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Il Natale del 2060 immaginato da una tredicenne di Golfo Aranci

Il Natale del 2060 immaginato da una tredicenne di Golfo Aranci
Il Natale del 2060 immaginato da una tredicenne di Golfo Aranci
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 25 December 2017 alle 10:31

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Golfo Aranci, 25 dicembre 2017-OLBIAchefu- è noto - si occupa di passato recente e lontano, lasciando ai suoi autori la massima libertà nel trattarlo, come genere e scelta di ambito. Il testo che proponiamo oggi rompe piacevolmente i nostri schemi, perché parla di futuro, e a farlo sarà chi ha tutto il futuro davanti a sé. Infatti presenteremo due brevi pagine di un diario immaginario scritte da Andrea Bellu -alunna della terza media di Golfo Aranci - in occasione del Natale del...2060. Giorni di un futuro ancora lontano a venire, e che viene amaramente confrontato col passato, che non è altro che il nostro presente. Due pagine che diventano spunto di amara riflessione, e monito, ma anche speranza per la nostra generazione che ha intrapreso la via del suicidio collettivo smantellando anche il senso ed il valore autentici di una festa unica, straordinaria e semplice come la stalla di Bethlehem. Si può sperare in un recupero anche dando voce ed ascoltando voci sensibili e fresche come quella della giovanissima Andrea, che ringrazio, insieme ai genitori, per il consenso dato alla pubblicazione.

©Marco Agostino Amucano 24 dicembre 2060

Oggi è una giornata grigia, spenta e buia; fuori ci sono le nuvole ed è da tanto tempo che non vedo il sole.

Le luci del grande abete scarseggiano e le ghirlande non sono mai state così poco lucenti. Ancora non ci sono i regali sotto l’albero, e dalla finestra non si vede nessuno: solo nebbia. Non si sa se nelle famiglie stiano preparando il cenone ed incartando i regali, ma temo che, forse, non sia così. Stanno tutti a pensare a quale dispositivo supertecnologico riceveranno la mattina di Natale.

Non c’è nessuno per le vie, ci sono solo foglie secche che volano trascinate dal vento, accompagnate dal suo suono potente. Quest’anno non si festeggerà alla mezzanotte, cantando le canzoni melodiche, aspettando l’arrivo del Natale, perché da parecchi anni a nessuno importa più. Domani non si pranzerà tutti insieme perché mamma e papà lavorano e mia sorella andrà a giocare da un’amica e a scartare i regali da lei. Proverò a consolarmi pranzando con mia nonna che non ha mai smesso di amare questa festa.

25 dicembre 2060

Mi sono vegliata e non c’era nessuno a casa. È Natale…Sotto l’albero non c’era altro che un po’ di carta già strappata e una piccola scatola, forse il mio regalo. Mi continuavo a domandare cosa ci sarebbe stato dentro e soprattutto da parte di chi fosse. Prima di aprirlo fisso il cielo e grido: “Buon Natale!” L’eco è stata potente, ma nessuno mi poteva sentire. Mi sono sdraiata sul divano e ho guardato la televisione.

All’improvviso sento scendere le scale, mi giro ed era mia nonna: cantave le canzoni di Natale di quando lei era bambina. Allora l’ho presa per mano e anche io ho cominciato a ballare con lei. Poi ci siamo sedute a tavola e lei mia ha raccontato dolcemente di quando ancora il Natale era una festa magica e si festeggiava con la propria famiglia, tutti insieme, nella casa di sua nonna. Io la ascoltavo e ad un tratto si è alzata dalla tavola e mi ha porto nuovamente il regalo ancora da scartare. “Aprilo” mi ha detto. Ho preso coraggio e l’ho scartato. Era una foto di me e lei quando ero bimba. Indossavo un cappello da babbo Natale e delle corna di renna. L’ho abbracciata forte e l’ho ringraziata. È stato il regalo più bello mai ricevuto finora.

Andrea Bellu©2017 L'immagine di copertina è tratta dall'originale dipinto con la bocca da H. Koschinski nel 1988