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Olbia. Gender Gap e facoltà scientifiche: un convegno per ispirare le studentesse olbiesi

Olbia. Gender Gap e facoltà scientifiche: un convegno per ispirare le studentesse olbiesi
Olbia. Gender Gap e facoltà scientifiche: un convegno per ispirare le studentesse olbiesi
Angela Galiberti

Pubblicato il 24 March 2017 alle 18:34

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Olbia, 24 Marzo 2017 - Sulla scia del film "L'importanza di contare", che racconta la storia delle scienziate che nell'ombra hanno lavorato per importantissime missioni della Nasa (il primo uomo in orbita, il primo computer Ibm programmato, etc.), a Olbia questa mattina si è svolto un convegno targato Fidapa proprio sul gender gap nelle Facoltà Scientifiche e sulle prospettive future che, invece, le ragazze possono avere nel momento in cui scelgono una Facoltà scientifica invece che umanistica.

Il convegno, moderato dalla giornalista Caterina De Roberto (Caposervizio all'Unione Sarda), ha avuto il merito di affrontare un argomento di stringente attualità e di presentare alle studentesse e agli studenti presenti in sala delle storie femminili sarde importanti e di grande ispirazione. Il tavolo dei relatori era importante: Veronica Moi, AnnaliSa Bonfiglio, Francesca Mallocci, Redenta Enne, Bruna Putzulu, Anna Bassi.

Da tempo ci si interroga perché le ragazze non scelgono le facoltà scientifiche: al di là delle attitudini personali, infatti, il problema è strettamente culturale e riguarda gli stereotipi di genere che si insinuano sottilmente (o meno) nella vita delle persone, modificandone il percorso di vita in maniera subdola.

Rispetto a 10/20 anni fa, le cose stanno cambiando - anche se lentamente: sempre più ragazze scelgono le materie scientifiche, ottenendo ottimi risultati. Come, ad esempio, l'ignegnera Anna Bassu che, nemmeno trentenne, guida una squadra di 17 uomini alla Centrale Idroelettrica del Coghinas per Enel Energia. Laureata in Ignegneria Nucleare, Anna Bassu in queste settimane è diventata una vera rock star grazie a due interviste: una su L'Unione Sarda, l'altra sul Corriere della Sera (blog la 27esima ora). "Non esistono facoltà per donne o facoltà per uomini - ha detto Anna Bassu, ingegnera -. All'Università eravamo poche, ma non ho mai sentito questa differenza tra me e i miei colleghi. Lo stesso è a lavoro: siamo una grande famiglia e c'è grande rispetto. Penso che tutto dipenda da come ci si pone. Sono qua per portare la mia testimonianza e la mia storia. Le cose stanno cambiando e anche le aziende si adeguano".

Altro esempio sfavillante è quello della dottoressa Annalisa Bonfiglio, dell'Università di Cagliari. Laureata in Fisica e dottorato in Bio Ingegneria, la dottoressa Bonfiglio in questi ultimi anni si sta dedicando alla Biomedica: materia che, non si sa perché, attrae in modo quasi inspiegabile le studentesse. "E' chiaro che non si può dire che il gender gap non esiste - ha spiegato la dottoressa Bonfiglio -. Quando si è molto giovani e si frequenta l'Università non c'è discriminazione e se c'è è molto sottile. Sono del parere che nell'insegnamento dovremmo tutti allargare i nostri orizzonti per includere tutti gli studenti. Le studentesse, comunque, non devono sentirsi escluse se hanno interessi diversi. Per avvicinare le ragazze alle materie scientifiche dobbiamo creare le condizioni, dobbiamo lavorare sulle prospettive e sulle motivazioni".

Sulle prospettive si è concentrata un'altro pezzo da 90 presente in sala: la dottoressa Bruna Putzulu. "Oggi non possiamo fare a meno della tecnologia se vogliamo trovare lavoro - ha sottolineato Bruna Putzulu -. Sta per arrivare la quarta rivoluzione industriale, quella dell'intelligenza artificiale e delle sue connessioni. Le competenze tecnologiche sono fondamentali. Chi non ce le ha è tagliato fuori".