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Cronaca

Olbia, la giungla degli albergatori abusivi: le regole devono valere per tutti

Olbia, la giungla degli albergatori abusivi: le regole devono valere per tutti
Olbia, la giungla degli albergatori abusivi: le regole devono valere per tutti
Camilla Pisani

Pubblicato il 24 May 2016 alle 16:59

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Olbia, 24 maggio 2016 - L'assessore al Turismo, Francesco Morandi, haripreso in queste settimane il tema delle irregolarità, sempre più diffuse, nel mondo delle strutture alberghiere alternative; un vero e proprio mondo sommerso, in cui affittacamere, seconde case, b&b sono uniti tutti sotto uno stesso denominatore: quello del non essere in regola. La questione è ampia e controversa, e basta farsi un giro online sui vari siti di prenotazioni (ad esempio Booking.com e Airb&b) per comprendere le proporzioni del problema. Quella che è un'urgenza certamente nazionale, ad Olbia, città che del turismo ha fatto la propria linfa, diventa una questione ben più che grave; il danno che proviene dalle centinaia di strutture ricettive non registrate ricade non solo sugli albergatori regolari, ma su tutti i cittadini: infatti, dal punto di vista fiscale, il carico di tasse su rifiuti, acqua e servizi, quando non regolarizzato come attività commerciale, diventa una spesa (in termini di soldi e di servizi insufficienti) che grava anche sui comuni cittadini. In più, entra in gioco il problema della sicurezza: ogni albergatore ha il dovere di comunicare alla Polizia i dati dei propri ospiti, che sono quindi sistematicamente inseriti nei database; chi possiede e gestisce un'attività abusiva, invece, non ha quest'obbligo, con l'ovvia conseguenza chepuò facilmente incappare in malintenzionati o ricercati dalla legge, con rischi per l'intera comunità. Questi i maggiori punti di disagio comunicati da Fabio Fiori, dell'Associazione Albergatori Olbia, che afferma: "se tutto fosse regolamentato e ogni attività, anche le più piccole, lavorassero con una partita iva, le cose potrebbero rientrare in una situazione di normalità".

Dello stesso avviso Ramona Cherchi, di Federalberghi, che denuncia un settore turistico-ricettivo diventato ormai un far west ingestibile; la questione è sempre più urgente, se si stimache il numero delle strutture abusive, tra b&b e case in affitto, supera ampiamente quello delle strutture regolari.È una concorrenza sleale, quella degli irregolari, che si sottrae alle regole del gioco: "noi, come albergatori, siamo un soggetto ben identificabile e fiscalmente aggredibile, e non è giusto che esista questo mondo sommerso, di cui si sa poco e niente a livello di qualità dei servizi, che crea una grandissima confusione. Facendo un'indagine seria sull'argomento, pretendendo di mettere in regola tutte le strutture che, ad oggi, sono in ogni caso protagoniste, nel bene o nel male, del turismo olbiese, si creerebbe un circolo virtuoso volto ad allineare l'offerta e ad offrire servizi adeguati alle categorie; si metterebbe fine ad una guerra tra poveri, emergerebbe il nero e si potrebbe restituire dignità al servizio, facendo in modo che il fatturato di tutti ne benefici".

In tutta l'isola, il buco nero generato da questa giungla di abusivismo è pari aun’evasione di 500 milioni di euro di imposte: facilissimo comprendere quanto il tema sia non solo attuale, ma urgentissimo per gestire al meglio il patrimonio turistico isolano, vera ricchezza da valorizzare e tutelare.