Friday, 19 April 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Crisi idrica. Olbia e la Gallura attendendono risposte e infrastrutture

Crisi idrica. Olbia e la Gallura attendendono risposte e infrastrutture
Crisi idrica. Olbia e la Gallura attendendono risposte e infrastrutture
Angela Galiberti

Pubblicato il 26 August 2015 alle 11:14

condividi articolo:

Olbia, 26 Agosto 2015 - L'estate 2015 è stata una delle più calde di sempre, ma soprattutto una delle meno piovose in assoluto: da mesi, in Gallura, non cade un goccio d'acqua e questo mette in luce uno dei tanti problemi del territorio: l'approvigionamento della risorsa idrica.

Sei giorni fa, Abbanoa ha dovuto letteralmente chiudere i rubinetti ad Olbia durante la notte per recuperare risorse idriche sufficienti per la giornata successiva. Durante l'estate, infatti, la zona di Olbia richiede massicce dosi d'acqua potabile e le sue fonti di approvigionamento invernali non bastano. Di conseguenza ci si rivolge all'unico invaso della Gallura: la diga del Liscia, i cui livelli - a causa delle mancate piogge - stanno pericolosamente scendendo. Per questo Abbanoa ha dovuto compiere sei giorni fa quell'azione di chiusura durante le ore notturne, pur garantendo alle zone turistiche la fornitura.

A questo punto ci siamo chiesti quanto è grave la situazione. Marco Marrone, presidente del COnsorzio di Bonifica della Gallura e membro della Coldiretti, è tranquillo. "Noi non gestiamo l'invaso da diversi anni - ha detto Marco Marrone, presidente del Consorzio di Bonifica -. Noi abbiamo una quantità d'acqua precisa da poter distribuire alle campagne e per ora non ci è stata toccata. Quindi, diciamo che siamo abbastanza tranquilli, anche se abbiamo intuito che c'è un po' di preoccupazione".

Le campagne, quelle che danno da mangiare a centinaia di famiglie, possono (per ora) stare tranquille. "In questi anni abbiamo provveduto ad un lavoro di ammodernamento della distribuzione, anche per limitare gli sprechi - ha continuato Marco Marrone -. Non esistono più i rubinetti manuali, adesso è tutto elettronico. Ogni azienda ha la sua scheda e la sua quantità d'acqua da gestire in autonomia. Certo è che la Gallura avrebbe bisogno di molte infrastrutture in più. Il fabbisogno idrico è aumentato e non possiamo fare affidamento solo sul Liscia. Dobbiamo pensare a fare nuovi sbarramenti, una nuova diga, bisogna recuperare i reflui depurati. Penso, ad esempio, allo sbarramento del San Simone o alla diga del Pagghjolu di Tempio. Manca, inoltre, l'educazione contro gli sprechi. Su questo bisognerebbe investire di più".

Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Giovanna Spano, Assessore all'Ambiente del Comune di Olbia con delega al Servizio idrico integrato. "Attualmente noi abbiamo un ruolo molto marginale per quel che riguarda l'infrastrutturazione - ha detto l'assessore Giovanna Spano -. Abbiamo avuto diverse interlocuzioni con la Regione, in particolare con l'assessore Maninchedda, e ci siamo trovati d'accordo su diverse cose. Alcuni interventi sono stati inseriti nella programmazione 2014-2020, ma i fondi non sono stati ancora programmati. Certamente i cambiamenti climatici ci impongono dei ragionamenti differenti. Questa è stata una delle estati più secche in assoluto e dobbiamo iniziare a pensare all'educazione delle persone per ridurre gli sprechi. Poi c'è anche un problema di perdite nelle condotte. Paghiamo ancora un conto salato in termini di mancanza di ammodernamento delle infrastrutture. Ci sono punti, ad Olbia, dove le riparazioni sono giornaliere. DIciamo che attendiamo risposte dalla Regione".

Nicola Midulla, consigliere comunale, conosce bene la situazione gallurese essendo - nella vita di tutti i giorni - dipendente Esaf. Su queste tematiche, però, non si sbilancia. "Servono sicuramente nuove infrastrutture - ha commentato il consigliere comunale olbiese - e bisogna mettere in rete l'esistente, come la diga di Tempio il cui collegamento alla rete idrica è stato finanziato dalla Regione. Abbiamo una crescita esponenziale di popolazione e bisognerebbe attuare i vecchi progetti come la diga del San Simone, la diga sa FOssa a POrto San Paolo e gli sbarramenti al Padrongianus".

Insomma, bisogna aspettare.