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Elezioni Olbia. Scontro sulle Primarie: sì al voto degli stranieri

Elezioni Olbia. Scontro sulle Primarie: sì al voto degli stranieri
Elezioni Olbia. Scontro sulle Primarie: sì al voto degli stranieri
Angela Galiberti

Pubblicato il 02 March 2016 alle 10:45

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Olbia, 02 Marzo 2016 -È scontro sulle regole delle Primarie che si celebreranno (o si dovrebbero celebrare) il prossimo 19 Marzo ad Olbia.Giovanni Secchi ePasqualino Putzu, componenti della Direzione del Partito Democratico di Olbia, dissentono sull'ipotesi di escludere i cittadini stranieri residenti ad Olbia da questa consultazione popolare. "Il regolamento della coalizione civica e democratica per le elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco in vista delle elezioni amministrative della città di Olbia da celebrarsi nella prossima primavera, ha stabilito di escludere dall'elettorato attivo tutti coloro che, non godendo del diritto di cittadinanza, non possono esprimere il proprio voto in relazione alla competizione elettorale.Ciò in totale disaccordo dalla linea politica nazionale che ha visto nella città di Milano una vasta affluenza alle primarie di uomini e donne residenti in città ma non iscritti alle liste elettorali - scrivono Giovanni Secchi e Pasqualino Putzu -.Per le primarie della coalizione di centro sinistra nella città di Roma, in previsione delle votazioni fissate per il 7 di Marzo, sono stati istituiti 15 seggi speciali per gli stranieri residenti.Tutto ciò rende ancora più incomprensibile la decisione assunta dalla coalizione olbiese in totale dispregio dei principi generali di democrazia partecipata.Le motivazioni prospettate parrebbero basarsi su un duplice assunto: che, se ammessi, gli eventuali votanti delle primarie non potrebbero confermare nelle urne le loro scelte effettuate ed, in secondo luogo, che la loro esclusione varrebbe ad evitare l'intervento di “ truppe cammellate” capace di spostare il consenso verso ben determinati candidati".

I due esponenti del Pd Olbiese sottolineano come questa decisione sia totalmente in contrasto con le direttive nazionali e con la stessa pluralità del tessuto sociale olbiese. "L’indirizzo nazionale delle coalizioni di centro sinistra, è quello di aprirsi al voto degli stranieri residenti, il che assume carattere primario.Esiste una naturale tendenza politica tesa al coinvolgimento degli stranieri nella vita sociale della loro nuova terra. Coinvolgimento che li conduca ad una integrazione quanto più ampia possibile all' interno della nuova società nella quale hanno deciso vivere, attraverso uno scambio di esperienze, valori, cultura, che consentano una reciproca crescita dei valori sociali e democratici - continuano i due dem -.I bambini ed i giovani frequentano le scuole italiane, le associazioni politiche, sportive e culturali. Gli stranieri creano imprese e posti di lavoro. Pagano le tasse e sottostanno alle leggi italiane. Hanno diritto di partecipare alla vita politica.Scegliere appunto di partecipare alla vita politica di un partito è un gesto elevatissimo di coinvolgimento nella vita di una nazione, tanto più se questo partito incarna i valori universali di uguaglianza e democrazia. Negare tale partecipazione è come rinnegare tali elevati principi.Poco importa che le scelte effettuate nelle Primarie non possano essere ratificate da coloro che le hanno espresse. Per gli stranieri residenti, ma anche per il concetto più nobile di democrazia, è sufficiente che il prima gradino di espressione politica di milioni di persone si sia realizzato".

Anche sulle cosiddette "truppe cammellate" i due piddini non concordano con la linea dettata dal Regolamento. "L'altro argomento che avrebbe illuminato le decisioni della coalizione avrebbe attinenza con la tesi di evitare il dispiegarsi delle “truppe cammellate”.Questo termine, rispolverato di recente, affonda le proprie radici nel malcostume di una prima repubblica che utilizzava gli iscritti e simpatizzanti di un partito come massa critica elettorale. Ma questo termine viene tuttora sprezzantemente utilizzato in Parlamento per indicare tutti quei soggetti che, privi di idee proprie, ubbidiscono passivamente agli ordini dei vari leaders.Gli stranieri residenti ad Olbia non sono” truppe cammellate” e crediamo profondamente nella elevata funzione della loro partecipazione alla politica - concludonoGiovanni Secchi e Pasqualino Putzu -.Vi è però un'ulteriore gravissima preoccupazione che può trasformarsi in una domanda: come può una città come Olbia che si dichiara multietnica, prevedere le programmazioni che in Comune si dovrebbero assumere in relazione ai molteplici problemi derivanti dal fenomeno della immigrazione senza l’intervento politico degli immigrati stessi? O tali decisioni verranno prese senza di loro? Che cosa prevederà il programma della coalizione circa l'immigrazione, quella stessa coalizione che oggi li caccia dalle urne? Con l'aggravante che i più accaniti nel cacciarli sono quei partiti che dichiarano di appartenere all'area della sinistra più pura.Ma sarà anche necessario sapere quale atteggiamento sarà tenuto dai sindacati nazionali in relazione a questa vicenda o se la loro tutela si fermerà ai piedi dei gradini di questa sorta di realpolitik".