Friday, 29 March 2024

Informazione dal 1999

Politica

Congresso Pd: seggi aperti tra ritardi e dibattiti mancati

Congresso Pd: seggi aperti tra ritardi e dibattiti mancati
Congresso Pd: seggi aperti tra ritardi e dibattiti mancati
Angela Galiberti

Pubblicato il 22 February 2015 alle 18:22

condividi articolo:

Olbia, 22 Febbraio 2015 - La resa dei conti. Così potremmo intitolare la giornata di oggi che vede protagonista il Partito Democratico olbiese e gallurese. Una giornata importantissima perché oggi si celebra il congresso sia per l'elezione del segretario cittadino che per quella del segretario provinciale. I candidati sono sempre gli stessi di fine 2014, il clima di apparente distensione è più guerrafondaio che mai: sullo sfondo, com'era facile aspettarsi, le prossime amministrative del Comune di Olbia. Partito Democratico a congresso: niente regole, niente dibattito. Questa mattina il nutrito e variegato popolo del Pd si è ritrovato nella sede di via Roma alle 10. La circolare della segreteria uscente, guidata dall'avvocatessa Angela Corda, era chiarissima: alle 10:45, dopo la presentazione delle candidature, doveva aprirsi l'atteso dibattito. Niente di più lontano dalla realtà: il popolo del Pd ha dovuto aspettare ben tre ore prima di poter ascoltare le candidature e prender parola. L'ingranaggio si è fermato a causa del prevedibile clima astioso che è in essere tra le due componenti del partito olbiese. L'unica maniera per fare iniziare il congresso era mettersi d'accordo sulle regole prima dell'inizio del congresso stesso e così è stato: il garante nazionale, Donato Riserbato, e la responsabile organizzativa della Segreteria regionale, Barbara Argiolas, e Tommaso Sanna (uomo di fiducia di Renato Soru, segretario regionale del PD Sardegna) hanno ascoltato le parti in causa e hanno deciso con quali regole portare il Pd olbiese al voto. Una mossa intelligente, seppur estenuante per chi ha deciso di aspettare il dibattito, che ha permesso l'inizio dei lavori in relativa tranquillità. Una calma apparente che, però, non deve ingannare. Sotto la cenere cova il fuoco e, difatti, durante il dibattito non sono mancate frecciatine, stoccate e brevi scontri tra le due parti in conflitto. La presentazione delle candidature: Angela Corda e Graziano Asara per la segreteria cittadina, Ivana Russu e Tommaso Visicale per la segreteria provinciale. In una sala praticamente mezza vuota - il dibattito è iniziato intorno alle 14 - Angela Corda e Ivana Russu hanno presentato le loro candidature. I due sfidanti, Graziano Asara e Tommaso Visicale, hanno rinunciato al loro intervento perchè già fatto in precedenza. Una mossa irrituale, che ha indispettito - e non poco - i presenti in sala. Angela Corda, segretario cittadino uscente, ha tracciato con una breve ma intensa relazione ciò che ha intenzione di fare per il Pd e per il territorio di Olbia attraverso l'eventuale conferma della sua segreteria. Le parole d'ordine sono il mantentimento dei servizi essenziali, evitare l'accorpamento della Asl, concentrarsi sulle strade e sui trasporti. Il Partito democratico di Angela Corda deve essere un Pd che guida il cambiamento. "In questi mesi abbiamo dialogato con una parte importante della città - ha detto Angela Corda, rivolgendosi alla platea -. La vertenza più grande è quella di Meridiana, che non è ancora risolta. Non dimentichiamo la vertenza di 5 Stelle Sardegna, il cui editore non ha ancora pagato gli arretrati. Non dimentichiamo nemmeno il settore del commercio, messo in ginocchio dalla crisi. Ci sono però anche esperienze positive come l'As do Mar, il Cnr e il Mater Olbia". Sulle amministravie, il segretario uscente Corda ha le idee