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Cronaca

Concessioni cozze. Comune contro Regione: "ricorreremo in tutte le sedi"

Concessioni cozze. Comune contro Regione:
Concessioni cozze. Comune contro Regione:
Angela Galiberti

Pubblicato il 03 July 2017 alle 13:38

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Olbia, 03 luglio 2017 - Non è una guerra alla mitilicoltura, ma di sicuro le dichiarazioni del sindaco Settimo Nizzi non lasciano spazio a interpretazioni: il Comune di Olbia ha intenzione di ricorrere in tutte le sedi per far annullare le concessioni demaniali ottenute questa mattina, con una firma ufficiale, dal Consorzio Mitilicoltori Olbia grazie alla Regione Sardegna.

Il pomo della discordia non è la cozza di Olbia, patrimonio della città e dell'economia del territorio, bensì il Piano Regolatore del Porto che indica, carta alla mano, dove le attività che si svolgono all'interno del Golfo olbiese possono essere effettivamente svolte. "Questo è un atto in dispregio delle regole - spiega Settimo Nizzi, durante il Question time convocato in mattinata -. C'è un Piano Regolatore del Porto in vigore, approvato dal Consiglio Comunale, adottato dall'Autorità portuale e vagliato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici: le aree non possono avere destinazione diversa da quella indicata nel piano. Aspettiamo la copia dell'atto ufficiale, poi potremo proporre un ricorso in tutte le sedi opportune".

In sostanza, il Comune contesta il modo in cui sono state date le concessioni: aumentate e spostate con il risultato di invadere altre aree destinate alla diportistica.

"La strategia del Comune è quella di far convivere la nautica, la mitilicoltura e la portualità insieme - ha aggiunto il sindaco -. Il Piano Regolatore del Porto dice che non si possono dare concessioni laddove non siano già previste. Le aree per la mitilicoltura sono altre: lì devono essere date le concessioni, non altrove. I mitilicoltori non hanno nessuna colpa, sono stati usati: stanno dando loro delle cose che non possono essere date".

La guerra di carte bollate contro chi ha dato le concessioni, cioè la Regione, è appena cominciata: chi avrà ragione?