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Olbia, centro antiviolenza a rischio: La Base sposa la battaglia delle operatrici olbiesi

Olbia, centro antiviolenza a rischio: La Base sposa la battaglia delle operatrici olbiesi
Olbia, centro antiviolenza a rischio: La Base sposa la battaglia delle operatrici olbiesi
Angela Galiberti

Pubblicato il 29 July 2016 alle 12:58

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Olbia, 29 Luglio 2016 - L'appello lanciato qualche giorno fa da Patrizia Desole, presidente dell'associazione Prospettiva Donna, non è caduto nel vuoto. Dopo l'interessamento di Patrizia Bigi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Olbia, ecco l'aperta solidarietà di Milena Pisano, coordinatrice di La Base Olbia. La coordinatrice Pisano, in un lungo comunicato stampa che ha più il taglio di un'accorata lettera aperta, affronta il fenomeno della violenza di genere con cognizione di causa, individuando nei centri antiviolenza uno degli strumenti più validi al suo contrasto. "È stata proprio l’apertura e l’attivitàdei Centri antiviolenza a far si che la violenza maschile sulle donne e il maltrattamento familiarediventassero visibili e si cominciasse a modificare la percezione sociale e culturale del fenomenoapprontando servizi di accoglienza e protezione e garantendo la quasi totalità degli interventi disupporto/aiuto", sottolinea Milena Pisano sposando senza indugi la causa di Prospettiva Donna e di tutti gli altri centri antiviolenza. La Base Olbia sosterrà la battaglia dei centri antiviolenza isolani. Riportiamo il comunicato stampa in maniera integrale.

COMUNICATO STAMPA -La Base al fianco di Prospettiva Donna.

Il fenomeno della violenza contro le donne è un crimine e rappresenta una violazionefondamentale dei diritti umani che attraversa tutte le culture, le classi, le etnie, i livelli diistruzione, di reddito e tutte le classi di età.Il sostegno, la sensibilizzazione e la promozione della cultura del contrasto e prevenzione dellaviolenza di genere, coniugate con efficaci programmi di intervento per la protezione della donna edei bambini/e che hanno vissuto e/o vivono situazioni di violenza in ambito domestico, deve porsiquale priorità assoluta delle politiche nazionali e regionali e richiede un intervento coerente ecostante che coinvolge tutti i partner istituzionali e non, al fine di garantire efficaci e integratipercorsi di uscita dalla spirale della violenza.

Ogni partner della rete deve fare la sua parte, ognuno per quanto di propria competenza.Le Associazioni di donne che nel territorio regionale operano sul tema della violenza contro ledonne, hanno il merito di aver posto all’attenzione della discussione politica e più in generaledell’opinione pubblica il grave problema sociale e culturale. È stata proprio l’apertura e l’attivitàdei Centri antiviolenza a far si che la violenza maschile sulle donne e il maltrattamento familiarediventassero visibili e si cominciasse a modificare la percezione sociale e culturale del fenomenoapprontando servizi di accoglienza e protezione e garantendo la quasi totalità degli interventi disupporto/aiuto.

È chiaro che non possiamo neppure immaginare che il Centro Antiviolenza di Olbia, cosìstrategico e fondamentale possa chiudere. E ancor più accettare che tale possibilità possaconcretizzarsi per disattenzione, incuria e/o cavilli tecno-burocratici certamente superabili eappianabili con la buona volontà di tutti.Decretare la CHIUSURA del centro antiviolenza, significa assumersi direttamente la responsabilitàdel venir meno dell’unico servizio/aiuto concreto presente nel territorio gallurese, in prima lineanella tutela delle donne in difficoltà.

Questo Governo intende davvero assumersi tale responsabilità?Da un governo regionale cosiddetto di “centro-sinistra”, che fa dei valori della giustizia, dellaprotezione dei più deboli e della parità dei generi, baluardi assoluti della propria azione digoverno, ci saremmo aspettati un forte ed incondizionato sostegno all’indispensabile opera diaiuto concreto alle donne, di sensibilizzazione, di prevenzione e di elaborazione culturale svoltodai Centri antiviolenza. Non di certo che la struttura regionale si configurasse essa stessa qualeimpedimento al naturale esercizio delle attività.Un arretrato nell’erogazione dei contributi di due annualità (saldo 2014 e annualità 2015)costituisce colpa grave, qualsiasi cagione di ordine tecnico/burocratica ne sostanzi il ritardo!!!!!Non serve inventarsi nulla. Esiste una buona Legge regionale che risulta essere tra le piùinnovative per l'azione di contrasto al fenomeno e di supporto ai centri; si sono consolidate neltempo delle buone prassi di lavoro di rete tra i diversi partner coinvolti e vengono offerti concretiservizi di supporto e aiuto alle donne in difficoltà. Si tratta di mettere mano ai problemi (qualoraesistessero) e provvedere immediatamente alla messa in liquidazione delle competenzenecessarie per la sopravvivenza dei Centri e, talune volte, della sopravvivenza stessa delle donneospiti.

Non staremo in silenzio a guardare che Centri antiviolenza di vitale importanza come quelli diOlbia, Nuoro e Oristano possano lentamente morire per la lentezza e la farraginosità dellaburocrazia e/o per l disattenzione di quanti, irresponsabilmente, persi nei loro giochi tattici diaffermazione del potere, perdono di vista il senso più profondo del concetto di “ben-essere” deipropri cittadini.

La Base Olbia, scende in campo, con tutte le sue forze ed il proprio sostegno a fiancodell’Associazione Prospettiva Donna e dei Centri antiviolenza di Nuoro e Oristano, di tutti glioperatori/professionisti coinvolti e, ancor più, a fianco di tutte quelle donne che in quei centriripongono la loro ultima speranza di salvezza.

La Coordinatrice di “La Base Olbia” Milena Pisano