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Cronaca

Operazione Carder: codici rubati, transazioni illecite e commercianti compiacenti

Operazione Carder: codici rubati, transazioni illecite e commercianti compiacenti
Operazione Carder: codici rubati, transazioni illecite e commercianti compiacenti
Angela Galiberti

Pubblicato il 12 January 2015 alle 13:40

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Olbia, 12 Gennaio 2015 – Sono entrati in possesso di centinaia di codici per carte di credito di ignari cittadini, li hanno riversati su tessere plastificate dotate di banda magnetica (carte di credito rubate o tessere per i bus adatte) tramite un macchinario specifico e – grazie a diversi commercianti compiacenti – hanno effettuato migliaia di transazioni illecite generando un giro d'affari finora accertato pari a un milione di euro. Una vera e propria associazione a delinquere che è stata bloccata e identificata dagli uomini del Nucleo Operativo Radiomobile (comandante Saverio Aucello) del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Olbia.

Da questa mattina, in tutta Italia, è in corso l'Operazione Carder: 3 persone in carcere (i capi della banda: un sassarese, la sua campagna ungherese e un misterioso personaggio chiamato dai carabinieri “lo straniero”), 3 persone ai domiciliari (tra cui un olbiese), 6 cittadini con obbligo di dimora, 27 indagati e 51 perquisizioni in essere in tutta Italia. Numeri, questi, destinati a salire secondo il comandante del Reparto Territoriale, il dott. Nicola Lorenzon.

Il furto dei codici. Il “La” che ha dato il via alle indagini non è stato rivelato dai Carabinieri olbiesi: questioni di riservatezza e di segreto istruttorio. Di certo, però, l'Operazione Carder non riguarda solo Olbia o solo la Sardegna: dietro c'è molto, molto altro. Intanto, il reato contestato è associazione a delinquere, più frode informatica. L'azione criminale si basa, fondamentalmente, sull'ottenimento dei codici che collegano le carte di credito ai conti correnti. Queste informazioni si possono ottenere su internet: basta saper cercare e sapersi rivolgere alle persone giuste come un hacker o un dipendente compiacente che vende tali informazioni. Nell'indagine Carder, è “lo straniero” a recuperare queste informazioni. La sua identità non è stata rivelata: si sa solo è che in carcere e che ha smistato i codici all'organizzazione sgominata dai Carabinieri. Una volta ottenuti questi codici, la banda utilizzava uno skimmer per inciderli sulle bande magnetiche di carte di credito rubate e tessere bus adatte.

Dalla tessera al negoziante compiacente: 100 euro e una strisciata al pos. Da qui in avanti, per ottenere i soldi degli ignari cittadini, serve l'aiuto di un negoziante compiacente. L'illecito viene compiuto in questo modo: uno dei galoppini della banda si reca in un negozio “collaborativo” dando, in cambio di una strisciata al pos con una carta falsificata, un tot di euro. Proprio queste vendite fittizie hanno permesso ai Carabinieri di capire il ruolo dei negozianti in questa organizzazione. Strisciando la carta nel pos, infatti, i soldi vengono scaricati dal conto dell'ignaro cittadino al conto dell'azienda “collaboratrice”. Dato che si tratta di una vendita fittizia, a cui non è legato nessuno scontrino, quesi soldi devono per forza tornare all'organizzazione in qualche modo: è questo il particolare che ha permesso ai Carabinieri di capire chi è connivente e chi no. Un altro particolare significativo sono le strisciate al pos a distanza di pochi minuti: durante le indagini, i Carabinieri hanno verificato una serie di transazioni tutte uguali, senza alcun scontrino fiscale, fatte a distanza di pochi minuti nel pos dello stesso negozio.

Un problema sardo? No, nazionale e internazionale. La banda sgominata dal Nucleo Operativo Radiomobile di Olbia ha operato in tutta Italia: Olbia, Sassari, Alghero, Costa Smeralda, Versilia, Livorno, Milano, Ancona, Porto Torres. Per quel che riguarda Olbia, l'Arma ha dichiarato in conferenza stampa che i negozi compiacenti sono più di 2 o 3. Il furto dei codici è, invece, un problema globale. L'Italia non ha ancora i mezzi adatti per stare dietro a questo tipo di organizzazioni criminali. I Carabinieri olbiesi hanno gestito una mole di dati impressionante e grazie a diverse collaborazioni importantissime (Università di Cagliari, banche e società di money transfert internazionali) sono riusciti ad arrivare a capire il modus operandi e a identificare gli autori. Tutto parte da chi riesce a rubare le informazioni: un anno fa, negli Stati Uniti, in una sola volta sono stati rubati 40milioni di codici. Non si sa ancora se i codici utilizzati da questa organizzazione sarda fanno parte di quel particolare pacchetto: di certo, i furti di informazioni sensibili sono all'ordine del giorno, così come la loro vendita. “Abbiamo appurato che l'ottenimento di queste informazioni è molto semplice – ha dichiarato il comandante Nicola Lorenzon –. Basta saper cercare su internet. Abbiamo riscontrato un uso elementare dei social network per lo scambio di informazioni”.

Il giro d'affari milionario. Questa organizzazione criminale, attraverso l'uso dei codici rubati e la collaborazione di alcuni negozianti, ha creato un giro d'affari milionario. “Fino ad ora abbiamo accertato 3000 transazioni illecite – ha dichiarato Nicola Lorenzon del Reparto Territoriale di Olbia – per un giro d'affari accertato di un milione di euro. Questi numeri sono destinati a salire, stiamo ancora facendo delle verifiche”.

Il video su youtube sequestrato a uno dei protagonisti. Questa storia ha anche una nota di colore quasi beffarda. Durante una delle perquisizioni, i Carabinieri hanno sequestrato un video scaricato da youtube che illustra questa truffa in maniera molto semplice e ironica. Un video, questo, realizzato all'estero, in cui i protagonisti sono i paesi “poveri” che – utilizzando internet e un po' di furbizia – danneggiano i cittadini dei paesi ricchi.