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Cronaca

Olbia si schiera apertamente contro l'omofobia

Olbia si schiera apertamente contro l'omofobia
Olbia si schiera apertamente contro l'omofobia
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 May 2013 alle 17:19

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Il tavolo dei relatori, al centro Vincenzo Cachia ed Enza Tucconi Il tavolo dei relatori, al centro Vincenzo Cachia ed Enza Tucconi Olbia - Per la prima volta nella sua storia, la Città di Olbia ha preso posizione contro uno dei crimini ideologici più terribili: l'omofobia. Quel sentimento di paura/odio nei confronti degli omosessuali che in talune parti del mondo si trasforma in pena di morte e che in Italia prende la forma dell'invisibilità. Sì, perchè gli omosessuali, tacciati spesso di esibizionismo, sono persone invisibili: per la Chiesa (che li condanna con parole di fuoco in mondovisione), per il diritto civile (che non li considera al pari degli eterosessuali), per il diritto penale (che se ne lava le mani), per il Parlamento italiano (che si genuflette ai porporati in gonnella invece di ascoltare la società civile che lo elegge). Per la prima volta Olbia prende posizione contro questa invisibilità. E lo ha fatto grazie alla coraggiosa iniziativa di Enza Tucconi (presidente commissione comunale alle Pari Opportunità) e Vincenzo Cachia (assessore alla Cultura), i quali hanno organizzato una due-giorni per festeggiare la Giornata Mondiale contro l'Omofobia. La due-giorni, dal titolo "Proiezione e introspezione" si è svolta tra venerdì e sabato: ieri sera con una proiezione dedicata al pubblico adulto, stamattina con una proiezione dedicata agli adolescenti. In entrambi i casi sono stati proiettati i docu-film realizzati da Claudio Cipelletti e prodotti da Agedo (Associazione genitori di omosessuali). Nel primo "Due volte genitori", Cipelletti racconta l'odissea passata da diverse coppie di genitori. I sospetti, la scoperta, il rifiuto, l'accettazione, la conoscenza. Due volte genitori, appunto: la prima volta quando il bambino nasce, la seconda quando si scopre che quel bambino non è come la società ti costringe a pensare che debba essere. E il perchè ce lo spiega Massimo Mele del MOS (Movimento omosessuale sardo). "La famiglia è il primo scoglio nel processo di accettazione - racconta Mele alla platea del Museo Archeologico - viviamo in una società fortemente eterosessista. L'eterosessualità è imposta dall'esterno come unico orientamento sessuale possibile". Ed è per questo che persone assolutamente normali, per niente razziste, si ritrovano totalmente spiazzate quando scoprono di avere un figlio omosessuale. In "Due volte genitori" viene affrontato apertamente questo argomento e la conclusione delle coppie ritratte nel film è univoca: se ci fosse informazione, se ai genitori venisse detto "avrai un figlio maschio o femmina e potrà essere eterosessuale, omosessuale o transgender" non ci sarebbero problemi perchè i genitori sarebbero preparati. E forse l'omofobia neanche esisterebbe. Perchè questi genitori normalissimi, con la loro esperienza, dimostrano che gli omosessuali non sono diversi. Essere omosessuali significa semplicemente provare attrazione per una persona dello stesso sesso. E non c'è niente di sporco, di malato, di vizioso in questo. Dal 1990 l'omosessualità è stata depennata dall'elenco delle malattie dell'OMS. Anche la psicologa Vanessa Lamberti ha sottolineato del suo intervento come l'orientamento sessuale nella specie umana non è da considerarsi come una serie di scatole chiuse, bensì come un continuum senza soluzioni di continuità. In parole povere, se i generi sessuali sono due (maschio, femmina), gli orientamenti sono "infiniti" e "fluidi". Insomma, l'omosessualità fa parte di questo mondo. Lo dice la Scienza. Ma anche senza scienza basterebbe solo il buon senso: se l'omosessualità esiste in molte specie animali (umana compresa) evidentemente deve esistere e non c'è niente di sbagliato in questo. E questo vale anche per chi crede in Dio e nella sua Creazione.