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Cronaca

Peste suina africana: uccisi 210 suini

Peste suina africana: uccisi 210 suini
Peste suina africana: uccisi 210 suini
Dénise Meloni

Pubblicato il 11 December 2017 alle 17:31

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Olbia, 17 dicembre 2017– È di 210 maiali abbattuti il bilancio degli interventi sui suini irregolari, non registrati, senza proprietario e al pascolo brado illegale che, iniziati questa mattina, si sono conclusi nel primo pomeriggio nelle campagne di Arzana, Desulo e Orgosolo. Lo comunica l'Unità di Progetto per l'eradicazione della Peste suina africana che, in coordinamento con la Prefettura e la Questura di Nuoro, ha portato avanti l'iniziativa. Sul campo uomini di Corpo forestale e di Vigilanza ambientale, veterinari e personale Ats, e ancora di Forestas, Istituto zooprofilattico sperimentale e delle diverse Forze dell'ordine dello Stato. Ad Arzana, con 50 suini abbattuti, si è operato in località "Is Campanilis", a Desulo, con 90 maiali abbattuti, in località Girgini, mentre a Orgosolo, con 70 maiali abbattuti, in località Montes. I depopolamenti sono previsti dalla normativa nazionale in materia di salute animale per tutti quegli animali irregolari, di cui non si conosce niente dal punto di vista sanitario e che possono provocare danni alla salute dell'uomo. "L'ordine pubblico ha funzionato molto bene, non ci sono state proteste, tranne un piccolo presidio di una ventina di persone nel bivio di Pradu, a Orgosolo. Gli interventi non hanno avuto quindi rallentamenti o azioni di disturbo". Questo il primo commento del coordinamento dell'UdP operante fra Barbagia e Ogliastra che, a intervento concluso, ha voluto precisare: "Ci scusiamo con gli allevatori che hanno potuto raggiungere i propri animali, soprattutto mucche, qualche ora dopo rispetto al previsto e li ringraziamo per la pazienza dimostrata".

"In Spagna – ha spiegato il presidente Francesco Pigliaruhanno avuto la Peste suina africana per 40 anni, con gravissimi danni per il comparto agroalimentare. Poi hanno deciso di combattere con decisione la Peste suina, eliminando le situazioni irregolari e imponendo regole chiare per l'allevamento. Oggi il prosciutto spagnolo è un successo internazionale che crea lavoro e ricchezza. Dobbiamo seguire il loro esempio, dobbiamo debellare la peste suina e premiare chi si mette in regola: infatti abbiamo creato le condizioni per poter aiutare finanziariamente e tecnicamente chi decide di allevare suini senza mettere a rischio l'intero comparto. Stiamo facendo la cosa giusta, quello che altri non hanno fatto per decenni".

"Tutto quello che poteva essere fatto per favorire la regolarizzazione di chi detiene suini irregolarmente è stato fatto. A iniziare dalle decine e decine di incontri informativi promossi sul territorio attraverso l'Agenzia Laore Sardegna per passare ai traguardi raggiunti sulla forte riduzione delle sanzioni, previste dalla normativa nazionale, per le persone che decidono di regolarizzarsi: si è passati infatti da 10mila euro a poco più di 400. Rimangono tuttavia delle sacche di illegalità che impediscono lo sviluppo dell'intero comparto suinicolo regionale e che tengono in ostaggio, con pratiche che alimentano il diffondersi della PSA, ma anche delle pericolosissima Trichinella o della Leptospirosi, decine di migliaia di allevatori regolari che vogliono lavorare bene, crescere e vendere liberamente i loro prodotti in tutto il mondo. Oggi a causa del virus infatti le carni suine allevate in Sardegna non possono uscire dall'Isola". Lo ha detto il responsabile dell'UdP e direttore generale della presidenza della Regione, Alessandro De Martini, che ha aggiunto: "Un sentito ringraziamento va a tutti quelli che si sono prodigati e si stanno prodigando per la buona riuscita del Piano di eradicazione, alla Prefettura e alla Questura di Nuoro e a tutti i Corpi di polizia che hanno garantito un supporto indispensabile e di grande professionalità".

Sono diversi i provvedimenti promossi in questi ultimi 3 anni dall'UdP e dal sistema Regione per favorire le buone pratiche dell'allevamento dei suini nel rispetto delle leggi e degli interventi di contrasto alla presenza della PSA. Uno dei più importanti è il cosiddetto Ravvedimento operoso che accompagna il percorso di regolarizzazione e di emersione dei soggetti che detengono suini illegalmente. Chi infatti si ravvede su come ha operato in precedenza, al di fuori quindi del quadro normativo, e fa proprie le leggi sul corretto allevamento dei maiali potrà evitare di pagare la sanzione amministrativa nazionale di circa 10mila euro e dare così avvio, una volta contattato il Suap del proprio Comune di appartenenza e garantito il rispetto delle norme vigenti in materia di allevamento suino, a una nuova attività. Questa impresa potrà godere dei numerosi finanziamenti messi a disposizione dal Programma di sviluppo rurale (PSR) della Regione Sardegna attraverso circa 10 Misure specifiche. Il comparto suinicolo, oltre ad avere a disposizione più di 50 milioni di euro per il benessere animale dei maiali (primo caso in tutta l'Unione Europea) potrà beneficiare di sostegni economici che, rispettate determinate condizioni previste nei bandi, possono raggiungere l'80% a fondo perduto.

Per evitare il continuo scambio del virus fra maiali domestici e cinghiali, vittime e spesso portatori della PSA, è vietato per legge il pascolo brado non confinato. Tuttavia, per venire incontro alle diverse esigenze presentate dagli allevatori, soprattutto in determinati territori del Nuorese, della Barbagia e dell'Ogliastra, l'UdP ha creato le migliori condizioni per favorire l'avvio degli allevamenti in semi brado confinati. Esistono due tipologie di questo tipo di allevamento: una per le zone Rosse, infette da PSA, e l'altra per le zone Bianche, immuni dal virus. Nel primo caso la detenzione di suini all'aperto in spazi confinati non deve superare la superfice massima di 10 ettari. Nelle zone Bianche invece le estensioni degli allevamenti non devono superare i 40 ettari. La separazione fra gli allevamenti e l'esterno deve essere garantita attraverso recinti (muri a secco in pietra o doppie delimitazioni in rete metallica) o altri manufatti alti almeno un metro e 50 centimetri. Tali strutture non devono quindi essere accessibili da parte di altri suini presenti al di fuori dell'allevamento o da cinghiali selvatici, possibili vettori del virus della PSA verso i maiali sani custoditi all'interno. Il carico sostenibile consentito è di quindici quintali di animali per ettaro.La Peste suina africana è una malattia contagiosa e infettiva che colpisce il maiale domestico e il cinghiale, ma non è trasmissibile all'uomo. In Europa è arrivata per la prima volta in Portogallo, si presume attraverso scarti alimentari provenienti dall'Africa, nella seconda metà degli anni '50 per espandersi poi in tutta la penisola Iberica. In Sardegna è stata segnalata nel 1978 e da allora ha decimato periodicamente gli allevamenti del comparto suinicolo isolano.