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Cronaca

Zona franca: grandi opportunità all'orizzonte. A che punto siamo?

Zona franca: grandi opportunità all'orizzonte. A che punto siamo?
Zona franca: grandi opportunità all'orizzonte. A che punto siamo?
Angela Galiberti

Pubblicato il 13 July 2015 alle 15:30

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Olbia, 13 Luglio 2015 – Nel silenzio più totale, Olbia continua la sua corsa verso la zona franca non interclusa (ZFD). Il Consorzio industriale del Nord-est Sardegna sta mettendo nero su bianco il suo piano operativo sotto la guida del presidente Settimo Nizzi e dell'ingegner Carta. Questo piano operativo, che dovrà essere consegnato all'Agenzia delle Dogane, contiene le aree e i capannoni che potranno essere utilizzati per la Zona Franca e il piano di marketing utile ad attrarre nuove aziende nel territorio.

Olbia ha una grande occasione – ha detto Vanni Sanna, presidente del Consiglio comunale di Olbia e “padre” di questa lotta per la zona franca – perché non c'è un altro come questo nel mondo. Siamo nel centro del Mediterraneo, abbiamo un aeroporto internazionale e un porto nazionale importante e non abbiamo i problemi che hanno altre zone franche mediterranee come Taranto o Tangeri. La criminalità organizzata è un forte deterrente per le aziende che operano estero su estero e noi non abbiamo questo problema”.

In concreto, la Zona franca non interclusa rappresenta per Olbia una grandissima occasione di sviluppo. Le aziende che possono operare nella ZFD devono commerciare estero su estero, ovviamente extra-Ue. L'Unione Europea non è l'unico mercato al Mondo. Ci sono il mercato asiatico, quello americano, quello africano; c'è il Medio Oriente e non bisogna dimenticare l'Oceania. Oltre l'Europa c'è tutto il resto del mercato mondiale, che è molto più grande e in espansione. L'obiettivo primario è attrarre aziende importanti che producono prodotti ad alto valore aggiunto. Un esempio? La Rolex con i suoi orologi prodotti in Svizzera. Non solo: anche aziende italiane, che si occupano di componenti aerospaziali, il cui mercato di riferimento è prevalentemente quello statunitense. E ancora case automobilistiche, aziende che si occupano di componentistica industriale, software e così via. In concreto, la ZFDfunziona così: non ha una dogana, perciò “la dogana” è interna all'azienda stessa. Le materie prime devono essere extra-Ue, devono essere trasformate e poi devono essere vendute sempre in Stati extra europei. La trasformazione può anche non essere totale: un'auto, una borsa o un orologio possono entrare nella ZFD quasi completi ed essere completati all'interno della zona franca per poi essere venduti.

Aziende che producono prodotti ad alto valore aggiunto, con la ZFD, possono risparmiare il 30% delle tasse e con la ZFD olbiese possono muoversi agevolmente in tutto il mondo grazie all'aeroporto internazionale e alla strategica posizione geografica di cui Olbia e la Sardegna godono.

In termini occupazionali, per Olbia la zona franca non interclusa significa riqualificazione totale della popolazione lavoratrice, aumento dell'occupazione, rivitalizzazione della classe imprenditoriale locale. La Zona franca non interclusa potrebbe essere operativa entro la fine di quest'anno, forse anche prima. L'Agenzia delle Dogane, una volta ricevuti richiesta e piano operativo, ha tempo 60 giorni per attivarla. Dopo di che, si vola.