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Olbia verso le elezioni. Centrosinistra: si punta su Merlini (?)

Olbia verso le elezioni. Centrosinistra: si punta su Merlini (?)
Olbia verso le elezioni. Centrosinistra: si punta su Merlini (?)
Olbia.it

Pubblicato il 29 August 2015 alle 09:24

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Olbia, 29 Agosto 2015 - Chi rischia di più alle prossime elezioni? A giudicare dalle grandi manovre in corso e dal malcontento che serpeggia in città, a correre i maggiori rischi di patatrack elettorale è proprio la maggioranza arancione.

La Coalizione Civica, che ha portato alla rielezione il sindaco Gianni Giovannelli grazie a una sacra alleanza tra sinistra e centristi-delusi-a-destra, rischia un tonfo elettorale di guinness dei primati. A rischiare di più è ovviamente il Partito Democratico che, su questa coalizione, ha puntato molto. Il Pd è il primo partito della maggioranza, quello con gli assessorati più pesanti e gli uomini "migliori", ma è anche il partito più litigioso e forse per questo meno credibile di tutti.

Il Pd olbiese è diviso in due: una "maggioranza" che sostiene Gian Piero Scanu e la segretaria cittadina Angela Corda, una "minoranza" che ha come punto di riferimento Nardino Degortes e che chiede da tempo rinnovamento e nuove parole d'ordine. Questa spaccatura interna è sempre più evidente. I soliti bene informati affermano che ieri sera, nella sede del Pd in via Roma, si sarebbe tenuta un'importante riunione sulla riforma sanitaria e sui pericoli che potrebbe correre il Mater Olbia. A questa riunione sarebbero stati invitati tutti, tranne la parte del Pd che fa capo a Degortes. Se l'indiscrezione venisse confermata, significherebbe che il Pd è ai ferri corti. E questi ferri corti non potrebbero non avere conseguenze sul piano "elezioni".

Difatti, Gian Piero Scanu - sostenuto dalla segreteria cittadina - ha già dettato la linea per le prossime consultazioni elettorali diversi mesi fa. Una linea che indica nell'abbattimento degli steccati ideologici la sua parola d'ordine. La seconda parola d'ordine è novità; la terza aprirsi a personaggi della società civile.

Ed è qui che si inserisce la corsa per l'ambita carica di candidato a sindaco. Secondo le solite voci bene informate, il centrosinistra che fa capo alla corrente Scanu avrebbe già un nome: quello dell'avvocato Jacopo Merlini. Un nome, questo, che fa gola poiché si tratta di una persona assai stimata, lontana dai riflettori e soprattutto non inserita nel mare magnum dei politici di professione. Insomma, una faccia nuova, credibile e che può ispirare fiducia in un elettorato deluso, amareggiato e pronto alle forche caudine.

Merlini, stimatissimo in città e non solo, non commenta e non rilascia dichiarazioni a nessuno. Si potrebbe dunque pensare a una boutade o al classico gioco delle tre carte per nascondere il vero e unico candidato. Il nome dell'avvocato olbiese, però, circola da tempo e - sempre secondo i bene informati - le trattative sarebbero a buon punto.

L'ipotesi Merlini, inoltre, avrebbe il benestare del sindaco uscente, Gianni Giovannelli, e di una buona parte di quella società civile che ruota attorno al Partito democratico olbiese, nonché della stessa base. Qualche perplessità sarebbe stata espressa da chi, nel partito, è stato eletto con ottimi risultati. Alcuni consiglieri e assessori, in particolare i più giovani, preferirebbero una candidatura basata sul consenso elettorale raggiunto negli anni, piuttosto che un nome calato dall'alto, per quanto molto gradito.

Il problema vero per il Pd è il malcontento che serpeggia ad Olbia. Un malcontento indirizzato proprio a chi è stato eletto, a chi la politica la fa da anni, a chi da sempre siede nelle stanze del potere. Scanu, che ha sempre capito dove tira il vento, ha intuito che il Partito democratico - per superare indenne queste elezioni - deve dare un segno di discontinuità rispetto al passato seguendo la linea Renzi, ma calando il tutto nella realtà olbiese. L'ingresso di Giuletto Careddu nel Pd va in questa direzione, così come le aperture dello stesso Scanu e della segretaria Corda ad esperienze diverse rispetto al passato. Un Pd sempre più "scudocrociato", verrebbe da dire. Bisogna chiedersi come reagiranno le anime "più a sinistra" del partito, non solo quelle che sostengono Nardino Degortes. Anche tra gli "scaniani" ci sono tanti "rossi nel cuore" che faticheranno a mandare giù l'amaro boccone. Il gioco politico del Pd per le prossime elezioni è sul filo del rasoio: se l'obiettivo è evitare di venire spazzati via dal malcontento e da un possibile exploit del Movimento 5 Stelle, bisogna cambiare faccia. Letteralmente.

Però, a quale prezzo? Varrà la pena perdere la propria anima? E soprattutto: è certo che basti un nome giusto per convincere gli elettori a ri-votare il Pd? E gli alleati? Scopriremo tra qualche mese, quando i tasselli del puzzle elezioni saranno tutte a posto anche negli altri schieramenti politici.