laboratori per bambini, educazione civica. Uno di questi eventi ha avuto il merito di riportare tutti indietro di 25 anni: perché non c'è nulla più forte del ricordo visivo per riportare a galla i ricordi e scatenare forti emozioni in chi non c'era. A fare tutto ciò è stata la mostra fotografica curata da Gavino Canu che ha trovato ospitalità nell'oratorio della chiesa di San Pantaleo. Gavino Canu ha dovuto maneggiare con cautela e rispetto le fotografie di un grande fotografo suo omonimo: Gavino Sanna, fotoreporter della Nuova Sardegna che quel 28 Agosto del 1989 era lì, sulle colline bruciate di San Pantaleo, a scattare fotografie accompagnato dalla giornalista Miretta Ruggeri. Le foto selezionate sono state accompagnate dalle prime pagine dei giornali dell'epoca, mentre sul tavolo sono stati sistemati gli articoli scritti in quei terribili giorni. Il risultato di questa elaborazione è stato molto forte: la mostra, visitabile fino a domenica a San Pantaleo, è un vero e proprio racconto cronologico di quei terribili gironi. Si parte dalla grande foto a colori delle colline arse dalle fiamme e si prosegue, con il bianco e nero, con l'evoluzione delle operazioni di spegnimento, la ricerca degli eventuali sopravvissuti, il ritrovamento dei corpi carbonizzati, le benedizioni, le bare, i funerali. Un vero e proprio pugno nello stomaco visivo ed emotivo che continua con le parole scritte dai reporter dell'epoca. Era un'altra informazione, era un'altra fotografia: pochi fronzoli, molta sostanza. Ma anche tanta crudezza. Quella crudezza che a 25 anni dall'incendio non può che scuotere le nostre coscienze.