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Cronaca

Olbia. Operazione Benefattore: stroncato giro d'usura

Olbia. Operazione Benefattore: stroncato giro d'usura
Olbia. Operazione Benefattore: stroncato giro d'usura
Angela Galiberti

Pubblicato il 09 February 2018 alle 14:50

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Olbia, 09 febbraio 2018 - Un anno e mezzo di indagini serrate compiute in silenzio dal NORM dei Carabinieri di Olbia, con un'attenzione certosina alle prove e agli indizi, ha portato all'arresto di Salvatore Canu (pensionato residente a Olbia): i reati contestati sono usura, estorsione e tentata estorsione.

A illustrare i risultati dell'operazione chiamata "Benefattore" è stato il tenente colonnello Alberto Cicognani, comandante del Reparto Territoriale di Olbia, insieme al maggiore Saverio Augello (responsabile del Norm di Olbia) e il tenente Andrea Asuni (comandante del Nucleo Investigativo).

L'indagine, complessa e articolata, ha consentito di ricostruire un importante presunto giro di usura al capo del quale - secondo quanto ricostruito dai Carabinieri olbiesi - vi sarebbe stato Salvatore Canu, pregiudicato con precedenti specifici. Allo stato attuale, l'indagine è in pieno sviluppo: questa mattina sono state compiute otto perquisizioni che hanno consentito di recuperare materiale importante (la presunta contabilità e degli assegni) che ora è al vaglio degli investigatori.

Secondo l'ipotesi di indagine, Canu avrebbe tenuto sotto scacco diverse persone per un presunto giro di denaro imponente. Ora si attendono ulteriori sviluppi, ma ci sono diversi aspetti che hanno costretto l'Arma ad agire velocemente. L'uomo, secondo quanto intercettato e ricostruito dai militari, avrebbe tentato di preparare un attentato dinamitardo ai danni di un avvocato. Scopo dell'atto, per il quale Canu sarebbe stato intenzionato a recuperare dell'esplosivo da cava tramite una terza persona (identificata dai militari), "convincere" l'avvocato a favorire un suo amico coinvolto in una disputa familiare con al centro un'eredità contesa.

Questo fatto, che ha costretto i militari olbiesi ad agire velocemente, non è collegato al presunto reato di usura, per il quale esistono altre risultanze. Nella lunga indagine, i Carabinieri hanno documentato certamente un episodio di usura ai danni di un gioielliere di Nuoro al quale sarebbero stati imposti tassi di interesse oscillanti tra il 48% e il 69%.

I Carabinieri hanno inoltre individuato presunte estorsioni e tentativi di estorsione ai danni di un imprenditore edile, di una pescheria e di una panetteria. Tutte le vittime fin qui individuate sono imprenditori in difficoltà economiche che non sono riusciti ad avere credito dal sistema bancario. Gli investigatori avrebbero inoltre collegato all'indagato due attentati incendiari avvenuti ai danni di una pescheria (1 marzo 2016) e un'autovettura (22 dicembre 2016).

Altro particolare importante illustrato durante la conferenza è il fatto che l'indagato si sarebbe sempre definito come un intermediario: gli elementi raccolti dagli investigatori, invece, portano a ritenere l'uomo il presunto unico responsabile materiale del presunto giro di usura. Importanti, ai fini delle indagini, le intercettazioni che sono parte integrante dell'ordinanza di custodia cautelare e che riportano, in un presunto codice, quelle che gli investigatori ritengono minacce e indicazione delle rate.

Per quanto attiene alle vittime, nessuna ha mai denunciato l'indagato; nonostante ciò le persone individuate come tali stanno collaborando con i Carabinieri. Poiché l'Arma sospetta che le vittime siano tante, il tenente colonnello Alberto Cicognani ha lanciato un appello affinché le vittime si facciano avanti sia per collaborare con i militari, sia per ricevere aiuto. Del resto - ed è una riflessione anche dei Carabinieri olbiesi - gli attentati incendiari a Olbia e Nuoro sono moltissimi e qualcuno di questi potrebbe essere legato a qualche giro di usura.

Ecco perché l'Arma olbiese lancia un appello affinché i cittadini trovino il coraggio di farsi avanti: i militari sono pronti ad aiutarli e a sostenerli.