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Laboratorio Gallura al Delta Center: prime prove di unità indipendentista

Laboratorio Gallura al Delta Center: prime prove di unità indipendentista
Laboratorio Gallura al Delta Center: prime prove di unità indipendentista
Angela Galiberti

Pubblicato il 30 July 2013 alle 19:15

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Olbia - Chissà se, prima di oggi, i movimenti indipendentisti sardi si sono mai ritrovati così uniti tutti attorno al medesimo tavolo. Un tavolo particolare, tutto gallurese, che non rappresenta un punto di arrivo - ma un punto di partenza. Oggi al Delta Center di Olbia si è svolto "Custa est s'ora - Percorsi politici verso la libertà del nostro popolo". Al convegno, iniziato la mattina alle 10:30, hanno partecipatoi segretari di Sardigna Natzione Indipendentzia, Psd'Az, Irs, ProGreS, Fiocco Verde, Sardigna Libera, A Manca Pro S'Indipendentzia. Da mesi il Laboratorio Gallura ha messo in piedi una vera e propria officina per ricostituire, dalla base, il movimento indipendentista sardo. Ricostituire forse non è la parola esatta, ma rende bene l'idea: da tempo, gli indipendentisti sardi sono divisi in mille rivoli nonostante l'obiettivo comune sia il medesimo, vale a dire far raggiungere alla Sardegna l'indipendenza dallo Stato Italiano. Laboratorio Gallura si prefigge di unire i movimenti e di realizzare un progetto politico serio. Non più folklore, dunque, ma consapevolezza. Quel tipo di consapevolezza che costringe le persone a darsi un obiettivo politico serio e realizzabile, magari a "tappe forzate". "La proposta deve essere convincente - ha detto, in sardo, Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione - dobbiamo convincere un popolo che c'è un altro modo di governare la Sardegna. Ma dobbiamo anche essere disponibili e confrontarci col sistema come sistema alternativo". Il rapporto con "lo stato italiano" e con "i partiti italiani" è sempre stato uno di quegli argomenti considerati come scabrosi dall'indipendentisimo sardo. Alcuni partiti hanno inserito nello statuto il divieto assoluto di collaborazione con i partiti tradizionali, altri aprono a questa possibilità. Di certo, però, l'Italia esiste e la Sardegna - fino a prova contraria - fa parte dello stato italiano. "Sono un consigliere regionale - ha detto Clauda Zuncheddu di Sardigna Libera - e ho fatto gruppo con i colleghi di Sel e con loro ho condiviso molte battaglie contro il colonialismo italiano. Ma questo non ha messo in dubbio il mio indipendentismo, non ha tolto nulla al mio indipendentismo, non sono stata contaminata". Dunque, l'indipendentismo non può non tenere conto della situazione politica. E non può ceramente puntare il dito contro chi sceglie di votare i partiti italiani. Piuttosto, bisogna chiedersi il perchè. Per uscire dal "folklore", per diventare maggioranza o una forte minoranza bisogna confrontarsi col mondo reale. E in questo mondo reale ci sono i partiti italiani, le persone che votano i partiti italiani e la Sardegna che fa parte dell'Italia.L'indpendentismo sta facendo il passo in avanti che non riesce al Pd: considerare gli elettori "dell'altra parte" un possibile bacino di voti grazie ad un programma concreto e non all'ideolgia. L'indipendentismo sardo sta giungendo alla conclusione che deve parlare a tutti, non solo a chi è già dalla sua parte. A questo punto non si può non pensare alle regionali. "E' presto per pensare alle alleanze - ha detto Colli del Psd'Az - mancano 8 mesi. Non so cosa faremo". "Ribadisco che per me dobbiamo arrivare ad un blocco unico - ha sottolineato la Zoncheddu - solo così potremo governare la Sardegna". Insomma, sotto sotto i vecchi schemi permangono. Ma, come una calamita, gli indipendentismi sardi si stanno attirando l'un l'altro. (in copertina: tavolo dei relatori - in foto: un momento della conferenza stampa)