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Cronaca

Donna maddalenina partorisce a Olbia: la ricostruzione della Assl 2

Donna maddalenina partorisce a Olbia: la ricostruzione della Assl 2
Donna maddalenina partorisce a Olbia: la ricostruzione della Assl 2
Olbia.it

Pubblicato il 28 March 2017 alle 13:21

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Olbia, 28 Marzo 2017 - La vicenda legata alla chiusura del Punto Nascita dell'Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena continua a tenere banco nelle cronache galluresi. Quest'oggi, a parlarne, è L'Unione Sarda,la quale in un articolo racconta la vicenda di una mamma maddalenina, del suo parto a Olbia tramite trasferimento e di ciò che ella ha provato durante quelle convulse ore.

Da tempo le future madri di La Maddalena lottano per riaprire il punto nascita dell'Ospedale Paolo Merlopoiché è loro desiderio partorire a casa, vicino ai familiari, evitando faticose trasferte in ambulanza. Per contro, gli esperti sostengono che partorire in un Punto Nascita dove vengono fatti pochissimi parti l'anno può essere molto pericoloso per le partorienti ed è questa la motivazione che ha portato alla chiusura del punto nascita maddalenino. Di seguito riportiamo la ricostruzione dei fatti della Assl 2 di Olbia.

"In merito all’articolo apparso in data odierna nelle pagine de L’Unione Sarda, dal titolo “Travaglio in ambulanza: “Sono stata lasciata sola”, per un dovere di corretta informazione la Assl di Olbia precisa quanto segue: alle ore 11.30, circa, di domenica 26 marzo 2017, una giovane donna alla 38esima settimana si è presentata nel reparto di Ostetricia dell’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena, dove è stata sottoposta ad una visita e ad un tracciato cardiotocografico, che ha escluso la presenza di podromi di travaglio di parto, tanto che il ginecologo in servizio ne ha disposto il rientro a casa. Gli operatori sanitari hanno però avvisato la donna che, qualora fosse iniziato il travaglia, si sarebbe dovuta recare immediatamente in ospedale per poi essere trasferita. Sin dall’inizio, però, la donna ha mostrato la sua contrarietà al trasferimento all’ospedale di Olbia - scrive l'Assl 2 di Olbia in un comunicato stampa -.La giovane è tornata in ospedale intorno alle 19.00 con i segni iniziali di travaglio di parto, che hanno portato i medici a disporne il trasferimento “protetto”. In questo caso si trattava di una donna gravida a “basso rischio”, pertanto è stato disposto il trasferimento con l’assistenza di un’ostetrica; qualora ci fossero state delle indicazioni cliniche differenti, lo specialista avrebbe potuto disporne il trasferimento con un ginecologo e anche col pediatra per il neonato".

"Nel frattempo la struttura sanitaria, così come da procedure, ha allertato la Capitaneria di Porto che ha disposto il blocco del traghetto, sino all’arrivo dell’ambulanza (alle ore 19.35).La donna è quindi stata trasferita in ambulanza all’ospedale di Olbia, dove è stata immediatamente ricoverata e dove ha partorito alle 21.04 nella sala parto del “Giovanni Paolo II”.Da ulteriori accertamenti effettuati all’ospedale di Olbia è emersa una anomalia che avrebbe potuto creare serie complicanze post partum, non affrontabili a La Maddalena qualora si fossero verificate al “Paolo Merlo”, dove non sono presenti la Rianimazione né il Centro trasfusionale - conclude il comunicato stampa -.Si ricorda infatti che la gravidanza e il parto, sebbene fisiologici, si possono improvvisamente complicare con patologie materne o fetali che devono esser gestite dagli operatori sanitari nell’esclusivo interesse della mamma e del bambino.Per questo si precisa ancora una volta che le scelte assunte dall’Assessorato alla Sanità, dall’Ats e dalla Assl di Olbia, infatti, perseguono l’unico obiettivo di garantire la sicurezza dei punti nascita, a tutela della salute delle mamma e del bambino e a tutela degli stessi operatori sanitari".