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Ricordi di volo

Ricordi di volo
Ricordi di volo
Nadia Spano

Pubblicato il 16 October 2016 alle 19:38

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Mio padre ed io avevamo due grandi passioni: il mare e il cielo e volare faceva parte della seconda passione. Mi ricordo che allora, molto spesso la domenica mattina con papà andavamo a vedere gli aerei all'Aeroporto di Venafiorita e, di tanto in tanto, accadeva che Alisarda organizzasse dei voli per noi residenti. Erano voli promozionali che sorvolavano i nostri luoghi più belli e regolarmente non perdevamo occasione di salire sull'aereo e volare. Papà mi cedeva immancabilmente il posto di fianco al finestrino, possibilmente sulle ali perchè diceva che erano i posti più sicuri, affermazione che oggi mi fa sorridere; poi controllava che avessi allacciato bene la cintura di sicurezza e mi passava il braccio attorno alle spalle, con fare protettivo, e per potersi anche lui avvicinare al vetro per vedere. Piano piano l'aereo raggiungeva la pista principale, l'unica a quei tempi, e dopo aver portato i motori al massimo, un rullaggio lungo ci portava fino a fine pista e l'aereo si sollevava dal suolo. Vedevo la città sotto di me diventare sempre più piccola e la nave nel porto diventare poco più di un modellino. Poi l'aereo sorvolava la costa fino a Golfo Aranci e da lì sopra Porto Rotondo e Porto Cervo, che allora non erano che borghi con qualche albergo, poche ville, tanto verde ed un mare così limpido che persino da lassù ti sembrava di poter vedere il fondale. Da là si sorvolava l'arcipelago di La Maddalena e tra le varie isole riconoscevi Santo Stefano, Caprera e Budelli con la sua spiaggia che, anche dall'alto, spiccava per il suo rosa intenso. Poi ancora verso Santa Teresa da cui vedevi nitidamente la Corsica e da lì il rientro verso il massiccio del Limbara. Un panorama naturale emozionante da catturare per pochi istanti con gli occhi di bambina quale ero, e poi giù verso l'interno per risalire ancora dalla costa e finalmente vedere stagliarsi nell'azzurro del cielo la maestosa Tavolara; con lo sgomento e già il rimpianto di sapere che il giro panoramico era ormai terminato. A volte quando a pilotare era il comandante Luciano Ibatici, che ben conosceva mio padre, a metà volo era solito farci chiamare in cabina di pilotaggio: che spettacolo vedere il paesaggio dal parabrezza dell'aereo e soprattutto tutti quei pulsanti, spie, manometri, bussole, leve e quanto ancora non saprei neanche oggi denominare.

[caption id="attachment_68195" align="alignnone" width="2048"]10847672_10204575715490594_6669602778428197773_o A sinistra il giovane pilota e futuro comandante Luciano Ibatici.[/caption]

Erano mattinate davvero speciali. Ricordo che scendevamo, mano nella mano, guardandoci sorridenti, felici di quella mezz'ora di volo che aveva unito non solo le nostre menti ma anche i nostri cuori. Oggi sono diventati ricordi preziosi, custoditi con cura nel mio immenso baule e, quando tornano alla mente, sento ancora il calore del sole sul viso, il profumo della nostra terra unito all'odore del carburante degli aerei, la carezza della brezza del vento sulla pelle e mi rendo conto che in quel baule nulla è andato perso.

©Nadia Spano

Le foto sono tratte dal gruppo FB "Alisarda, storia di una compagnia"