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Cronaca

Dispersione scolastica oggi a convegno: afferra un libro, è un arma

Dispersione scolastica oggi a convegno: afferra un libro, è un arma
Dispersione scolastica oggi a convegno: afferra un libro, è un arma
Angela Galiberti

Pubblicato il 27 February 2015 alle 10:36

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Olbia, 27 Febbraio 2015 - Questo pomeriggio, ad Olbia, si svolgerà un convegno dedicato alla scuola e alla dispersione scolastica. L'evento si chiama "Afferra il libro, è un'arma" ed è organizzato dall'Osservatorio Permanente sulla Dispersione Scolastica, diretto da Anna Maria Chessa, e dall'Assessorato alla Pubblica Istruzione, guidato da Giovanni Antonio Oronesu. Il convegno si svolgerà nella sala conferenze del Museo Archeologico e inizierà alle 16:00. La dispersione scolastica è ancora un grande problema ad Olbia, nonostante vi siano alcuni dati in netto miglioramento. "Il convegno è il primo passo di un percorso per capire le cause e individuare le soluzioni per invertire questa tendenza - ha detto l'assessore Giovanni Antonio Oronesu -. Al convegno parteciperà anche l'assessore regionale all'Istruzione, Claudia Firino. Invitiamo le famiglie a partecipare". I numeri sulla dispersione scolastica e sull'insuccesso scolastico nella Città di Olbia sono molto interessanti. Nella scuola primaria il dato è invariato ed è molto vicino allo zero. Solo un bambino su mille ha problemi di insuccesso o dispersione. Per le medie inferiori, invece, c'è stato un netto miglioramento. In 10 anni si è passati dal 12,67% all'8,25% per l'insuccesso e dal 2,38% allo 0% per la dispersione. Diversi, per contro, i dati riferiti alle superiori: la dispersione è passata dal 10,69% al 4,52%, l'insuccesso dal 14,82% al 18,51%. "Sono convinta che il lavoro dell'osservatorio è servito e ha aiutato profondamente la comprensione della problematica. In queste settimane stiamo lavorando ad un progetto sul bullismo a livello europeo - ha detto Anna Maria Chessa, direttrice dell'Osservatorio -. Per quanto riguarda i dati, quelli delle superiori sono interessanti. E' evidente che la scuola non abbandona più i ragazzi e che li segue di più, ma è anche evidente che la stessa scuola è diventata un ammortizzatore sociale. Prima i giovani lasciavano la scuola perché avevano un'alternativa, cioè il lavoro. Adesso lavoro non ce n'è e si rimane all'interno delle mura scolastiche, che rappresentano un ambiente protetto".