molto chiare: "Il Partito Democratico promuoverà nuove alleanze. I tempi sono pronti per scegliere candidati forti e autorevoli di partito e della società civile. E a fine congresso risolveremo finalmente la questione del doppio gruppo consiliare". Poi è stato il turno di Ivana Russu, l'assessore alla Sicurezza e Protezione civile del Comune di Olbia, candidata alla segreteria provinciale del Pd. Per Ivana Russu tutto si deve basare su delle regole certe ed è su queste che ha basato il suo progetto politico per la segreteria gallurese del Partito Democratico. "Non è accettabile che in due circoli si voti con regole diverse rispetto a tutti gli altri - ha detto Ivana Russu -. Chiedo che queste regole siano rispettate da tutti gli altri circoli galluresi". Rispetto alla sua esperienza di candidata alla segreteria, Ivana Russu ha raccontato del suo viaggio in un lungo e in largo per la Gallura. Un viaggio non semplice, durante il quale spesso ha dovuto ascoltare critiche troppo feroci nei confronti di Olbia. "Olbia non è una matrigna, Olbia è madre - ha detto l'aspirante segretario provinciale Russu -. Se si ferma Olbia si ferma tutta la Gallura. Non posso pensare che i sindaci di Tempio e Calangianus vogliano formare una Asl insieme ad Ozieri per l'Alta Gallura". Rispetto alla crisi politica del suo partito, Ivana Russu è stata veramente molto dura. "Preferisco stare con chi è legittimato - ha detto Ivana Russu -. Il nostro riferimento è Gian Piero Scanu, che è stato eletto dalla gente. Io non voglio partecipare a una spartizione di potere in collaborazione con Cagliari. E vi faccio anche i nomi: Geasar, Cipnes, Banco di Sardegna. Io voglio partecipare ad un partito". Il dibattito è continuato con gli iscritti. Omar Sarr ha messo l'accento sulla straordinaria prova di democrazia che ha dato il Pd aprendo agli immigrati. Una prova apertura che, a quanto riferito da Sarr, non piace a qualcuno all'interno del Pd. Pierluigi Caria ha continuato a battere sul tema delle regole, tanto caro ad entrambi gli schieramenti interni al Partito Democratico. E così via, fino all'intervento più atteso: quello di Gian Piero Scanu. L'intervento di Gian Piero Scanu: le regole prima di tutto. Anche il deputato Gian Piero Scanu ha voluto porre l'accento sul rispetto delle regole. In effetti, come chi ha studiato Scienze Politiche sa bene, le regole sono alla base della democrazia. Sono proprio le regole a permettere l'esercizio della libertà di pensiero e di parola, l'iniziativa economica, gli spostamenti. Senza queste regole, la democrazia non potrebbe esistere. Al deputato e consigliere comunale Scanu non è sfuggita l'assenza, in sala, dell'altra anima del Pd. "Non è mai piaciuto parlar male delle persone assenti. Non mi è mai piaciuto inferire su chi ha scelto di essere altrove - ha detto Gian Piero Scanu -. Noi abbiamo chiesto la celebrazione di un congresso dove tutti, per definizione, si presentano per avanzare una proposta politica. Dobbiamo forse parlare di un aborto? Dobbiamo forse parlare di un'eutanasia? Non credo che si tratti nè di un aborto nè di una eutanasia. Noi siamo di fronte a una anomalia. Se in una comunità non ci sono le regole esiste l'arbitrio, esiste il fai date, esiste il bricolage, esiste l'abuso, la prevaricazione. Se ci sono le regole questo non accade". Il messaggio è chiaro: gli scontri interni possono anche essere dilanianti, ma devono seguire le regole del partito. Un partito che, secondo Scanu, deve porsi degli obiettivi più grandi specialmente in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Obiettivi che devono poter abbracciare anche chi ha storie e sensibilità diverse. La grande coalizione è in divenire.