Friday, 29 March 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Giovane di Terralba morto in India nel 2010, annullato l'ergastolo: i dubbi della famiglia

Giovane di Terralba morto in India nel 2010, annullato l'ergastolo: i dubbi della famiglia
Giovane di Terralba morto in India nel 2010, annullato l'ergastolo: i dubbi della famiglia
Angela Galiberti

Pubblicato il 20 January 2015 alle 14:33

condividi articolo:

Terralba, 20 Gennaio 2014 - La morte di Francesco Montis non ha più un colpevole, almeno secondo la Corte Suprema dell'India, Stato in cui il giovane di Terralba è morto nel febbraio 2010. Della sua morte erano stati accusati i suoi due compagni di viaggio, Tomaso Bruno (32 anni) e Elisabetta Boncompagni (41). Entrambi erano in carcere dal 4 Febbraio 2010. I due, secondo l'ipotesi dei magistrati indiani, avevano ucciso il giovane di Terralba in seguito ad una sorta di triangolo passionale e per questo erano stati condannati all'ergastolo. Almeno fino ad oggi, giorno nel quale ai due è stata annullata la condanna. La morte di Francesco. Il giovane di Terralba è stato trovato agonizzante all'interno della stanza di un albergo di Varanasi, in cui era insieme a Tomaso ed Elisabetta, ed è stato portato al pronto soccorso, dove ne è stato constatato il decesso. La posizione della famiglia Montis. Fino ad oggi, la posizione della famiglia è sempre stata contro l'ipotesi sostenuta dalla magistratura indiana, manifestando anche solidarietà nei confronti dei giovani accusati. All'epoca dei fatti, dalla Sardegna era anche partita una lettera dalla famiglia Montis nella quale si parla dei problemi respiratori di cui Francesco soffriva. Una lettera che non è stata presa neanche in considerazione dalle autorità indiane nonostante scagionasse i due compagni di viaggio del giovane di Terralba. Oggi, a 5 anni di distanza e con una sentenza che ribalta tutto, le cose sono cambiate e i dubbi dei familiari affiorano dolorosamente. Come riferiscono l'Unione Sarda e l'Agenzia Ansa, la famiglia non crede più all'ipotesi delle cause naturali e non è più tanto sicura dell'innocenza degli amici. L'autopsia che non si può ripetere. In questi due anni, le autorità giudiziarie indiane hanno sempre confermato l'ipotesi dell'omicidio passionale attraverso due sentenze, una delle quali aveva condannato i due amici all'impiccagione. Secondo l'ipotesi degli investigatori di Varanasi, la giovane Elisabetta aveva deciso di lasciare Francesco, alla quale era sentimentalmente legata, per Tomaso. In questo contesto sarebbe scaturito l'omicidio. Secondo l'autopsia, fatta però da un oculista e non da un medico legale, vi sarebbero stati sul corpo del giovane di Terralba chiari segni di strangolamento, nonché ferite compatibili con un oggetto contundente. La perizia sul corpo del giovane, però, non è stata ripetuta nè può ripetersi in futuro: la salma è stata cremata immediatamente perché, come riferisce La Stampa, l'obitorio era infestato dai topi. Rimangono agli atti della pura cronaca un'autopsia non conforme alle più basilari regole della medicina legale e una famiglia che non ha una risposta definitiva sulla morte del suo amato congiunto. La decisione della Corte Suprema. Proprio gli esami fatti non a regola d'arte inficiano la tesi degli inquirenti indiani. Una tesi spazzata via con un colpo di spugna dalla Corte Suprema che scrive nella sentenza che "Il movente che ha spinto i due accusati ad uccidere Francesco Montis non si può dimostrare per insufficienza di prove, tuttavia si può comunque ipotizzare che Tomaso ed Elisabetta avessero una relazione intima illecita". Insomma, le prove dell'omicidio non ci sono e se anche ci fossero state, sono state bruciate con la salma del giovane sardo. In ogni caso, Tomaso ed Elisabetta si sono sempre professati innocenti in tutti questi anni. Alla loro storia è stato dedicato anche un film.