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Cronaca

Sardegna: crescono imprese parrucchieri e estetisti ma aumentano irregolari‏

Sardegna: crescono imprese parrucchieri e estetisti ma aumentano irregolari‏
Sardegna: crescono imprese parrucchieri e estetisti ma aumentano irregolari‏
Olbia.it

Pubblicato il 28 July 2016 alle 10:49

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Olbia, 31Luglio 2016 - Barbieri e parrucchieri, servizi di manicure e pedicure, centri estetici: crescono le imprese del benessere in Sardegna.

Alla fine del 2015 le aziende registrate nell’isola erano 3.256; ben 2.830 quelle artigiane (l’86,9%) cresciute, rispetto al 2014, del 2,3%. Queste hanno dato lavoro a 4.950 addetti (dimensione media 1,6 dipendenti). Nel settore artigiano, il 65,5% delle realtà (2.167 unità) è gestito da donne, il 10,9% (360) è guidato da giovani “under 35” mentre il 3,1% (103) sono amministrate da stranieri. Preoccupante la quota degli irregolari: si stima che i lavoratori siano più di 1.200.

Sono questi i numeri del dossier, elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, sul “Settore acconciature ed estetica nell’artigianato della Sardegna”, che ha analizzato i dati di Unioncamere e Istat sulle imprese del “benessere” (acconciatori, manicure, pedicure e trattamenti estetici) tra il 2014 e 2015.

Questo è uno dei pochi settori che ha meglio resistito alla crisi – afferma la Presidente Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – e che fa registrare una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona”.

Tra le quattro province sarde i risultati migliori per il settore artigiano si rilevano a Cagliari, con un saldo positivo di 11 unità (+0,9%) e a Sassari, con un saldo positivo di 8 unità (+0,9%). Volgendo poi l’attenzione ai tre comparti di questo settore osserviamo che, in Sardegna, le imprese artigiane dei Servizi di saloni di parrucchieri e barbieri sono 2.199, il 90,9% del totale delle imprese del settore che nel 2015 registrano un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio di 13 unità (-0,6%). Sono invece 610 le imprese artigiane dei Servizi di istituti di bellezza, che incidono per il 77,9% sul totale e registrano un saldo positivo per 14 unità (+2,4%). Infine si contano 17 imprese artigiane dei Servizi di manicure e pedicure che pesano per il 35,4% del totale imprese del settore e che nel 2015 mostrano un saldo positivo per 2 unità (+13,3%).

La spesa media mensile delle famiglie sarde per servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza è di 30,9 euro, equivalenti a 371 euro all’anno. Si stima che sul territorio sardo le oltre 714 mila famiglie spendano complessivamente 265 milioni di euro per parrucchieri e trattamenti di bellezza, pari all’1,8% dell’ammontare della spesa per prodotti non alimentari.

LE IMPRESE DELLE DONNE

Come detto, nella nostra regione le imprese del comparto sono gestite, nella maggior parte dei casi, da donne, quelle stesse che nell’ultimo anno hanno particolarmente subito la crisi. Secondo il bollettino dell’Agenzia del Lavoro dellaSardegna, infatti, ben 7mila donne hanno perso il posto di lavoro tra il quarto trimestre 2015 e il primo del 2016, passando da 230mila a 223mila.

I dati dimostrano come l’imprenditoria femminile sarda vada incoraggiata – continua la Folchetti – c’è la necessità di interventi che liberino tutta le aziende dai troppi vincoli e dai costi che soffocano le iniziative”.

Per incentivare l’impresa donna in Sardegna, la Presidente di Confartigianato propone una versione regionale della Legge 215 per l'imprenditoria femminile: “La Regione potrebbe finanziare un intervento di questo tipo – sottolinea – esattamente come accadde negli anni passati a livello nazionale. Quell’intervento consentì la nascita di oltre 70.000 aziende guidate da donne e permise un incremento occupazionale di oltre 90.000 unità in tutta Italia”.

BANDI E INCENTIVI

Intanto sono state accolte con favore dall’Associazione le ultime direttive pubblicate dalla Regione sui finanziamenti alle imprese. Abbiamo chiesto più volte che venissero istituiti anche finanziamenti di piccola taglia (fino a 15 mila euro) con modalità snelle di erogazione – afferma Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato - e che consentissero l’acquisto di attrezzature anche per settori, come quello del benessere, spesso dimenticati dai finanziamenti. Siamo riusciti nell’intento. Ora attendiamo a breve l’uscita dei bandi in modo che le imprese del benessere possano fare qualche investimento che consenta loro di essere maggiormente competitive sul mercato”.

FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

Confartigianato Imprese Sardegna sottolinea la necessità di una continua e costante opera di formazione e di aggiornamento, per professionisti e addetti che già operano ma, soprattutto, per chi vorrà diventare imprenditore.

Queste professioni richiedono, in maniera sempre maggiore, competenze e professionalità elevate perché svolgono la propria attività a diretto contatto con il corpo del cliente – continua la Presidente – è una professione complessa che richiede competenze multidisciplinari che comprendono, al loro interno, sia adeguate conoscenze di tipo tecnico sia trasversali, che consentono all’operatore di riconoscere le mutate esigenze del cliente e di “prendersi cura” di quest’ultimo in modo globale”.

LAVORO NERO O IRREGOLARE

Per l’Associazione Artigiana il mantenimento di un adeguato livello formativo, rappresenta infatti una condizione minima necessaria per contrastare la diffusa concorrenza sleale per opera di soggetti che erogano servizi non qualificati al minor costo possibile, con prevedibili effetti negativi sulla salute del consumatore. Dai dati del dossier, emerge che in Sardegna sono almeno 1.200 i lavoratori irregolari, che operando totalmente in nero o ponendosi in una posizione “border line” in quanto al rispetto delle regole creando ingenti danni alle imprese regolari. Confartigianato sottolinea come la crisi abbia accentuato il proliferare di queste “figure” e come sia sempre più elevato il rischio che una parte della clientela ceda alla tentazione di risparmiare a scapito della qualità del servizio. Una tentazione a cui è bene non soggiacere perché si mette a rischio l’incolumità fisica, provocando ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore e creando danni sia per le imprese del settore benessere sia per l’economia del Paese e dell’Isola.

L’INCERTEZZA NORMATIVA

Le imprese che svolgono attività di applicazione, ricostruzione e decorazione di unghie artificiali vivono una situazione paradossale: la normativa italiana, infatti, non disciplina la specifica figura professionale dell’“onicotecnico”, di conseguenza chiunque svolga interventi di trattamento delle unghie artificiali può farlo se in possesso dell’abilitazione di estetista. Talvolta ciò non avviene e tale attività troppo spesso viene esercitata in maniera abusiva e senza un'adeguata preparazione professionale. Occorre una normativa nazionale che delimiti la specifica figura professionale e, successivamente, le Regioni dovranno disciplinarne i requisiti formativi e professionali.

Confartigianato si sta occupando della problematica a livello europeo e nazionale mentre a livello regionale chiede un intervento della Regione Sardegna affinché si faccia sentire presso i livelli istituzionali competenti per risolvere al più presto il problema.

“TUTELAMI”

Per contrastare le attività in nero, Confartigianato Sardegna, lo scorso novembre ha dato il via a “Tutelami”, una azione di sensibilizzazione verso la pubblica opinione e di denuncia contro chi opera abusivamente. Infatti, dopo un confronto con gli organi competenti, anche in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto a settembre con la Prefettura, l’Associazione Artigiana ha istituito la mail [email protected], tutt’ora attiva, per consentire la segnalazione, in forma anonima e protetta, di tutte quelle “attività irregolari” che danneggiano il tessuto imprenditoriale e, in casi sempre più crescenti, anche la salute delle persone. “L’iniziativa ha avuto un’ottima riuscita con decine di segnalazioni - riprende la Presidente di Confartigianato Sardegna – ma, nonostante questo, chiediamo alla Politica di sostenere gli operatori regolari anche attraverso l’adeguamento delle normative di settore e dei regolamenti regionali e comunali, lo snellimento burocratico, la diminuzione della pressione fiscale, l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni verso gli irregolari”.

COSMETICI A CHILOMETRO ZERO.

Anche nel “benessere” è possibile utilizzare “cosmetici a chilometro zero”. Vista la peculiarità dell’ambiente sardo, della sua salubrità e biodiversità, stanno sviluppandosi diverse imprese sarde che producono creme, saponi, olii essenziali, lozioni, tutto di origine vegetale controllata e certificata, per i trattamenti di bellezza, che sono impiegati da parrucchieri ed estetisti, ma che potrebbero esserlo di più, proprio per la tutela della salute del cliente. “Anche in questo settore è possibile valorizzare le produzioni locali, genuine, efficaci e a basso impatto ambientale ma sempre di altissima qualità – conclude il Segretario Mameli – questo consentirebbe ai piccoli produttori locali di crescere e di valorizzarsi. Dobbiamo puntare anche su questo settore”.