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Cronaca

L'editoriale. Ivana Russu e gli attentati: quando la campagna elettorale diventa un fiume di fango

L'editoriale. Ivana Russu e gli attentati: quando la campagna elettorale diventa un fiume di fango
L'editoriale. Ivana Russu e gli attentati: quando la campagna elettorale diventa un fiume di fango
Angela Galiberti

Pubblicato il 13 May 2016 alle 14:27

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Non sappiamo chi ha confezionato il vergognoso video "virale" postato da Forza Olbia che, in queste ore, sta letteralmente indignando tutta la città Olbia. Questo fine e sconosciuto pensatore sarà sicuramente felicissimodelrisultato numerico ottenuto: 6000 e più visualizzazioni, decine di condivisioni, tanto tam-tam sui social. Peccato che, dal punto di vista comunicativo (e politico), si sia trasformato in un boomerang di proporzioni epiche.

L'attacco subìto da Ivana Rssu è vile per quattrosemplici ragioni. La prima è che Ivana Russu non ha responsabilità né personali, né politiche e nemmeno professionali per la sequenza di attentati avvenuti in città. Ivana Russu è, ancora per pochi giorni, l'assessore alle Politiche giovanili con delega alla Polizia Municipale: non è il Ministro degli Interni, non è il Questore, non è il Prefetto e non è nemmeno Comandante dei Carabinieri, il comandante della Guardia di Finanza e nemmeno il dirigente responsabile della Polizia Locale olbiese. Non è Ivana Russu che può decidere quante forze dell'ordine dislocare a Olbia e non è Ivana Russu che può decidere come utilizzare i pochi poliziotti locali a disposizione della città di Olbia. Ivana Russu, al massimo, ha potuto dare indicazioni politiche e obiettivi compatibili con le forze a disposizione. Cosa che ha regolarmente fatto: se queste linee politiche non sono piaciute, bisognerebbe criticare queste. Di certo, non è stata Ivana Russu a compiere i 50 e più attentati avvenuti in città.

La seconda motivazione per cui si tratta di un attacco vile è che il video, con il suo carico di messaggi "ad personam", banalizza un problema che è molto sentito dagli olbiesi e cioè quello della sicurezza nel suo complesso. Olbia ha perso la sezione distaccata del Tribunale, ha perso la Provincia e quindi ha perso definitivamente la possibilità (anche remotissima) di avere una Questura; Olbia ha non poche difficoltà ad assumere personale all'interno della Polizia Locale ed è spesso teatro di attentati incendiari le cui indagini raramente giungono a indicare un colpevole. Come si può banalizzare una situazione come questa dicendo "è tutta colpa di Ivana Russu"? Argomenti per criticare l'amministrazione uscente su questo fronte ce ne sono tantissimi, eppure si è scelto svuotare di ogni significato una video-denuncia che, senza quella foto, avrebbe avuto il merito di riportare al centro dell'attenzione un tema molto sentito dalla popolazione.

La terza motivazione sta nella scelta della fotografia usata per raffigurare l'assessore. Tra le centinaia di foto disponibili in rete, è stata scelta proprio quella col velo che Ivana Russu ha indossato durante una visita istituzionale alla moschea di via Tavolara. Nonunafoto col rosario in mano, quella alla commemorazione dei Caduti oquella al Primo Maggio. No: l'autore o gli autori ha/hanno scelto la foto col velo. Anzi, col velo "islamico".

Infine, last but not least, ecco l'ultima motivazione: la quarta. Come già detto in precedenza, argomenti per criticare l'amministrazione uscente ce ne sono tantissimi. Stranamente, però, il vile attacco colpisce una giovane donna e non gli uomini che, magari per posizione ricoperta,potrebbero averepiù responsabilità politiche (e non) di lei. Se Ivana fosse stata un uomo sarebbe stata attaccata in modo così vile?

Un lato positivo in tutta questa faccenda, però, c'è ed è stata l'immediata reazione della cittadinanza che, in modo compatto e al di là delle appartenenze politiche, ha difeso a spada tratta l'assessore uscente in quanto persona, ancor prima che come esponente politico. Un segnale, questo, che deve necessariamente far riflettere gli autori del video e tutti coloro che l'hanno condiviso con gusto: Olbia merita ben altro scontro politico. Uno scontro sui temi, non sulle persone.