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18 aprile 1954. Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore.

18 aprile 1954. Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore.
18 aprile 1954. Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore.
Dionigi Pala

Pubblicato il 26 March 2016 alle 22:57

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Olbia, 21 aprile 2019- Ci separano molti decenni ormai da quella lontana data; ma nulla è cambiato:Pasqua fu allora come Pasqua è oggi. Solo noi, senza dubbio alcuno,siamo cambiati… in meglio, spero!

In prossimità della Pasqua del '54, dunque,per iniziativa della parrocchia di San Simplicio,si organizzò una lotteria di beneficenza. Il primo premio consistevain un gigantesco uovo di Pasqua del peso complessivo di 27 kg di cioccolato fondente di prima scelta esposto da alcuni giorni all’ammirazionedegli Olbiesi nella vetrina di una rinomata pasticceria del Corso.

La superficie, inoltre, riproduceva a sbalzo la miniatura della chiesadel nostro Patrono composta interamente di zucchero.Quella mattina, poco prima di recarsi in chiesa, mio fratello Pietro si rivolsea nostra sorella Giovanna con queste testuali parole:“Se mi darai i soldi per acquistare un biglietto della lotteria ti promettoche porterò l’uovo a casa. Tu, però, mi dovrai ricompensare con mille lire!”.Giovanna accettò di buon grado la proposta con la certezza che la banconotanon avrebbe visto la luce emergendo dal buio della sua borsetta.Come previsto da programma, al termine della celebrazione eucaristica,si svolse nel sagrato della chiesa e alla presenza di una discreta follal’estrazione tanto attesa del numero vincente dell’uovo pasquale.“Il numero vincente è il… 421!”.Pietro stentava a credere a ciò che aveva udito: quello che lui stringeva fra le ditaera proprio il tagliando recante il numero 421!Tornato a casa accompagnato da una piccola folla festantesostò dinanzi al portone con il premio ambito in attesa che si affacciassel’incredula Giovanna la quale inutilmente lo invitava ad entrare.

Pietro varcò la soglia con in braccio il pesante trofeo soltanto dopo che ottennela somma pattuita solamente poche ore prima.Giorni dopo si dovette usare uno scalpello per rompere il guscio dell’uovo.La base che lo sorreggeva risultò spessa oltre quattro dita di una mano.

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Nel ricordo di quell’anno, infine, mi piace condividere con tutti gli amicidi OLBIAcheful’immagine che sovrasta questo mio breve commento,e che ritrae mio fratellino Franco, tratta dal mio archivio arricchito,soprattutto, grazie alla passione per la fotografiacoltivata a lungo da mio padre Sebastiano.

Felice Pasqua di Resurrezione a tutti.

Dionigi Pala