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Cronaca

Olbia città violenta: "bisogna cambiare mentalità"

Olbia città violenta:
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Olbia.it

Pubblicato il 27 July 2017 alle 19:11

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Olbia, 27 luglio 2017 - Olbia città violenta, Olbia città dove la violenza di genere è una realtà: l'ultimo fatto è quello dell'uomo che ha staccato a morsi un dito alla propria campagna ed è su questo caso che interviene l'associazione Prospettiva Donna.

"Il 25 Luglio, a Olbia, un uomo, ancora una volta, ha compiuto un atto bestiale di violenza su una donna, arrivando a staccarle un dito con un morso. I racconti, le storie di vita e di violenza delle donne che accogliamo tutti i giorni nel nostro Centro, sono la descrizione di un mondo impossibile dove la regola è la sopraffazione psicologica e fisica, dove la violenza è metodo di relazione volto a spezzare ogni resistenza della donna e dei figli che assistono, per perpetuare un modello di famiglia e di relazione fondato sull’obbedienza, la paura, la sottomissione all’uomo - spiega Patrizia Desole, presidente di Prospettiva Donna -. Questo mondo impossibile esiste, la descrizione della violenza non è la trama di un film dell’orrore, esiste e dilaga nelle vite di tutte le donne, in una modalità che è definibile terrorismo di genere, perché appartiene a ognuna il pensiero che la prossima vittima possa essere una di noi".

Patrizia Desole mette così in guardia tutti noi sulla narrazione quasi "favolistica" che viene fatta su questi terribili fatti di cronaca. "Quotidianamente dalla stampa apprendiamo ammutolite dei tanti femminicidi mentre e’ in atto una narrazione della violenza che è fuorviante, che spesso giustifica la violenza e non indica le ragioni che la determinano, ossia la cultura del patriarcato, lo squilibrio di potere che mette l’uomo in posizione di dominio sulla donna - continua la presidente Desole -. Per queste ragioni riteniamo insufficienti gli appelli , le soluzioni emergenziali, calate dall’alto se non si ha la volontà di cambiare radicalmente questa cultura se non si ha la capacità di ascoltare e mettere al centro i saperi delle donne e la conseguente azione politica dei Centri Antiviolenza che rimangono, in questo momento, spesso soli a contrastare questo sistema e a progettare percorsi di libertà per , e con, le donne".

"Per questo chiediamo con forza che venga pienamente riconosciuto il valore dei centri antiviolenza, che si basa non su azioni occasionali ed emergenziali, ma che pianifica percorsi di uscita dalla violenza a partire dalle donne stesse e dalle loro risorse, incidendo in modo permanente sulle loro vite e su quelle dei loro figli, restituendo loro libertà, autorevolezza e autonomia. Per tale motivo chiediamo attenzione e sostegno da parte delle istituzioni, dei singoli cittadini, della comunità e alla stampa perché veicoli un messaggio corretto libero da stereotipi, affinché si creino veri e propri circuiti virtuosi che si attivino prevenendo la violenza e contrastandola fin dalle sue prime manifestazioni", conclude Patrizia Desole.