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Cronaca

Olbia: aumentano i migranti all'Hotel Savoia

Olbia: aumentano i migranti all'Hotel Savoia
Olbia: aumentano i migranti all'Hotel Savoia
Angela Galiberti

Pubblicato il 05 August 2017 alle 12:20

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Olbia, 05 agosto 2017 – Sono controlli discreti, ma sempre assidui, quelli del Comune di Olbia nei confronti dell’Hotel Savoia che, da qualche settimana, ospita alcuni migranti. Per decisione della Prefettura di Sassari, infatti, in città è stato aperto il primo centro di accoglienza gestito da una cooperativa Sassarese.

I primi migranti accolti da Olbia sono stati una trentina di persone di nazionalità eritrea tutti scappati dalla terribile dittatura militare: persone giovani, bambini, genitori, donne incinte e adolescenti. Una piccola famiglia allargata che, a Olbia, avrebbe potuto trovare un degno futuro fatto di integrazione e generosità. I dipendenti del Comune di Olbia (Assessorato alle Politiche sociali e Polizia Locale), però, hanno riscontrato una situazione che nel corso delle settimane è radicalmente cambiata.

A quanto pare senza alcun precedente preavviso, l’Hotel Savoia si trova adesso ad ospitare un centinaio di persone: gli ultimi arrivati sono tutti uomini di varie nazionalità(marocchina, sudanese, ghanese, etc) provenienti dal continente africano. Una situazione, questa, che starebbe portando ad alcuni piccoli squilibri, facendo così preoccupare l’amministrazione guidata dal sindaco Settimo Nizzi. Al di là delle segnalazioni ufficiali verificate dal Comune stesso, su Facebook si assiste al pullulare di segnalazioni (tutte da verificare) fatte dai residenti di Poltu Cuadu, sa Marinedda e Colcò: i quartieri più vicini al centro. Segnalazioni negative da una parte (relativa soprattutto al comportamento degli ultimi arrivati) e positive dall’altra (relative ai primi ospiti, per lo più famiglie).

Al netto delle prime reazioni scomposte e al di là di una piccola minoranza xenofoba fin troppo chiassosa, Olbia ha dimostrato di essere una città accogliente e rispettosa; il Comune invece sta dimostrando – con discrezione – di non volersi voltare dall’altra parte. I continui controlli servono, infatti, non solo a verificare l’operato della Cooperativa sassarese che gestisce il centro, ma anche gli equilibri sociali interni all’hotel, le condizioni di assistenza (dal cibo alle norme di sicurezza e abitabilità). Ovviamente, il Comune di Olbia non ha alcuna autorità sul centro e si muove seguendo le direttive della Prefettura. Ad esempio, in questo momento l'Assessorato guidato da Simonetta Lai è concentrato sulla verifica dello stato dei minori presenti nella struttura.

Sulla questione ‘migranti’, in ogni caso, c’è una grande confusione e poca conoscenza della materia: stando alle leggi e alle convenzioni internazionali, solo una piccola parte di tutti coloro che arrivano sulle nostre coste può accedere alla protezione internazionale; chi scappa da condizioni economiche difficili non ne ha diritto.

Alla luce, oltretutto, delle ultime inchieste giudiziarie è chiaro che il sistema attualmente in atto non può reggere: in primis perché quella che offre l’Italia in questo momento non è vera accoglienza (non basta semplicemente fornire del cibo, ma bisogna fornire strumenti per l’integrazione come corsi di lingua, abilitazioni professionali, etc.), in seconda battuta perché – oltre alla creazione di corridoi umanitari per coloro che scappano da dittature e guerre – servono regole meno rigide per tutte le persone che cercano una vita migliore. Il problema dei visti e dell’estrema difficoltà nell’ottenerli è la prima fonte di guadagno dei trafficanti di uomini.